Sepolcro 1 di Roma è stato presentato il nuovo libro “Le origini della guerra civile. L’Italia dalla Grande Guerra al fascismo, 1918-1921” (Utet Libreria 2009) di Fabio Fabbri, professore ordinario di Storia contemporanea all’Universitaà di Roma Tre,docente presso l’ Universita’ di Roma “La Sapienza” e presso l’Università di Salerno e autore di numerosi saggi storici sul socialismo italiano e sul fascismo.
Il libro ripercorre l’avvento del fascismo, dal periodo dell’armistizio fino al “primo atto della guerra civile” rivendicato dallo stesso Mussolini:l’incendio del quotidiano socialista.
Fabbri ci descrive il clima di stato d’assedio dell’estate del 1919 in cui versava l’Italia, mettendo in evidenza il ferreo controllo che adottava il governo Nitti nei confronti dei movimenti agrari e delle manifestazione del Primo Maggio del 1920 e ci immerge nel clima della “grande paura” dell’occupazione delle fabbriche.
“Nel 1921 – annotò A. Gramsci – centinaia e centinaia di morti, migliaia di feriti, decine di migliaia di bastonati si aggiungono a quelli del 1920. Essi, per la stampa borghese, sono cancellati dalla storia e dalla memoria”.
L’autore descrive i due anni successivi all’armistizio e svela le radici della repressione prima ancora che la violenza squadrista prendesse piede. L’evento determinante all’avvento del fascismo al potere fu la sanguinosa campagna elettorale per le elezioni del 15 maggio 1921 dove morirono 170 persone e che si concluse con l’entrata alla Camera di 35 fascisti appartenenti ai fedelissimi di Mussolini nonchè promotori e responsabili dei massacri.
Secondo l’autore fu “una svolta politica e di civiltà senza più ritorno”,una data storicamente determinante, che portò alla fatale ed inevitabile “marcia su Roma” dell’ Ottobre 1922.
Sono intervenuti:
Carlo F. Casula, ordinario di Storia Contemporanea, Università Roma Tre; Ferdinando Cordova, ordinario di Storia Contemporanea, Sapienza Università di Roma e Francesco Piva, ordinario di Storia Contemporanea, Università di Tor Vergata.
Il dibattito è stato coordinato da Antonio Macaluso, Vicedirettore de Il Corriere della Sera.
Raffaella Barbieri