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Dario Deidda: chi è, jazz, origini, formazione e carriera

Redazione Controcampus 11 Dicembre 2010
R. C.
02/10/2024

Chi è Dario Deidda tra Jazz e grandi successi: esclusiva intervista al musicista, arrangiatore, compositore, contrabbassista e bassista salernitano.

Tu hai una musicalità straordinaria corroborata probabilmente da un “orecchio relativo” incredibilmente sviluppato. Tutto ciò incorniciato da una memoria musicale fuori dal comune.

E’ stata importante per la tua formazione musicale la tua famiglia?

“Penso che per qualsiasi musicista provenire da una famiglia di musicisti sia importante, ma potrebbe anche non esserlo. Ad esempio, io venendo da una famiglia di musicisti, non di estrazione classica, ho seguito direttamente la direzione del jazz, mentre per chi non ha avuto nessun tipo di indicazione musicale, potrebbe seguire altri generi”. – Dice Dario Deidda –

“Per me, tuttavia, è stato molto importante avere avuto un padre ed una madre musicisti, poiché sin da bambini, io e i miei fratelli ci siamo avvicinati alla musica con semplicità. Ci sono anche delle registrazioni, che magari un giorno tireremo fuori, di noi bambini che cantavamo accompagnati da mio padre al pianoforte”.

“Credo di aver ricevuto un’educazione musicale completa dai miei genitori che mi hanno trasmesso la serietà, il divertimento e le emozioni.”

“Inoltre, guardare mio padre chiudere gli occhi mentre ascoltava musica e quasi piangere per ciò che ascoltava, è stato per me un grande insegnamento”.

Chi è Dario Deidda, dal suo primo strumento musicale alla sua formazione e carriera

Il primo strumento che ho suonato è stata la batteria ed avevo 6 anni. All’epoca non c’erano né Maestri, né scuole a Salerno, per cui mio padre acquistò due metodi per batteria e con lui ci avventurammo nel cercare di comprendere qualcosa della batteria e della impugnatura delle bacchette. E già a sette anni accompagnavo mio padre in casa.

In che modo e a che età, ti sei avvicinato al basso elettrico? “Era il 1979, avevo circa 10 anni e assistendo ad alcune prove di mio padre con il suo gruppo, notai il basso elettrico, questo strumento che era l’anima del gruppo, una specie di collante tra la batteria e gli strumenti armonici. – Fa sapere Dario Deidda e continua –

A casa avevamo anche un basso, ma non era molto semplice capirci qualcosa, ricordo che mio padre suonava l’organo ed io cominciai ad eseguire i bassi inginocchiato a terra. In seguito, ho iniziato a studiare seriamente il basso da Mario Ferrigno che è stato il maestro della prima scuola di musica a Salerno, la Polymusic, e in pochissimo tempo si intuì che avevo talento”.

Le origini di Deidda, il rapporto con i suoi fratelli

“Il mio percorso musicale, soprattutto da giovanissimo, l’ho compiuto con i miei fratelli. Tra noi c’era anche una sorta di competizione, soprattutto con Sandro, mentre con Alfonso di meno, perché è il più piccolo. E poi c’era Mario, il primogenito, lui era considerato un po’ il ribelle della casa, in quanto era l’unico che seguiva generi musicali diversi. – Dice Dario Deidda

La carriera di Dario Deidda, collaborazioni e influenze

Nella tua carriera vanti collaborazioni con molti artisti americani ed europei, chi ti ha lasciato un’impronta più profonda?

Umanamente e artisticamente, Carl Anderson, l’interprete di Giuda Iscariota in Jesus Christ Superstar, con il quale lavorai per un periodo e con il quale nacque un’amicizia. Carl era un’entusiasta della musica e della comunicazione, a volte cantava completamente senza accompagnamento e altre volte scendeva tra il pubblico. Era molto emozionante. Aveva una voce stupenda e gli spettatori commossi restavano incollati sulle sedie. Era un comunicatore d’arte nella musica e nella recitazione.” – Dice Dario Deidda –

E quali sono i musicisti che ti hanno ispirato ed influenzato di più?

Il primo tra tutti è stato proprio mio padre. Da bassista, invece, sono molto legato a Jaco Pastorius di cui ho cercato di prendere gli insegnamenti, non tanto l’imitazione, ma il messaggio che voleva trasmettere e le probabili vie e gli studi che aveva seguito. Pastorius è stato, a sua volta, influenzato da John Coltrane, Charlie Parker e Jimi Hendrix e di conseguenza, anch’io ho subito le stesse influenze. Ho studiato la sua tecnica e la mia aspirazione è sempre stata di diventare grande quanto lui, ma non come lui. – Dice Dario Deidda –

“Per cui i musicisti che mi hanno ispirato maggiormente sono stati John Coltrane, Charlie Parker, Jimi Hendrix, Bill Evans,The Beatles e tanti altri, tra gli italiani Enrico Pieranunzi e Massimo Urbani; insomma tutti quei musicisti che, secondo me, andrebbero ascoltati a prescindere da ciò che si decide di fare nella vita.”

Da cosa prendi ispirazione?

Da ciò che sto vivendo e a secondo di ciò che sto vivendo, ascolto della musica, guardo un tipo di film o se ho del tempo leggo. Quindi l’ispirazione dipende da ciò che vivo. Non c’è nulla di tangibile o di reale, nulla che si possa descrivere con le parole, non so, può essere un amore o un amore che finisce. L’ispirazione solo della musica non è sufficiente, credo sia così per qualsiasi artista.

