Dal 2000 ad oggi, infatti, circa 50.000 ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimersi rispondendo alle domande dei questionari somministrati nelle scuole italiane: un campione vastissimo, rappresentativo delle diverse realtà geografiche del Paese, stratificato per sesso, età, dimensioni del Comune di residenza, dalla cui analisi scientifica si è tentato di mettere in fila dati utili a dare una lettura dello stato dei diritti dei bambini e degli adolescenti, di come essi vivono, cosa pensano, come sono percepiti e come percepiscono il mondo degli adulti.
La parte centrale del Rapporto-quadro è dedicata all’analisi della dieta mediale di bambini e adolescenti, la cui portata sull’educazione delle nuove generazioni, nonché sulle tasche dei genitori non può eludersi. Caratteristiche peculiari dei piccoli tecno-consumatori sono:
-* un precoce ed eterogeneo accesso alle informazioni, con annesse possibilità sempre crescenti di comunicare in absentia, a distanza, e in alternativa alla classica socializzazione face-to-face
-* una fruizione complessivamente autonoma, nonostante le limitazioni che il controllo genitoriale impone in determinati casi
-* una spiccata competenza nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in controtendenza alla fascia genitoriale, con il risultato paradossale per cui, in materia di nuovi media, sono i genitori a dover imparare dai figli
Televisione stabile – Nonostante questa sia spesso descritta come l’epoca dell’interattività, della condivisione di contenuti e della comunicazione bidirezionale in tempo reale, nella dieta mediale dei piccoli e degli adolescenti, i tempi di esposizione alla vecchia televisione rimangono sostanzialmente inalterati: negli ultimi dieci anni non è diminuita la quota dei piccoli telespettatori che guardano massicciamente , ovvero oltre 5 ore al giorno, la tv (7-8 % del campione) mentre generalmente per la maggioranza degli intervistati si registra un consumo medio non preoccupante. Le preferenze maggiori vanno a programmi ispirati al disimpegno e alla comicità, mentre la funzione culturale ed educativa della televisione sembra marginale nelle abitudini di fruizione degli adolescenti. Tra i contenuti ritenuti più fastidiosi figurano le immagini di guerra e/o morte dei telegiornali (60,7 % tra i bambini, 46% tra gli adolescenti), scene di violenza in film e telefilm (soprattutto tra i bambini 57%), rissa e volgarità nei talk show (56,4% tra i bambini, 44,5% tra gli adolescenti) , scene di nudo o sesso (62,5 % tra i bambini). Inoltre, tra i bambini, più di 1 su 4 dichiara di assistere a programmi televisivi contrassegnati dal “bollino rosso” senza la supervisione dei genitori.
Le nuove tecnologie – Cresce un vero e proprio divario generazionale tra la fascia dei genitori e le nuove generazioni di tecno-consumatori, ben consapevoli e informate sugli usi delle nuove tecnologie e, al contempo, fautrici anche di un utilizzo tutto sommato sterile delle vaste potenzialità delle stesse: ciò sia perché le potenzialità delle nuove tecnologie risultano spesso ridondanti rispetto alle effettive funzionalità richieste e concretamente usate dai giovani utenti e sia perché i media di ultima generazione e le loro applicazioni spesso esprimono un certo status symbol e fanno pienamente parte dei fenomeni della moda.
Significativo è il dato, che differenzia bambini e adolescenti, secondo cui il mezzo di comunicazione irrinunciabile è la Tv e la consolle per videogame per i primi, mentre per i secondi è nettamente il cellulare (42,7%) . Tra il 2006 e il 2009 è raddoppiato il numero degli adolescenti che dichiara di possedere un cellulare personale , mentre ultimamente sta montando la moda di possederne più di uno a persona (l’11,9 % del campione, non rintracciato nelle rilevazioni del 2006). Focalizzando, si rileva che il 97,7% degli adolescenti intervistati possiede un cellulare e il 40% lo usa per più di 4 ore al giorno. Il cellulare è così il vero oggetto simbolo di una generazione in connessione continua.
Il risultato linguistico della possibilità di comunicare velocemente ed in breve spazio è il “linguaggio da sms”, una forma linguistica stringata, dall’essenzialità talvolta eccessiva, il cui uso abitudinario, avvertono i curatori del Rapporto, può avere possibili effetti negativi sulla strutturazione del pensiero (troppo sintetico!).
Vistosi incrementi di consumo anche per il meta medium Internet (e per il computer) : più della metà degli adolescenti intervistati trascorrono da 1 a 4 ore al giorno connessi, quasi 1 su 5 più di 4 ore giornaliere. Rilevante anche il dato degli adolescenti che navigano outdoor tramite cellulare: se appena nel 2008 gli adolescenti che dichiaravano di usare il proprio cellulare per la navigazione in Internet ammontavano all’8,2%, nel 2009 tale percentuale è salita al 20,7%! La controtendenza riguarda invece la Tv sul cellulare che sembra non riesca a diffondersi, a testimonianza della maggior corrispondenza tra stile di vita dinamico e media interattivi a personalizzabili (appunto Internet ma, in riferimento alla seconda caratteristica, anche i lettori multimediali, mp3 e mp4, utilizzati nel 2009 da 1 adolescente su 3 per 1-4 ore al giorno).
Riguardo agli usi di Internet, due attività che si sono rapidamente imposte tra gli adolescenti sono la lettura di blog (spesso animati da loro coetanei), la cui percentuale di fruitori è passata dal 14% nel 2005 al 46,8% nel 2009, e la visione di video sul portale YouTube (dal 65,3% nel 2007 all’85,8% nel 2009), entrambe forme di divertimento facilmente accessibile, ma anche vere e proprie occasioni di scambio sociale, grazie alla possibilità di fare segnalazioni e di rilasciare commenti in video.
Il downloading di materiali dalla Rete, infine, è entrato a far parte anche delle abitudini degli adolescenti, una pratica adottata in quanto facilmente accessibile, gratuita, di moda e, pur trattandosi di una pratica illegale, quasi sempre impunita (scarica film e musica il 70,5% degli intervistati nel 2005 e il 76,1% nel 2009). Si conferma infatti il fatto che i giovani tecno-consumatori non percepiscono la pirateria domestica come un reato, essendo generalmente forte la propensione a sviluppare ad ogni modo condivisione con Internet.
Infine la social networking: l’indagine campionaria condotta nel 2009 ha constatato che il 71,1% degli adolescenti intervistati possiede un profilo personale su Facebook che ad oggi rappresenta la rete sociale più diffusa e frequentata nel mondo. Percentuali di gran lunga più ridotte di giovani utenti della Rete si radunano attorno a My Space (17,1%) e Habbo (10,4%). La realtà parallela che è possibile vivere in Second Life affascina solo il 2,6% dei ragazzi e il 2,5% fa parte di coloro che amano fare micro-blogging con Twitter.
Complessivamente, ciò che spinge gli adolescenti del campione ad iscriversi e partecipare ad un social network è l’utilità di rimanere in contatto con gli amici di sempre e con quelli che si trovano lontano o non si frequentano da molto tempo; si riconosce e si premia la funzione ludica di queste piattaforme di aggregazione mentre solo il 5% del campione dimostra di essere consapevole dei rischi connessi alla propria privacy.
Raffaele La Gala