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Joga bonito: gioca bene, senza fallire, dando spettacolo

Antonietta Amato 12 Luglio 2006
A. A.
22/11/2024

L’espressione portoghese Joga bonito, letteralmente, significa gioca bene, traducendo: gioca bene, senza fallire, dando spettacolo, facendo del calcio un’arte.

Già il portoghese, la lingua della selecao; l’unica nazionale ‘pentacampeao’, per ben cinque volte, cioè, campione del mondo; l’unica in cui autentici fenomeni del calcio come Ronaldo, Ronaldinho, Roberto Carlos, possono perdere, da un giorno all’altro, il posto da titolare, per l’improvviso arrivo di qualche giovane connazionale ancora più fenomeno di loro. E’ il caso di Robinho, ad esempio, che quando, nel campionato mondiale in corso, entra a sostituire Ronaldo, non lo fa certo rimpiangere. Tutt’altro! Potrei spendere un fiume di parole, soprattutto di pomposi aggettivi, nel descrivere le magie dei giocatori citati, tuttavia consiglio ai lettori di andare sul sito www.metacafe.com e digitare sul relativo motore di ricerca i loro nomi. Le immagini saranno molto più esplicite e molto più efficaci di qualsiasi descrizione.

La Selecao, anche quest’anno, non ha tradito le attese. Ha vinto a punteggio pieno il proprio girone di qualificazione agli ottavi di finale. Tre vittorie su tre partite giocate; sette gol fatti, uno solo subito. Quest’ultimo, peraltro, nel corso della partita disputata contro il Giappone, largamente vinta dai verde-oro per 4-1.

Tuttavia, una squadra, la Spagna, ha fatto ancor meglio. Otto reti totali realizzate, una in più del Brasile; un solo gol subito, esattamente come i sudamericani; un gioco ancora più divertente e spumeggiante rispetto a quello espresso, fin’ora, dalla Selecao. Soprattutto ha mostrato giocatori, come Torres, realmente straordinari; quel tipo di giocatori, per capirci, che addomesticano anche le palle che cadono, come meteoriti, dalla luna; o quelli che sono capaci di palleggiare con una pallina da tennis, come se tra i piedi avessero un pallone. Joga bonito, almeno per il momento, parla anche castigliano ( habla castellano también ) oltre che portoghese.

D’altronde sono lingue talmente simili che quasi sembra una curiosa coincidenza del destino: il portoghese, infatti, sembra che derivi da un dialetto del castigliano: il galiziano ( gallego ), per l’appunto, lingua parlata in Galizia, regione a nord est della Spagna e confinante col Portogallo.
Intanto anche l’Italia, seppur a fatica, passa il turno. Non ‘joga bonito’, ma la fortuna è dalla sua parte. Fino alle semifinali, sempre che ci arrivi, incontrerà avversari, almeno sulla carta, davvero non proibitivi, come l’Australia negli ottavi di finali. Napoleone diceva di preferire un generale fortunato ad uno bravo. Ma si riferiva a guerre e battaglie. Il calcio, invece, per fortuna, è un gioco; e chi lo ama, come il sottoscritto, non può che preferire ‘joga bonito’.

© Riproduzione Riservata
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Antonietta Amato Studentessa alla facoltà di Economia, è entrata nel mondo del giornalismo giovanissima. Ha partecipato in qualità di direttrice ad un progetto che prevedeva la diffusione locale di un giornale prodotto completamente da ragazzi, i cui proventi sono stati devoluti interamente all’Unicef . Animata anche dalla passione per la scrittura, si è diplomata con una buona media al liceo classico, si è iscritta alla facoltà di economia e gestisce un’attività commerciale, ma continua a coltivare il sogno di poter lavorare un giorno in un’azienda che faccia dell’informazione apartitica la sua capacità distintiva. Il suo compito a Controcampus prevede la risoluzione di tutte le questioni relative alla organizzazione amministrativa, gestione utenze presso la testata: sarà ben disponibile a dare ai nostri collaboratori tutte le relative informazioni. Leggi tutto