Questo strumento grazie all’accumulo nevoso elevatissimo che ogni anno si forma in quella zona ha permesso di ricomporre i tasselli della storia ambientale e climatica dell’emisfero meridionale degli ultimi 250.000 anni, con un’elevata precisione. Molto soddisfatti i ricercatori dell’Università di Firenze, che hanno partecipato al progetto, e Roberto Udisti (associato di chimica analitica presso l’ateneo Fiorentino, e anche uno dei principali ricercatori del progetto) dice: Mettendo contemporaneamente in sincrono la serie climatica ottenuta dai rilevamenti del “Ghiaccio di Talos” con quelle relative ad il settore Atlantico dell’ Artide e dell’Antartide, si è potuto dare conferma dell’esistenza di un meccanismo di cambiamento di energia e calore inter-emisferico chiamato “Altalena bipolare”.
In sintesi tra i due emisferi c’è una commutazione continua di materia e d’energia attraverso la circolazione oceanica profonda, i cui cambiamenti hanno causato periodi di riscaldamento e di raffreddamento contrastanti nei due emisferi, in particolare proprio nell’emisfero nord dove le fasi di riscaldamento hanno provocato un simultaneo calo delle temperature nell’emisfero sud e viceversa. Un esatto modo di comprendere i tempi ed i modi di come siano avvenuti questi processi, ci può far capire in quale dei due emisferi ci sia stata l’origine dei periodi di glaciazione e di deglaciazione.
Questi studi sono stati pubblicati dalla rivista “Nature Geoscience”, e c’è da dire inoltre che i rilevamenti e le analisi che vengono effettuate sul ghiaccio sono svolte sempre dal “Taldice”, e che l’Italia, oltre ad essere rappresentata dai ricercatori Fiorentini, comprende anche altre università italiane come quella di Parma, Bologna, Venezia, Trieste, Milano Bicocca, dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’Istituto per la dinamica dei processi ambientali, e da membri dell’ ”Enea” ( Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Il ramo Italiano delle ricerche è finanziato dal Ministero dell’Istruzione, e sono effettuate nell’ambito del programma nazionale di ricerca in Antartide a cui partecipa anche l’istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale. Un ottimo progetto del “Vecchio Continente” mirato ad aver finalmente chiari i mutamenti climatici.
Pierluigi Gabriele