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La replica dei Rettori delle Università definite di serie A o B

Redazione Controcampus 16 Settembre 2013
R. C.
12/11/2024

Alle dichiarazioni di Chiodi "Chiudere le Università.

..” in esclusiva per Controcampus la replica dei Rettori delle Università accusate.

“Crederò che il governo sia impegnato a ridurre le spese (per ridurre le tasse) quando Letta e Saccomanni si recheranno a Bari, Messina o Urbino per spiegare che chiudere le Università (in fondo alla classifica dell’Anvur) è nell’interesse dei loro figli.

E’ così che, duramente Francesco Giavazzi e il Governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi infieriscono contro le Università di Bari Bari, Messina e Urbino, ritenute, fanalino di coda nel rapporto Anvur 2013.

Decisa la replica dei Rettori delle Università minacciate di chiusura, cui abbiamo chiesto di commentare la proposta shock avanzata dal Presidente Chiodi.

Le repliche di rettori chiamati in causa dal Governatore dell’Abruzzo: Petrocelli, Rettore dell’Università “Aldo Moro” di Bari, Pietro Navarra, Rettore dell’Università di Messina, Stefano Pivato, Rettore dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Rettore, il Governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi propone di chiudere le università “meno virtuose” ree di creare un grave intralcio alla spesa pubblica nazionale oltre che un limite oggettivo all’avanzamento qualitativo dell’Università italiana in generale. Cosa significa porre la questione della qualità e del finanziamento nelle Università Italiane e come commenta la posizione della sua università nella classifica Anvur? Qual è la sua opinione sull’Anvur?

La replica dei Rettori delle Università definite di serie A o B: il rettore Petrocelli

Petrocelli, Rettore dell’Università “Aldo Moro” di Bari  – “Chiudere la nostra Università? Mi sembra a dir poco una visione strumentale nel momento delle iscrizioni. Esiste da tempo l’dea che bisogna privilegiare alcune Università a scapito di altre. I dati diffusi dall’Anvur non sono stati elaborati per stilare una classifica ma per mettere un accento sui punti di forza e su quelli che evidenziano le debolezze. Nell’ambito della valutazione fatta da esperti internazionali la nostra Università ha un piazzamento lusinghiero e annovera studiosi di primo ordine che hanno riconoscimenti a livello internazionale e, a volte, sono anche alla guida di prestigiosi punti di riferimento scientifici.”

Quindi  io invito il presidente della Regione Abruzzo ad analizzare la qualità dei nostri docenti e dei giovani laureati, nella convinzione che occorrerebbe comunque evitare polemiche di questo tipo. Attenzione a leggere i dati – avverte il rettore Corrado Petrocelli – vanno analizzati area per area. Ci sono settori ottimi, ma a macchia di leopardo. Alcuni grandi atenei, come il nostro, sono stati penalizzati dal fatto che molti docenti sono andati in pensione e abbiamo avuto difficoltà a recuperare i loro prodotti di ricerca, ricordiamoci che è una valutazione che prende in considerazione sette anni a partire dal 2004. Quella valutazione è stata fatta per misurare le eccellenze e i punti deboli. Ci sono state altre letture differenti da quella fatta de Francesco Giavazzi e condivisa dal presidente dell’Abruzzo, letture che hanno restituito l’ateneo di Bari alla sua vera posizione. Il punto è che qualcuno vorrebbe poche università in cui siano tutti bravi: docenti e studenti. Vorrebbe università di serie A e di serie B. Tra le prime 800 Università al mondo ci sono 26 atenei italiani (su 84) e c’è anche Bari. Però per l’ANVUR non è così: forse la differenza sta nel fatto che all’estero non guardano all’esigenza tutta nostrana di favorire alcune università soprattutto in vista delle immatricolazioni. Le classifiche non hanno senso. La Vqr serviva solo a identificare la presenza di eccellenze o lacune nei vari settori. Ma da noi non demorde il disegno di puntare su pochi atenei per farli diventare di eccellenza, nella convinzione che ciò possa accadere solo mandando in malora le altre università. Nessuna fiducia, non solo per come è stata concepita e praticata la valutazione, ma soprattutto per come è stata comunicata, pubblicizzando dati che poi non hanno trovato nessuna conferma in quelli definitivi pubblicati in seguito, in alcuni casi del tutto difformi, come è ben stato rilevato in numerosi interventi a cominciare da quelli, del tutto puntuali e fondati, di Roars. In ogni caso era noto (tranne ad alcuni componenti dell’Anvur?) che l’indagine doveva servire solo a mettere in evidenza le eccellenze e le lacune. Ne è venuto fuori il paradosso che mentre le realtà che si attestavano su una linea di sufficienza anche risicata apparivano virtuose, quelle che vantavano eccellenze anche significative, ma anche sacche di improduttività, sembravano soccombere. Ma, al di là del giochino dei segni più e meno, la presenza di elementi negativi non cancella l’esistenza di eccellenze anche rilevanti e chi le vanta sta comunque su un gradino superiore rispetto a chi non le può annoverare.”

