Bando al romanticismo, questa storia a lieto fine viene da un annale di medicina. Hannah Clark, 12 anni, inglese, è entrata nella storia per avere convissuto 10 anni con due cuori: il suo, più quello di un donatore.
Un trapianto eterotopico reso necessario impiantatole da una grave cardiomiopatia. Lo scorso Novembre però Hannah ha una crisi. Si chiama rigetto. Cominciano le terapie, ma sono sfiancanti.
A Febbraio i medici del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra optano per l’impossibile, per il mai tentato: far ripartire il suo vecchio cuore. L’operazione è durata solo 4 ore, circa metà del tempo previsto. Il cuore del donatore è stato rimosso: quello originale, dopo aver riposato così a lungo, è tornato in grado di funzionare.
Oggi la prognosi è sciolta, le terapie sono un ricordo, e persino il tumore al sistema linfatico sembra passato. Come è possibile? Probabilmente grazie a meccanismi di autorigenerazione del muscolo cardiaco, ancora in gran parte da studiare, gli stessi per i quali si pensa all’impianto di cellule staminali nel cuore. Il viso pulito, segnato dalle occhiaie, Hannah ha fatto il giro dei quotidiani di tutto il mondo.
“Si gode la vita e spera di tornare a scuola dopo Pasqua”, racconta la mamma. Se ne sentono di storie sui bambini, ultimamente. E’ raro trovare un lieto fine. Questa storia però abbonda di speranza: laddove spesso gli uomini uccidono altri uomini, stavolta la scienza ha salvato una vita. Due volte.