D’ora in poi verranno effettuati controlli più approfonditi sui redditi degli studenti, al fine di individuare chi dichiara dati non veritieri, a danno di chi è in difficoltà economica o semplicemente a danno delle finanze dell’ateneo stesso.
Con questo protocollo si cercherà di evitare che i finti poveri paghino rette più basse del dovuto o avanzino in graduatoria con maggiore facilità.
Per Giuseppe Zaccaria, rettore dell’Università che con la Guardia di Finanza aveva già stipulato un accordo per combattere gli affitti in nero, è un ulteriore passo avanti verso maggiori “politiche di equità”.
L’accordo con la Guardia di Finanza è un modo per “preservare le famiglie più deboli in ottemperanza al diritto di studio sancito dalla nostra Costituzione” aggiunge Zaccaria. E continua: “Grazie a questo protocollo potremo intensificare controlli mirati, avendo a disposizione un patrimonio informativo della Guardia di Finanza che andrà incrociato con le nostre banche dati”.
Ivano Maccani, comandante della Guardia di Finanza di Padova, sottolinea che l’accordo è “un patto anti-evasione dove vengono unite le forze e le professionalità per combattere la cultura dell’illegalità”.
Ma come si agirà effettivamente? La risposta arriva da Maccani: “(…) Innanzitutto smascherando gli studenti disonesti che dichiarano il falso a scapito dei colleghi onesti e ai danni delle casse dell’ateneo. I controlli saranno mirati e verranno incentrati sulla verifica di posizioni individuate attraverso l’incrocio di banche dati. Gli studenti selezionati verranno sottoposti a controlli in termini di reddito e di patrimonio, riconducibili a loro ma anche ai nuclei familiari. Chi verrà pizzicato non solo dovrà restituire quanto indebitamente introitato, ma se sussistono i presupposti, verrà segnalato per i profili di carattere penale anche all’autorità giudiziaria”.
Attenzione, quindi: gli evasori hanno le ore contate!
Sebastiano Liguori