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Forme e contenuti delle reti di sostegno: il capitale sociale a Verona.

Redazione Controcampus 3 Novembre 2010
R. C.
25/11/2024

Una ricerca per analizzare il tema della coesione sociale che lega i veronesi tra loro e con la società nel suo complesso.

Verrà presentata venerdì 5 novembre, a partire dalle 10, al Polo Zanotto dell’Università di Verona durante un convegno di valenza nazionale dal titolo “Forme e contenuti delle reti di sostegno: il capitale sociale a Verona”.
Il convegno è organizzato in occasione della pubblicazione del recente volume edito da Franco Angeli di Paola Di Nicola, Sandro Stanzani e Luigi Tronca docenti del dipartimento di Arte, Archeologia, Storia e Società dell’ateneo scaligero. La pubblicazione contiene i risultati dell’indagine Prin 2005-2007 svolta dall’unità di ricerca di Verona e coordinata da Paola Di Nicola, nell’ambito del progetto nazionale “Terzo settore, mondi vitali e capitale sociale in Italia”, coordinato da Pierpaolo Donati dell’Università degli Studi di Bologna).

Il convegno

La giornata si divide in due sessioni. Al mattino si parlerà delle prospettive teoriche e di ricerca dello studio del capitale sociale. Dopo i saluti del preside della facoltà di Scienze della Formazione Mario Longo e del direttore del dipartimento di Arte, Archeologia, Storia e Società, la parola andrà ai curatori dell’indagine Paola Di Nicola, Sandro Stanzani e Luigi Tronca. Seguirà un dibattito con Adriana Cavarero, Ivo Colozzi, Daniele Marini e Silvio Scanagatta.
Nel pomeriggio, dalle 15, si affronterà il tema sotto il profilo politico e sociale con gli interventi di Vito Giacino vicesindaco del Comune di Verona, Leonida Tedoldi docente dell’ateneo scaligero, Silvia Bonomelli dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto), Giuliano Ceschi direttore di Caritas Diocesana Veronese, Lucio Garonzi direttore del Centro Servizi per il Volontariato di Verona, Ciro Maschio Consigliere Comunale Capogruppo – Rappresentante dell’Assessorato ai Servizi Sociali e alla Famiglia del Comune di Verona.

La ricerca

Per lo svolgimento dell’indagine oggetto della ricerca, è stato costruito un campione probabilistico, scelto con proporzionalità rispetto al sesso e all’età (compresa tra i 18 e 65 anni), della popolazione residente al 1 gennaio 2005 a Verona. Il campione è costituito da 307 casi. Agli individui selezionati per l’indagine è stata somministrata, nel periodo compreso tra febbraio e marzo del 2007, un’intervista.
Il fine della ricerca è stato quello di determinare quale è il capitale sociale dei veronesi e determinare cosa circola realmente all’interno dei rapporti sociali e, se servono, come si manifestano concretamente gli aiuti. Al riguardo emerge un dato sorprendente rispetto al sostegno morale e psicologico: le cerchie meno affidabili sono quella familiare (92%) e, soprattutto, quella di vicinato (88,5%). Sono invece più utili per i veronesi nel fornire sostegno morale e psicologico le relazioni con i colleghi di lavoro e con gli amici (in entrambi i casi: 94,1%) e, soprattutto, quelle con coloro che si frequentano all’interno dei contesti associativi (94,4%).
Le risorse materiali rappresentano il secondo genere di risorsa più diffusa a Verona. Mediamente, infatti, il 92,3% dei membri delle reti di sostegno fornisce aiuti in termini di denaro, beni, tempo, informazioni, etc. La cerchia più affidabile è, in questo caso, quella familiare (95,1%), seguita da quelle degli amici (91,9%), dei colleghi di lavoro (82,4%), degli associati (80%) e, infine, dei vicini di casa (77%).

In misura meno rilevante, ma comunque degna di nota, i veronesi si scambiano aiuti in termini di contatti e conoscenze interpersonali: mediamente, il 66,3% delle relazioni di sostegno veicola questo tipo di aiuto. Fanalino di coda sono gli aiuti in termini di reputazione e credenziali sociali, volgarmente definiti “raccomandazioni”, presenti solo, in media, nel 54,1% delle relazioni di sostegno. È da sottolineare, ancora una volta, il ruolo di assoluto rilievo giocato dalle associazioni: sono infatti questi i contesti in cui si creano le reti di sostegno più affidabili (57,7%). Ai veronesi, in definitiva, converrebbe entrare all’interno almeno di un’organizzazione di terzo settore, poiché è in questi contesti che la maggior parte degli aiuti circola con maggior facilità.

La ricerca analizza poi indicatori di integrazione sociale più ampia, come l’identità territoriale, il senso di sicurezza percepito, la fiducia sociale, il senso civico, la lettura dei quotidiani e l’uso di internet. Agli intervistati è stato chiesto se si sentono, soprattutto: veronesi, veneti, padani, italiani o cittadini europei. Ebbene, quasi un veronese su due (46,8%) si considera soprattutto italiano. Questo dato è molto rilevante e pone in rilievo il senso di appartenenza in primo luogo nazionale dei veronesi. Coloro che non si sentono soprattutto italiani optano in primis per l’alternativa localistica: il 29,7% dei rispondenti si sente infatti soprattutto veronese. Pure interessante è la quota degli intervistati che si considerano cittadini europei, pari al 12,2%. Il 9,6% dei rispondenti si considera soprattutto veneto. Non rilevante dal punto di vista statistico è invece l’identità territoriale padana, che è sentita come propria dall’1,7% dei veronesi.
Per quanto concerne la sicurezza percepita, agli intervistati è stato chiesto di indicare in che misura si sentano sicuri nella zona in cui vivono. La situazione che emerge per il campione di veronesi non è particolarmente positiva, soprattutto se la si pone in relazione con quella nazionale e in particolare con quella del Nord-est. Da una indagine che gli autori hanno svolto su un campione nazionale di individui emerge, infatti, che il 14,1% degli italiani e solo il 9,5% dei residenti nel Nord-est si sente poco o per nulla sicuro, contro il 17,1% dei veronesi. Il campione di italiani si considera molto o completamente sicuro nel 35,5% dei casi e quello di residenti nel Nord-est addirittura nel 40,1%: i veronesi intervistati si sentono invece molto o completamente sicuri solo nel 22,0% dei casi.
Sempre rispetto alla sicurezza percepita, Verona emerge da questa indagine come una città divisa in due, con un centro, a vocazione residenziale, commerciale e turistica, che consente di registrare livelli di sicurezza simili ai valori nazionali e propri del nord-est del Paese ed una periferia percepita come meno sicura.
Infine due indicatori diretti della tendenza degli individui a connettersi con la comunità sociale più ampia (dimensione politica della società, opinione pubblica, etc.): la lettura dei quotidiani e l’uso di internet nel tempo libero. Stando alla ricerca, i veronesi leggono di più i quotidiani e usano maggiormente internet nel tempo libero, rispetto agli intervistati residenti nel territorio nazionale e nel Nord-est. Mediamente, i veronesi intervistati leggono un quotidiano più di quattro giorni alla settimana (4,22), superando la media nazionale (3,22) e quella del Nord-est (3,54). Internet è utilizzato dai veronesi – non per lavoro – mediamente tre giorni alla settimana (2,98): la media nazionale (2,16) e quella del Nord-est (2,18) appaiono nuovamente più basse.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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