Il Premio Sakharov, andato quest’anno a due iraniani, il regista Jafar Panahi e l’avvocato Nasrin Sotudeh, premia, ormai da 24 anni, chi con le proprie parole, azioni e pensieri si è battuto per la tutela dei diritti umani e della libertà di parola. Esso è intitolato all’inventore della bomba a idrogeno, Andreï Dmitrievitch Sacharov, che capita la pericolosità della corsa agli armamenti nucleari si è battuto per la difesa e la tutela dei diritti dell’uomo, impegno per il quale è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1975.
Gli eventi in questione, organizzati dal Parlamento Europeo e dall’associazione culturale Prospettive Mediterranee, godono di numerosi patrocini tra cui quelli della Sapienza di Roma, la Cassa di Risparmio di Civitavecchiaia, il FERPi e altri. Il primo è una tavola rotonda alla quale parteciperanno giornalisti, politici, professori e moderata da Enrico Molinaro, Presidente dell´Associazione Prospettive Mediterranee, in collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza di Roma. La tavola rotonda si terrà dalle 9.30 alle 12.30 presso il Parlamento Europeo – Ufficio d’Informazione in Italia – Sala delle Bandiere, via IV Novembre 149, Roma.
Il secondo evento è una rappresentazione teatrale diretta da Antonio Sanna dal titolo “Infinito Futuro” e ispirata al romanzo “1984” di George Orwell. La rappresentazione è prodotta dall’associazione culturale L’Attore in Movimento e si terrà alle 20:00 presso il Teatro Vascello di Roma in Via G. Carini, 78.
Ora credo sia interessante sentire il punto di vista dell’organizzatore e moderatore della tavola rotonda, nonché presidente di Prospettive Mediterranee, Enrico Molinaro.
Come nasce Prospettive Mediterranee?
“Prospettive Mediterranee nasce nel gennaio del 2000 a Gerusalemme, dove ho vissuto per circa 10 anni, dal 1994 al 2004. L’obbiettivo principale dell’associazione che ho fondato e mi onoro di presiedere è di conoscere, studiare, valorizzare e tutelare le variegate e innumerevoli identità collettive che hanno abitato e ancora vivono nell’area circostante il Mar Mediterraneo. La nostra attenzione si rivolge a tutte le caratteristiche e particolarità della cultura, arte, tradizione, danza, musica, istituzioni politiche e sociali, benessere, sport, linguaggio, comunicazione non verbale, memoria e alimentazione di queste popolazioni.
In particolare, abbiamo sin dalla nostra fondazione sviluppato una serie di attività (pubblicazioni, conferenze, seminari a porte chiuse) al fine di facilitare il dialogo e possibilmente una soluzione stabile delle popolazioni israeliane e palestinesi, il cui conflitto costituisce la principale fonte di instabilità nell’area da molti decenni. Gli esperti israeliani e palestinesi che hanno partecipato ai nostri seminari ci hanno proposto, nel corso di una conferenza (di cui si può visionare la documentazione video nel nostro sito web: www.mediper.org) tenutasi presso la Provincia di Roma, di costituire in particolare il Centro per i Luoghi Santi di Gerusalemme (JHPC), un Centro di studio, documentazione e dialogo unico nel suo genere a livello internazionale. Riteniamo che i Luoghi Santi, soprattutto quelli regolati dall’antico regime giuridico dello Status Quo, costituiscano significativi simboli dell’identità collettiva. Altra focalizzazione delle nostre attività è costituito dall’area progettuale Alimentazione e benessere, per cui il neo-costituito Gruppo di Studio Visconti per la ricerca e la formazione (costituito prevalentemente da psicologi e psicoterapeuti molto motivati) presenterà il 9 novembre prossimo un master per dirigenti sportivi, in occasione dell’inaugurazione della nostra nuova sede, in Via Ennio Quirino Visconti 90.”
Cosa pensa della libertà di parola in Italia?
“Questo è un tema che sta molto a cuore a me personalmente e a tutta la nostra associazione. Non è certamente un caso che dopo il grande successo del nostro evento Identità e memoria del 30 ottobre scorso, anche quest’anno abbiamo organizzato, in collaborazione con l’Ufficio Informazione del Parlamento Europeo in Italia, il lancio del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. Nel citato sito web dell’associazione, ancora parzialmente in costruzione e in via di lancio online della sua versione in lingua inglese, abbiamo dedicato un’intera sezione alla Rassegna Media, considerata dal punto di vista delle nostre sei principali aree progettuali. Come è spiegato in questa sezione, organo di informazione – in Italia come all’estero – è caratterizzato da una delle due principali prospettive che caratterizzano il dibattito politico occidentale: l’approccio statale-frontaliero e quello glocale-transfrontaliero. Il nostro obiettivo è di analizzare le fonti di informazione mettendo in evidenza quale delle due prospettive abbia influenzato la pubblicazione della notizia, che viene presentata in maniera opposta a seconda del modello di identità collettiva adottato. Per spiegare questa chiave di lettura innovativa servirebbe un approfondimento maggiore, cui sono dedicati saggi ed articoli anche in lingua italiana scaricabili dall’area Pubblicazioni del nostro sito web. In Italia in particolare il tema della libertà di opinione è particolarmente dibattuto, ma ciò può avere un significato anche positivo, perché è utile mantenere sempre alta la guardia in questa materia fondamentale per assicurare a tutti il rispetto delle regole democratiche.”
