L’Unione degli Studenti, in seguito alla flash-mob dei giorni scorsi, ha programmato una mobilitazione nazionale in data 11 ottobre a Roma con lo slogan ”Non c’è più tempo” contro il decreto scuola 2013.
L’Unione degli studenti Universitari, seguirà l’iniziativa lanciata dagli studenti superiori, tutte forme diverse della stessa malattia, “la nostra è una battaglia comune’‘ contro il decreto scuola e a favore degli studenti dice il coordinatore dell’UDU Napoli Lorenzo Fattori.
Al fine di capirne di pù sul decreto scuola 2013 e ancor di più su quanto gli studenti chiedono nelle loro proteste contro il decreto scuola Carrozza, abbiamo sentito gli studenti Nike del Quercio dell’UdS e Lorenzo Fattori dell’UDU
Nike quali sono i punti cardine della protesta contro il decreto scuola 2013?
“Le richieste dell’Unione degli Studenti partono dal recentissimo decreto scuola 2013. Nonostante tanti buoni propositi del decreto scuola 2013 Carrozza, i finanziamenti individuati dal Governo sono totalmente insufficienti. 100 milioni di euro coprono a malapena un terzo degli aventi diritto alla borsa di studio universitaria, 8 milioni di euro sono poche briciole per finanziare un sistema decente di comodato d’uso per i libri di testo, vogliamo uno Statuto degli Studenti in Stage che ci tuteli durante l’alternanza scuola-lavoro, vogliamo un piano straordinario di 15 milioni di euro per mettere in sicurezza le scuole, vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio.”
Gli studenti non mancano di ricordare il progetto ideologico che sottende le richieste fatte:
“La scuola vive in un processo di privatizzazione e mercificazione che considera i saperi semplicemente come strumenti di profitto all’ interno del mercato capitalista e neo-liberista”. Evidente è “l’incapacità dei Governi a considerare la scuola e la formazione come risorse su cui basare una prospettiva di uguaglianza e giustizia sociale, nonché misura in cui costruire una società di diritti e non di compromessi e barbarie”.
Gli interventi in ambito di studi superiori e universitari sul decreto scuola 2013
“La protesta ha come punti focali :
- Maggiori fondi per il sistema scolastico
- Una legge quadro sul diritto allo studio
- Più garanzie per gli studenti che effettuano i percorsi di alternanza scuola-lavoro
- Un fondo straordinario di 15 milioni per l’edilizia scolastica
Abbiamo stilato un documento che specializza tali massime in 15 richieste. Scaricabile in pdf dal web. I primi 10 punti riguardano i finanziamenti pubblici all’Istruzione ed includono il problema dell’edilizia pubblica per cui i 13 milioni stanziati sono uno sforzo misero del Ministero,la contribuzione “volontaria” al costo dei libri, l’assenza di fondi per le borse di studio ai costi sempre più alti dei canali informali di apprendimento (cinema, teatro, cd, dvd). Una scuola sempre più costosa ed escludente. Siamo infatti una generazione che vive il dramma di poter studiare e formarsi solo grazie alle risorse familiari, costretti a scelte di vita obbligate e non libere. Bisogna ripensare il modello di welfare slegandolo dall’ impianto familistico e creare o pensare per ora a misure universalistiche che creino per tutte e tutti uguali condizioni partenza.”
Nel Pratico quali difficoltà ha lo studente medio?
”Si pensi che il liceo che frequento ha un laboratorio di fisica costantemente allagato in cui la maggior parte degli strumenti è danneggiato o inutilizzabili a fini scientifici. Si richiede un progetto finanziario che renda gli studenti uguali senza distinzioni di etnia, cultura ed estrazione sociale. Non si può dare per scontata la possibilità che lo studente ha di studiare in casa e neanche il possesso di un computer.”
“Proprio per questo sono necessarie borse di studio e agevolazione per gli studenti. Uno studente con reddito familiare inferiore ai 12000 euro annui non può supportare le spese di 5 anni di scuola e per rendere la scuola obbligatoria fino al quinto anno di studi superiori è necessario garantire agli studenti finanziariamente e psicologicamente un supporto valido per tutto il quinquennio. Inoltre la presenza nelle nostre scuole di classi multietniche dovrebbe essere lo spunto per creare programmi alternativi e svecchiare una cultura che risale a programmi vecchi di 30 anni. Questo è il primo passo verso l’integrazione degli studenti e la loro possibilità di chiudere il ciclo di studi senza difficoltà e con le basi per l’accesso universitario reso indispensabile dal progetto europeista di lavoro a cui l’Italia ha aderito.”
Quindi nella prima parte del documento gli studenti dell’ UdS cosa richiedono?
”Portare la percentuale di investimenti in PIL sull’ Istruzione dal 4,4% al 6,5%.Portare la percentuale di investimenti in PIL su Ricerca e Sviluppo dall’1,26% al 3%. Modifica della legge 62/2000 negli articoli 3, 12,13,14,15,16,17, ossia le parti che garantiscono i finanziamenti pubblici alle scuole paritarie private. Aumento dei fondi destinati alla legge 440/97 destinati allo sviluppo dell’autonomia scolastica e al miglioramento dell’offerta formativa. Una legge Nazionale sul diritto allo Studio che imponga alle Regioni : borse di studio, reddito di formazione, fondi per la progettualità studentesca, misure per l’integrazione, tutela delle minoranze linguistiche, misure per abbattere il digital divide, percorsi di orientamento e rimotivazione scolastica, misure per tutelare la formazione permanente. ”
Per quanto riguarda gli ultimi punti del vostro programma come sono legati al progetto ideologico che vi spinge alla protesta?
”L’abolizione del voto di condotta così come del limite delle 50 assenze rientrano in un progetto di riacquisizione degli spazi. Bisogna tener conto delle condizioni extra-scolastiche dello studente per il numero di assenze. Bisogna inoltre comprendere la plasmabilità da parte dell’insegnante del voto di condotta che diviene un mezzo per incasellare lo studente dato che non corrisponde ad alcuna scala di valori universalmente riconosciuta e diviene uno strumento che dipende dalla predisposizione dell’insegnante.”
Il discorso sulla privatizzazione delle scuole non è stato palesato nel Manifesto del ”non c’è più tempo” come potresti riassumerlo?
”Lo smantellamento dell’istruzione pubblica a causa dell’austerità di questi 10 anni ha visto da un lato il tentativo di privatizzazione delle scuole sia con l’ingresso dei privati nei luoghi decisionali degli istituti sia con il ”contributo volontario” delle famiglie agli istituti. In realtà tale contributo non è volontario ma obbligato e non riguarda solo le spese dello studente ma anche quelle ordinarie della struttura. Non solo si sono registrati numerosi casi di obbligo di pagamento, ma la somma della contribuzione è diventata sempre più ingente. Il contributo studentesco è ormai un’ entrata necessaria nel bilancio della scuola-azienda”
Lorenzo Fattori, puoi spiegarci i motivi della protesta contro il decreto scuola 2013 Carrozza, e l’adesione anche da parte degli studenti universitari alla protesta?
“L’appello lanciato dagli studenti superiori di tutta Italia non poteva non essere raccolta dagli universitari, non solo per la nostra precedente esperienza nei licei e negli istituti ma per l’evidente comunità d’intenti. Gli studenti come noi universitari si trovano di fronte ad un sistema da cambiare in toto. L’istruzione così come è stata concepita dai precedenti decreti Profumo, Gelmini e dall’attuale non corrisponde alla nostra idea di Formazione e Cultura. Premesso questo, ci sembra necessario partecipare ad una protesta che muova da problemi concreti come quello delle strutture e dei finanziamenti, essendo le richieste degli studenti la base di un cambiamento che ingloba anche l’Università.”
Quali sono, nello specifico, gli obiettivi per i quali gli studenti scenderanno in piazza a Roma?
“I punti delle richieste imprescindibili degli studenti sono:
- maggiori fondi per il sistema scolastico
- una legge quadro sul diritto allo studio
- più garanzie per gli studenti che effettuano i percorsi di alternanza scuola-lavoro
- un fondo straordinario di 15 milioni per l’edilizia scolastica
“Gli studenti chiedono lo stanziamento di un fondo di 15 milioni di euro per l’edilizia scolastica. Non mi dilungherò sulle condizioni delle strutture della periferia nord della città di Napoli che è la realtà geografica e sociale che per forza di cose conosco meglio. Basti dire che le condizioni di fatiscenza delle strutture sono oggetto di decennali proteste da parte degli studenti che richiedono da tempo la pubblicazione di un’anagrafe delle strutture scolastiche. Progetto rimandato continuamente, che permetterebbe di conoscere il numero elevato delle strutture non a norma sul territorio nazionale. […] non che il progetto a base regionale sia iniziato, ovviamente.”
Sono quindi comuni le richieste di universitari e studenti circa il decreto scuola 2013 e la protesta?
“I nostri colleghi sono alle prese con difficoltà sempre maggiori, l’istruzione è davvero un privilegio e non più un diritto. I problemi degli studenti superiori sono solo forme diverse dello stesso problema. Si pensi solo al fenomeno crescente dei ”vincitori non assegnatari ” delle borse di studio, data la mancanza di copertura finanziaria o al costo dei trasporti, tra l’altro quasi sempre non disponibili. O della mancanza di una mensa interna alle strutture universitarie ed ancora del numero irrisorio di case dello studente e dati gli avvenimenti degli ultimi anni anche delle loro condizioni strutturali.”
“E’ evidente poi che per gli universitari sia centrale il problema non solo dell’accesso allo studio ma anche quello dell’accesso al lavoro. Nonostante non sia uno dei punti focali della protesta, la questione del precariato, o meglio della precarietà come ormai la definiano noi studenti, è per noi altrettanto centrale.”
Avete Progetti concreti per il problema del precariato?
“Sicuramente non riassumibili in un’ intervista e senza documenti alla mano […], il progetto ideato gdagli universitari si fonda sul ” ruolo unico” con classe di anzianità e merito. Insomma è ormai impossibile essere conniventi di un sistema in cui ricercatori ed dottorandi devono lottare per borse e assegnazioni limitati nel tempo e ai quali vengono aggiunte centinaia di ore di lavoro non pagato e non previsto dai contratti. E’ irrispettoso il vecchio decreto Profumo sui bandi di dottorato ed è per noi penoso prevedere il nostro futuro attraverso la stanchezza di studenti poco più maturi e altrettanto insoddisfatti. ”
Per quanto riguarda i programmi scolastici cosa ne pensano gli universitari dati i loro percorsi di studi precedenti ?
“Nonostante non ci tocchi da vicino, data la variabilità dei programmi universitari, ci sembra doveroso uno svecchiamento dei programmi degli istituti superiori ancora ancorati alla Riforma Gentile. Non sarebbe costruttivo accogliere l’idea di un tipo di cultura differente e più completo? ”