La replica dei Rettori delle Università definite di serie A o B: Navarra

Pietro Navarra, Rettore dell’Università di Messina “È del tutto fuori luogo il commento del Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, il quale, tra l’altro, riprendeva un articolo apparso sul ‘Corriere della Sera’. Se da un lato appaiono inadeguate talune valutazioni espresse su realtà distanti dal suo ruolo istituzionale, dall’altro sarebbe più corretto che egli, in tema di sprechi, si domandasse se nell’interesse nazionale non fosse più opportuno accorpare talune Regioni, come l’Abruzzo, che producono meno della metà della ricchezza prodotta in media nelle 20 Regioni italiane.”

“I legittimi tormenti del Presidente Chiodi su come ridurre le inefficienze del settore pubblico italiano apparirebbero più credibili se, piuttosto che guardare in casa d’altri, egli si facesse portatore di un progetto di riassetto istituzionale con l’obiettivo di ridurre il numero delle Regioni tenendo conto della loro capacità di produrre ricchezza. Ricordiamo al Presidente Chiodi che le Regioni hanno rappresentato, sin dalla loro costituzione, la principale fonte di crescita della spesa pubblica nel nostro Paese. Non dimentichiamo, poi, che il Presidente Chiodi si rifà a delle tesi esposte sul ‘Corriere’ dal prof. Francesco  Giavazzi, già di per sé contraddittorie (commentava l’autore di  un articolo apparso su roars.it) . Innanzitutto perché non vengono valutate fino in fondo  le conseguenze a cui va incontro chi ripone troppa fiducia nelle classifiche dell’ANVUR,. Continuando così, infatti, bisognerebbe chiedere  la chiusura di importanti corsi del Politecnico di Milano (dove Giavazzi è laureato). Basta citare due esempi: nell’Area 8b  (Architettura) l’Università di Messina è 12ª su 39 atenei (22,73% di valutazioni eccellenti), mentre il Politecnico di Milano risulta essere 13° (8,88% di valutazioni eccellenti); nell’Area 9 (Ingegneria Industriale e dell’Informazione) Messina è 10ª su 56 atenei (64% di valutazioni eccellenti), il Politecnico di Milano è 16° (61,54% di valutazioni eccellenti)”. La posizione di Messina (che l’Ultimo Rapporto Anvur colloca sul fondo della classifica) deriva dalla somma delle performance ottenute da diverse competenze in vari settori disciplinari, ma è anche il frutto, se si guarda nel dettaglio, di picchi di eccellenza e posizioni di grande difficoltà. Messina ha picchi di eccellenza e faremo in modo che questi meriti vengano messi in luce e diano l’esempio. Come? Riconoscendo il merito e premiandolo. Il problema di questo sistema di valutazione è che da un lato il Ministero premia i bravi e punisce i cattivi, ma non dà nessuno strumento interno agli Atenei per premiare i bravi e punire i cattivi. Mi auguro che con un ruolo attivo alla Crui (Conferenza Rettori Università Italiane), si possa proporre al Governo una legge che possa permettere alle Università  di premiare al proprio interno i buoni e punire i cattivi. Solo così si potrà migliorare il sistema  e solo così la valutazione a livello nazionale può rendere più dinamico il sistema universitario. Diversamente, questa fotografia rimarrà nel tempo perché nessuna Università che al momento si trova in basso ha possibilità di mobilità, perché il sistema complessivo delle norme che regolano il pubblico impiego presso gli Atenei rende impossibile la reazione all’interno da parte dei Rettori per promuovere il merito e penalizzare coloro che non hanno intenzione di lavorare.”

La replica dei Rettori delle Università definite di serie A o B: Pivato

Stefano Pivato, Rettore dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – Sarebbe meglio che i politici si occupassero di ciò che sanno, ammesso che sappiano qualcosa. In un quadro di crisi gravissima dell’intero sistema universitario, Urbino c’è. Anzi, ha superato il periodo di incertezze e difficoltà che ha caratterizzato il decennio trascorso. C’è nella arrestata emorragia che durava da anni degli studenti e nella capacità di attirare studenti da altre regioni: secondo i dati ufficiali forniti dal Miur Urbino è al terzo posto in Italia (preceduta da Ferrara e Siena) come percentuale di studenti provenienti da fuori Regione. C’è negli equilibri di bilancio dimostrati nei consuntivi degli ultimi anni.”

“C’è nella contrazione del disavanzo cumulato che è passato da oltre 50  milioni a +  0.6 milioni. C’è anche nei dati Anvur che collocano Urbino al primo posto, nelle stesse classifiche, proprio nel settore economico-matematico nel quale la Bocconi è all’ottavo posto. Insomma Urbino c’è in tutta una serie di elementi che fanno considerare la nostra Università come un “caso di studio” esemplare in Italia.”

in collaborazione con Matteo Napoli

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto