L'omosessualità: parliamone senza tabùEssere gay: per tanti ancora un tabù, per molti un problema che “purtroppo non ha risoluzione".
Pregiudizi, accuse, discriminazioni. Siamo nel 2010 eppure ancora molti hanno difficoltà ad ammettere la propria omosessualità nel proprio contesto, ma, soprattutto, tanti ancora non riescono ad accettare che il proprio figlio, amico o conoscente abbia un orientamento sessuale che non è il proprio. Possiamo dire che in Italia l’omosessualità è accettata di buon grado, che non è più causa di un pregiudizio? Esiste la libertà sessuale nel nostro paese? A tentare di dare una risposta a tali interrogativi, un giovane amico gay, lettore appassionato di Controcampus.
I tanto discussi Gay Pride. Cosa pensi di questi eventi che si svolgono regolarmente e in ogni dove: spettacolarizzazione del mondo gay e forse ridicolizzazione, o effettivamente pensi che possano rappresentare un modo per sensibilizzare la società sull’omosessualità? Il Gay Pride può essere un mezzo per conquistare concretamente dei diritti reali per il mondo gay?
Il gay pride: che parolone eh?! Tradotto alla lettera: orgoglio gay…penso sia tutt’altro rispetto a ciò che ci viene mostrato attraverso le immagini in tv, o che, comunque, costituisca altro per chi ne prende parte direttamente. Considerata una festa: la gente che fa animazione all’interno (mi riferisco a tutti quelli che sono sui carri a “sbattersi a destra e a manca”), ne fa appunto qualcosa che non corrisponde allo spirito della festa, credo. Ok, ammetto che non ho mai preso parte al pride di Roma (mia città natale e dove risiedo), ma, ho visto le immagini che passano ai vari Tg e programmi televisivi e, quindi, posso fare un paragone con quello di Londra dove, invece, ho partecipato dato che ho vissuto lì per un anno e mezzo. Completamente due mondi diversi: ma non si festeggiava la stessa cosa? La differenza tra Londra e l’Italia è che mentre da noi sembra quasi un carnevale (e da qui il termine ormai diffuso “la carnevalata”: sì una grande festa, ok, ma pur sempre un carnevale a quanto pare), penso si possa provare il vero spirito della manifestazione solo a Londra, ed io l’ho provato.
Purtroppo a parole non riesco descriverlo, ma, credimi mia cara, sono sicuro che se prendessi parte e quelli italiani, di certo non sarebbe la stessa cosa. Sarà anche il fatto che come vengono diffuse da noi le immagini e le notizie (appunto attraverso i vari mezzi di comunicazione), in altri posti forse non se ne fa un “caso di stato”. Ecco: sarà anche un avvenimento importante in alcuni casi, ma a tanti è completamente indifferente. Eppure quando arriva sembra che a tutti interessi improvvisamente e non si parla d’altro: “Oddio il gay pride…oddio oddio”! Quindi sensibilizzare la gente con questo tipo di atteggiamento, non credo sia la via giusta, anzi! Tante volte è proprio grazie a questi eventi che la gente si fa idee sbagliate e non si riesce a sensibilizzare le persone su dei punti che invece dovrebbero essere effettivamente colti da quanti non sanno cosa vuol dire veramente essere gay.
Il discorso sarebbe lungo, ma, provo a sintetizzare. Essere gay ormai è un’etichetta che tutti noi omosessuali ci vediamo costretti a portare per tutta la vita. Non raccontiamoci cazzate: è così! È come essere neri o cinesi o down o “malati”…ci si nasce…ci si cresce…e ci si muore gay… Per tanti, specialmente dopo l’adolescenza è come un macigno che si deve portare dentro, chissà per quanto: ma è una fatica che si fa, si “deve” fare. Poi si arriva alla fine dell’adolescenza e ci si ritrova nella fase della maturità, quando si diventa “grandi”. Per i più fortunati il peso viene lasciato alle spalle e quindi si riesce a condurre una vita finalmente “allo scoperto”, per altri, invece, la tortura continua. Per i più sfortunati, invece, si arriva al matrimonio etero addirittura, con tanto di prole al seguito, fino a condurre una vita da etero infelice e repressa. Ecco: è questo credo il messaggio di sensibilizzazione che dovrebbe passare alla gente “che nn sa’”.
È giusto che una persona debba passare tutto questo? E si parla di anni eh…e poi perchè? Per quale motivo mi chiedo io: solo perché si ama un altro uomo o un’altra donna? È la paura di noi stessi omosessuali di essere linciati o giudicati o è il pensiero della società che ci spinge, appunto, a non dichiararci apertamente perché temiamo di essere considerati dei “diversi”? Potremmo star a parlare qui per ore, quindi passerei alla domanda successiva! In qualsiasi caso, non credo che attraverso questo solo unico giorno in cui si svolge il gay pride si possa arrivare a qualcosa per quanto riguarda i diritti: penso possa essere una base da cui partire per fare più informazione, forse questo sì. Ma è l’impegno costante di studiosi ed esperti che quotidianamente si occupano da vicino dei temi dell’omosessualità a fare la differenza e a consentire l’eventuale raggiungimento di obiettivi che ci riguardano. Quindi, beh, orgoglioso di essere gay: no, non credo. Sono orgoglioso di essere me stesso, ma, se essere gay vuol dire essere rappresentato da quel “carnevale”, da quei pensieri e da quelle situazioni, beh, no, non sono orgoglioso di quel tipo di orgoglio!
