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Le previsioni meteorologiche: sicurezza o incertezza? stato dell’arte e prospettive future

R. C.
26/12/2024

Negli ultimi anni le previsioni meteorologiche sono notevolmente migliorate.

Satelliti, radar, stazioni di misura al suolo e calcolatori sempre più poNegli ultimi anni le previsioni meteorologiche sono notevolmente migliorate. Satelliti, radar, stazioni di misura al suolo e calcolatori sempre più potenti permettono al previsore di conoscere il tempo in atto e la probabile evoluzione futura con un dettaglio inimmaginabile anche pochi anni fa. Molte persone tuttavia continuano a considerare le previsioni meteo alla stregua dell’oroscopo in quanto le trovano troppo frequentemente errate. Nei decenni scorsi i meteorologi di tutto il mondo si sono sforzati di sbagliare il meno possibile ma tale obiettivo sembra ancora lontano dall’essere raggiunto. Ciò dipende dall’estrema complessità dell’atmosfera e se da un lato l’evoluzione tecnologica ha fatto passi da gigante, dall’altro si è capito che in certi periodi il tempo è molto difficile da prevedere. Attualmente ci sono due filoni principali di ricerca: il primo che continua a cercare di migliorare il dettaglio e la precisione dei modelli fisico matematici utilizzati per prevedere il tempo, il secondo che cerca di quantificare l’incertezza della previsione. Dal punto di vista scientifico i migliori risultati si sono ottenuti proprio da quest’ultimo e nuovo filone ma la maggioranza degli utenti ha finora beneficiato solamente dei miglioramenti del primo.
Purtroppo gli utenti delle previsioni non sembrano apprezzare molto questi sviluppi e le previsioni meteo continuano a venire diffuse con la solita formula deterministica (domani non pioverà) anche se a volte i bollettini meteo sono farciti di una serie di aggettivi come variabile, occasionale, locale, temporaneo etc che rendono la previsione categorica nella forma ma molto incerta nella sostanza. Non è raro trovare sulla grafica dei bollettini il simbolo sole/nuvola/pioggia che l’utente spesso interpreta come indice di incertezza. Ma non è sempre così: infatti tale simbolo può essere utilizzato per previsioni altamente affidabili in cui si prevede bello al mattino e piovoso al pomeriggio o viceversa.
Ma quando una previsione è affidabile e quando no? Molto dipende dalla situazione meteo in atto al momento dell’emissione della previsione.
Supponiamo che un solido campo di alta pressione interessi tutta l’Europa e il Nordatlantico e che tutti i modelli matematici siano concordi nel prevedere che tale situazione resterà praticamente immutata nei prossimi 3-5 giorni. In tal caso la previsione di condizioni di stabilità sulle Alpi per i 5-7 giorni successivi sarà molto affidabile. (La previsione può essere allungata di due tre giorni in quanto per rimuovere un campo di alta pressione del tipo descritto sono necessari alcuni giorni).
Supponiamo invece di trovarci in una situazione nella quale i modelli matematici siano molto in disaccordo tra loro: ciò capita spesso quando una perturbazione atlantica si affaccia sul Mediterraneo. In tali casi la previsione sarà meno affidabile per il giorno seguente di quanto lo sia la previsione del caso precedente per il quinto giorno.
La realtà è che anche oggi, con tutti i sofisticati strumenti sviluppati, quando ad esempio una perturbazione atlantica entra nel Mediterraneo, non siamo in grado di prevedere con sufficiente precisione la sua evoluzione e traiettoria. Se la perturbazione è sufficientemente “grande” si potrà prevedere la prevalenza di nuvole e piogge ma sarà impossibile prevedere con precisione la localizzazione delle precipitazioni più intense con anticipi superiori a 24 – 36 ore.
Cercare di quantificare tale incertezza è stato quindi l’obiettivo di molti ricercatori tanto che da una quindicina d’anni, accanto alle previsioni deterministiche, sono disponibili le previsioni probabilistiche. La strategia è quella di elaborare una cinquantina di previsioni partendo dallo stato iniziale leggermente modificato. Può capitare che le cinquanta previsioni siano molto simili tra loro anche dopo 5 – 7 giorni ma a volte capita che le cinquanta previsioni differiscano sensibilmente già il giorno seguente mostrando nei casi più sfortunati cinquanta scenari diversi. In tali situazioni l’errore nella previsione è ovviamente notevole ma si possono comunque estrarre informazioni che possono essere utili almeno ad alcune tipologie di utenti.
Ad esempio può accadere che nessuna delle 50 previsioni indichi un calo delle temperature sotto lo zero o la presenza di forti venti. Può accadere anche che 25 delle cinquanta previsioni indichino l’assenza di precipitazione mentre le altre 25 prevedano pioggia. Di queste ultime può essere che nessuna o solo alcune indichino precipitazioni abbondanti. E’ molto difficile riassumere in un bollettino tutte queste informazioni tuttavia alcuni centri meteorologici stanno procedendo in questa direzione: ad esempio meteotrentino elabora un bollettino probabilistico per la previsione degli eventi intensi, il centro meteo friulano fornisce un indice di attendibilità della previsione ed i centri meteorologici veneti forniscono la probabilità di precipitazioni e temporali.
I bollettini meteo futuri potranno assumere forme molto diverse da quelle a cui siamo oggi abituati. Il tempo previsto domani potrebbe essere così: al 70% sereno o poco nuvoloso, al 20% nuvoloso, al 10% molto nuvoloso con precipitazioni.
Le previsioni probabilistiche sono anche alla base delle previsioni mensili e stagionali ma mentre le previsioni stagionali raggiungono risultati ancora deludenti sull’Europa, le previsioni mensili sono operative dallo scorso ottobre dando risultati positivi fino a tre settimane. Tali previsioni vengono elaborate una volta in settimana e forniscono la probabilità che ciascuna delle quattro settimane seguenti sia più o meno calda o più o meno piovosa della media. L’affidabilità di tali previsioni è maggiore per le prime due settimane mentre per la terza e la quarta è di poco migliore della previsione climatica.
Purtroppo prendere decisioni con previsioni probabilistiche anziché deterministiche è un po’ più laborioso anche se, alla lunga, molto più redditizio. La cosa fondamentale è conoscere il rapporto tra il costo delle attività di prevenzione ed il costo del danno. La conoscenza di tale rapporto è indispensabile per decidere. Supponiamo di essere invitati a trascorrere un fine settimana all’estero. Dobbiamo decidere se lasciare acceso il riscaldamento con un costo di 20€ oppure di spegnerlo rischiando che le tubazioni gelino. Se però la temperatura scenderà sotto lo zero con conseguente danno all’impianto le riparazioni ci costeranno 1000€. Il rapporto prevenzione/danno è quindi del 2%. Ne segue che se le previsioni daranno una probabilità maggiore del 2% che la temperatura scenda sotto lo zero converrà lasciare acceso il riscaldamento mentre in caso contrario converrà spegnerlo.
La quantificazione dell’incertezza della previsione meteorologica è uno dei maggiori progressi della meteorologia degli ultimi anni ma la scarsa cultura meteorologica e statistica degli utenti non permette alla maggioranza di apprezzare questo progresso per cui i previsori sono ancora “costretti” ad elaborare previsioni categoriche ed a mettere il simbolo sole/nuvola/pioggia sia nei casi dubbi che in quelli certi come quando si prevede bello al mattino e pioggia al pomeriggio.
Un altro importante problema è quello della comunicazione. Spesso l’idea del tempo futuro che si forma nella testa del previsore è ben diversa da quella che si forma nella testa dell’utente. “Deboli precipitazioni isolate” che per il previsore significa bassissima probabilità, per alcuni può essere interpretato come quasi certezza di pioggia.
Solo nel momento in cui l’utenza chiederà ai previsori meteo la probabilità di pioggia o la probabilità di temperature basse i progressi che si sono raggiunti oggi nella meteorologia avranno un risultato tangibile e solo in quel momento il previsore non sarà considerato un santone ma un professionista che può aiutarci a prendere decisioni migliori. Intanto ai previsori non resta altro mezzo che un utilizzo equilibrato di aggettivi come sparso, variabile, occasionale etc. per comunicare l’incertezza all’utente: una specie di linguaggio cifrato che così non sarebbe se le previsioni fossero formulate utilizzando i numeri della probabilità.
Andrea Piazza

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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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