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Pisa blocca la didattica

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03/11/2024

A giorni dovrebbe essere discusso in Parlamento il disegno di legge sulla “riforma dell’università”.

I Consigli di Facoltà di Scienze, Ingegneria e Veterinaria dell’ateneo pisano hanno deciso, nella giornata di ieri, in risposta al DdL Gelmini, di bloccare la didattica per il prossimo anno accademico.

La ventata di protesta era partita lo scorso 3 giugno, quando i ricercatori, riuniti in assemblea, avevano minacciato l’indisponibilità a ricoprire incarichi didattici. In pochissimo tempo si è palesato il sostegno di presidi, professori associati ed è iniziata a circolare seriamente la possibilità di una sospensione della programmazione didattica.

Nel Consiglio di Facoltà di Scienze, il tutto si è concretizzato in un documento, approvato con due sole astensioni, nel quale si mettono a rischio le stesse immatricolazioni per il prossimo anno. Uno dei motivi di forte dissenso è la “riduzione continua delle risorse economiche, che impedisce il buon funzionamento dell’Università aggravando la situazione di già pesante sofferenza e a maggior ragione rende impossibile lo sviluppo di una riforma seria ed efficace”. Ma a far discutere è anche il ruolo marginale che la riforma Gelmini assegna al ricercatore a tempo indeterminato che, invece, è ha un compito fondamentale, non solo in merito alla ricerca ma anche in merito all’offerta didattica di qualità che l’Università ha il dovere di offrire ai suoi studenti.

I Consigli di Facoltà di Ingegneria e di Veterinaria si pongono sulla stessa linea: fuori da ogni logica è stata giudicata la messa ad esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato, con la previsione dei ricercatori a tempo determinato 3+3, senza nessuna garanzia di future assunzioni. Si è anche polemizzato sulla verticalizzazione della governance degli atenei, con una riduzione di poteri del senato accademico, unico organo di cui sarà prevista una composizione elettiva, a favore del rettore e del consiglio d’amministrazione (come trasformare l’università in un’azienda!).

Considerata la gravità della situazione, i Consigli di Facoltà hanno chiesto una seduta straordinaria del Senato Accademico con lo scopo di discutere sul disegno di legge e sulle sue implicazioni sull’attuale situazione di profondo disagio dell’Ateneo.

In attesa di futuri sviluppi non si può non prendere atto che, senza l’apporto dei ricercatori e dei professori associati, la programmazione didattica prevista per l’anno accademico 2010/2011 è insostenibile. Il Ministro della Pubblica Istruzione dovrebbe iniziare a prendere in considerazione il ruolo fondamentale che il ricercatore ha nel sistema Universitario italiano e il ruolo fondamentale che la Ricerca ha nello sviluppo economico e sociale di un Paese.

Marianna Brescia

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