Tu hai vissuto per un anno e mezzo a Londra, luogo per eccellenza per la libertà di espressione della propria sessualità senza pregiudizi. Ora sei tornato in Italia: cos’è cambiato? Ti senti ancora libero come allora di essere te stesso?
Londra…mamma mia che bei ricordi, che bella parte della mia vita, che bella esperienza: forse, anzi, con certezza la più bella esperienza della mia vita! Molta gente parte per l’estero per vari e personali motivi: io avevo i miei, ma, uno in particolare: il VIVERMI! Eh sì: non ho detto vivere, ma, VIVERMI, cosa che non avevo mai fatto fino a quel momento o non avevo mai potuto fare. Come dicevo precedentemente riguardo i giudizi della gente, ammetto che anche per me sono stati fondamentali per un bel po’ di anni della mia vita. Vorrei comunque precisare che in conclusione e in qualsiasi caso, la colpa di tutto siamo solo noi stessi, vittime dei nostri di pensieri che ci offuscano la mente e che ci impediscono di fare veramente ciò che vorremmo. Per questo un giorno ho fatto le valigie e sono partito alla volta della grande metropoli restandoci per un anno e mezzo!
Inutile dire che grazie a quel fucking posto, la mia vita è completamente cambiata e in positivo! È stato un ottimo training perché come dici nella domanda, è una città dove ti è permesso di esprimerti per quello che sei, con eccessi e stravaganze, ove il pensiero altrui rimane personale e ciò permette appunto a tutti di essere se stessi e di fare ciò che si vuole! Ciò non vale solo per gli omosessuali ma per tutti coloro che magari qui possono sembrare “strani”, ma, che a Londra, diventano solo una micro cellula dell’immensa massa che popola questa città: nessun pregiudizio, annullate le differenze di pelle, di cultura…e di sesso!
Tornato in Italia, non nascondo che una regolata me la son dovuta dare, ma, non ho trovato diciamo, particolari “ostacoli” o porte chiuse in faccia, almeno per il momento! Riguardo alle amicizie nulla è cambiato: anzi, sembrano tutti un po’ più incuriositi! Forse è proprio per questo che sono tornato in Italia, a casa: ero pronto per iniziare ad essere me stesso come così come lo ero a Londra, ma nella mia di città! La cosa, fortunatamente, mi viene anche abbastanza bene!
Pensi che i giovani della tua età, universitari e non, vivano con serenità l’omosessualità altrui o pensi che siano solo ipocritamente “accondiscendenti”?
C’è un problema di fondo: credo che non debba esistere un “essere accettati” dai miei coetanei siano universitari o meno. Parliamo di qualcosa che una persona non deve accettare, perché è una realtà, una condizione che fa parte della persona. Ripeto: è come essere di un altro colore di pelle, è solo una realtà di fatto. Si spera che nessuno scelga gli amici in base al colore della pelle, no? Ma ci sono eccezioni e quindi forme di razzismo. Lo stesso vale anche per il pregiudizio legato all’omosessualità.
Hai mai subito diretti episodi di discriminazione da parte dei tuoi coetanei? Da parte di persone più adulte?
Nessuna discriminazione fortunatamente e ben venga che nono abbia argomenti da trattare su questo punto!
Se dovessi dare un consiglio a tutte quelle persone che, da tempo, hanno scoperto la propria omosessualità, ma che hanno difficoltà e soprattutto paura di ammetterla ai propri cari e nel contesto di riferimento, cosa gli diresti?
Ehehheeheheh! Questa è la parte più bella! Cosa consiglio? Mah! Quello che posso dire è che e i consigli servono a poco, tanto poi ciascuno fa tutto il contrario! Quindi quello che posso consigliare è di seguire ciò che si ha dentro, senza paure o paletti. In fondo, come mi disse un mio amico, “Io sono tuo amico e non di “te che vai a letto con…”. Quindi, se è il pensiero della gente o degli amici o della famiglia che vi spaventa, beh: se loro capiscono, continueranno ad essere gli stessi con voi anche dopo, altrimenti…il problema è loro, certo non il nostro!
Capisco la difficoltà che si ha all’inizio, specialmente quando lo si dice alle prime persone: ma, fidatevi che poi diventerà una gara fra loro a chi l’ha saputo prima! Spensieratezza e leggerezza: ecco i due ingredienti che non devono mancare mai, MAI! Ci sono tre modi di fare le cose: quello giusto, quello sbagliato e quello…come lo farei io! DIMMI CHE MALE C’E’ SE AMI UN ALTRO COME TE. L’AMORE NON HA SESSO: IL BRIVIDO E’ LO STESSO O FORSE…UN PO’ DI PIU’!
Pasqualina Scalea
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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