Perché siete diventati partner nell’organizzazione degli eventi che apriranno il premio Sakharov?
“La nostra associazione collabora da molti anni con le istituzioni dell’Unione Europea, in particolare con gli uffici a Roma della Commissione e del Parlamento Europeo, con i quali abbiamo realizzato diverse iniziative congiunte con risultati particolarmente significativi. Ho avuto la fortuna di sviluppare un’ottima intesa con la Direttrice con l’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo, Clara Albani, cui auguro pronta guarigione da una temporanea indisposizione. Il lancio del Premio Sacharov è per noi un’occasione per sollevare dibattiti su temi scottanti, all’ordine del giorno dell’opinione pubblica europea e internazionale. Questi temi sono presentati con lo stile che ci ha caratterizzato finora, stimolando, come mi piace ripetere, sia il cervello destro che quello sinistro dei partecipanti ai nostri eventi. Anche quest’anno, infatti, abbiamo organizzato per la mattina di Lunedì 29 Ottobre prossimo una Tavola Rotonda col patrocinio dell’Università Sapienza (porterà i saluti del Rettore il Prorettore Prof. Antonello Biagini) per stimolare il dibattito e la riflessione su una materia, quella della libertà di espressione, che prende spunto da uno spettacolo teatrale “Infinito futuro” (ispirato dal famoso libro di George Orwell “1984”), che sarà messo in scena nella serata dello stesso 29 ottobre.”
Come vede il futuro più prossimo vista la nostra situazione socio-economico-politica?
“Credo che con l’aggettivo “nostra” si riferisse come nella precedente domanda al contesto italiano. In realtà è molto difficile svincolare la situazione socio-economico-politica del nostro paese dal contesto più ampio delle relazioni USA-UE e dagli esiti ancora incerti delle elezioni presidenziali americane, che noi interpretiamo alla luce del conflitto tra le due élites politico-economiche ispirate ai citati corrispondenti modelli di identità collettiva, quello statale-frontaliero e quello glocale-transfrontaliero. Il primo ha caratterizzato l’orizzontalità dei rapporti tra gli Stati, soprattutto in seguito alla Pace di Westfalia del 1648, che concludeva le guerre di religione che hanno lacerato il continente europeo per 30 anni, e ispira la componente della leadership internazionale che considera il confine statale come limite dell’identità nazionale del proprio paese. Il secondo modello, al contrario, ha caratterizzato la verticalità dei rapporti politici e istituzionali nel Medioevo, in cui tutte le comunità politiche occidentali erano subordinate gerarchicamente a strutture transfrontaliere per definizione: la Chiesa e l’Impero, i famosi “due soli”, per usare le parole di Dante Alighieri. Questa visione dicotomica della realtà influenza ancora oggi la politica italiana e internazionale, prevalendo in modo ciclico ora l’una ora l’altra delle due opposte élites (e le corrispondenti citate visioni). Chi comprende questo scontro, che sul piano economico può essere simboleggiato dalla competizione dell’economia “reale” della produzione di tipo prevalentemente mono-statale, e quella “virtuale” della finanza globale multinazionale, ha le “lenti magiche.”
Quella in cui viviamo è una società difficile. Tutti danno per scontato la libertà di cui godono ma non è così. Essa è il frutto di decenni di lotte e rivendicazioni e anche oggi che dovrebbe essere un diritto sacrosanto viene troppo spesso messa in dubbio tramite formule velate e subdole che si nascondono bene nel sottosuolo per poi creare profonde cicatrici in superficie. Il bavaglio di cui spesso si è parlato negli ultimi tempi è alle volte velato e fatto con astuzia, altre invece ci viene sbandierato davanti. A prescindere da ciò, non è importante il modo con cui tentano di limitare la nostra libertà di parola, è importante che questi tentativi si siano protratti fino ad oggi con grande intensità e che si preferisca far finta di niente.
E’ grazie a premi come il Sakharov che la libertà di parola viene esaltata e celebrata ed è sull’esempio di coloro che si battono e si impegnano per essa, e che per essa vengono premiati, che ognuno di noi, nel suo piccolo o nel suo grande, deve prendere coscienza dei propri diritti e rivendicarli da cittadino libero e onesto che chiede semplicemente quanto gli spetta di diritto