Raimondo Pasquino, è intervenuto lunedì 4 ottobre alla presentazione della “3 giorni” di orientamento universitario dal titolo “CollegaMenti” che, da mercoledì 6 ottobre, permetterà a matricole e nuovi iscritti di conoscere ogni dettaglio riguardo l’organizzazione e la struttura del campus salernitano in occasione dell’apertura del nuovo anno accademico 2010/2011.
Ma quest’anno le cose si svolgeranno un po’ diversamente. La manifestazione, infatti, va a coincidere con i vari movimenti di protesta che, proprio in questo periodo, stanno agitando l’intero mondo universitario, ormai in profonda crisi a causa del tanto discusso ddl Gelmini.
“CollegaMenti” sarà, quindi, una buona occasione per fare il punto della situazione, approfondendo ed illustrando un argomento tanto spinoso quanto attuale. Argomento su cui, ancora oggi, regnano dubbi e incertezze, e il caos la fa da padrone.
Queste le parole del rettore: “Da ogni momento di disagio può nascere un momento di crescita. Quest’anno ai nostri studenti spiegheremo anche il perché di questa mobilitazione, figlia di una riforma e di tagli ai finanziamenti che colpiscono il mondo della ricerca. Bisogna trasmettere informazioni precise con l’obiettivo di comunicare alle famiglie il disagio degli atenei italiani”.
La preoccupazione maggiore deriva, quindi, dai tagli economici previsti dal ddl Gelmini che andranno (senza dubbio) a discapito di atenei di valore come la stessa Università di Salerno e “penalizzerà soprattutto i giovani”, come sottolinea lo stesso prof. Pasquino.
Ed è lo stesso rettore che, dati alla mano, presenta uno scenario piuttosto allarmante: “Ogni ateneo non può superare il 90% dei propri fondi per il pagamento degli stipendi dei docenti e del personale. La nostra università, già nel 2009, ha subito un taglio di 2 milioni di euro e i finanziamenti stanziati nel 2010, 6 milioni di euro, ancora devono arrivare”.
E conclude dicendo: “Se a tutto questo aggiungiamo i tagli di 1,3 miliardi di euro previsti in tutto il settore a partire dal 2011, meglio si comprende il periodo di difficoltà. I finanziamenti che riceviamo non servono a far funzionare la macchina università ma a pagare gli stipendi di tutti coloro che gravitano nell’area della didattica. E’ inevitabile, quindi, che il taglio sostanziale dei fondi metterà a dura prova la sopravvivenza di molti atenei italiani”.
C’è poco da fare, insomma: l’Università italiana è seriamente in pericolo, e l’ateneo salernitano è tra quelli che rischiano letteralmente la chiusura. Solo una serie di valide modifiche al ddl Gelmini potranno, forse, risollevare le sorti dell’istruzione italiana.
Sebastiano Liguori