Sei mai stato solleticato dall’idea di cimentarti in altri generi, come la classica o altro?

La musica classica l’ho studiata quando ero in conservatorio, per quanto io ami la classica, eseguirla è diverso ed io ho sentito l’esigenza di tirare fuori le mie note.”

Il panorama jazzistico italiano per Dario Deidda

Questa non è una bella domanda perché egoisticamente, potrei anche parlarne bene dato che ci lavoro, ma per fortuna sono entrato a farne parte quando ancora era possibile farsi conoscere, tramite jam session, incontri e collaborazioni. Oggi, invece, il panorama jazzistico, ma non solo italiano penso mondiale, si basa solo sulla realizzazione di progetti, dischi, ricercare nomi, idee e formare ogni anno gruppi diversi. Se osserviamo i grandi che hanno fatto la storia della musica, possiamo constatare che raramente dovevano impegnarsi per cercare un’idea, l’idea c’era e basta. La creatività era maggiore. Oggi c’è più progettualità che creatività.

Qualche musicista italiano che apprezzi in particolare?

I musicisti italiani che apprezzo sono tutti coloro che riescono ad essere coerenti, ad esempio di Rosario Giuliani, anche se non sempre ha delle direzioni musicali vicine alle mie, apprezzo molto la sua costanza e che non si preoccupi dei progetti. Spesso, è costretto a cercare collaborazioni diverse, ma questa è una legge del mercato perché è molto difficile mantenere un gruppo insieme. – Dice Dario Deidda – “Ammiro anche Paolo Fresu che ha cercato di mantenere alcune cose immutate negli anni, come il suo quintetto composto sempre dagli stessi elementi che io già li ascoltai negli anni 80 e ancora oggi continuano a fare tournée insieme”.

L’insegnate Dario Deidda

Come insegnante cosa cerchi di trasmettere e che consigli daresti ad un giovane Jazzista?

La prima cosa che cerco di comunicare, come insegnante è che non devono imitarmi, ma eventualmente, devono imitare la serietà che credo di aver avuto e di avere tutt’ora nel dedicarmi alla musica. Credo che il percorso sia uguale per tutti i musicisti, se si è sensibili, si è soggetti ai cambiamenti e, secondo me, un musicista dovrebbe cambiare in continuazione. Cerco di far capire che devono ascoltare tutto, assimilare, non imitare e cercare la propria la strada. – Dice Dario Deidda –

“Il consiglio che sento di dare ad un jazzista è quello di ascoltare con lo stesso piacere in cui ascolta il jazz altre forme musicali e cercare di provare lo stesso tipo di emozioni e saperne cogliere le sensazioni.”

Quanto conta lo studio tecnico della musica e che tipo di lavoro deve fare, secondo te, un musicista per riuscire a rivelare la propria personalità?

Lo studio della tecnica della musica va sempre coltivato e migliorato e quando si scoprono delle lacune bisogna essere felici perché significa che ci sono ancora margini per migliorare.
Lo provo sulla mia pelle, più studi e meno sai, è davvero così. – Dice Dario Deidda –

“Ciò che mi sento di consigliare, come aspetto tecnico, è di coltivare sempre il proprio orecchio musicale perché esso può essere migliorato. Far andare di pari passi quello che sanno fare le tue mani e quello che sa fare la tua testa, in questo caso l’orecchio lo collego alle note che si desidera che escano dallo strumento. Inutile saper fare tanta tecnica, tante scale e tanti virtuosismi se questi non sono dettati da una forte personalità. La musica deve fuoriuscire da dentro e non dalle mani.”

Curiosità su Dario Deidda: non solo Jazz

C’è ancora musica jazz da scrivere?

C’è musica da scrivere quando c’è l’ispirazione e la voglia di comunicare questa ispirazione, ma se c’è voglia di dimostrare di saper scrivere e di saper complicare la musica, allora non c’è più musica da scrivere. 

La composizione jazz che avresti voluto scrivere?

Sophisticated Lady di Duke Ellington”

Riesci sempre a trovare le motivazioni per salire sul palco, o come avviene a qualunque “lavoratore”, talvolta resteresti a casa?

Questo dipende molto da quello che si vive e dallo stato d’animo, personalmente mi è successo raramente, la motivazione e la voglia di stare sul palco per me non tramonta mai. Resterei a casa in situazioni musicali in cui non mi sento a mio agio e quindi in questo caso è solo lavoro, ma la voglia di salire sul palco e di comunicare con il pubblico è senza eccezioni, è una droga, la mia droga e poi vale sempre la pena salire sul palco.”

Qual è il più bel complimento che hai ricevuto e da chi?

I complimenti più belli li ho ricevuti da Marcus Miller con il quale ho suonato in duo e in due occasioni diverse e da Victor Bailey il bassista che sostituì Jaco Pastorius nei Weather Report. Entrambi mi hanno scritto su myspace che facevo musica con il basso e non lo suonavo semplicemente.”

Invece quale è stata la critica più severa?

Le critiche più severe sono quelle che mi faccio io, tutti i giorni, sono il più severo di tutti.”

Le passioni di Dario Deidda e i suoi svaghi

“Uno dei miei svaghi è il calcio, sono un tifoso della Roma. Credo che il calcio abbia affinità con la musica, in altre parole io vedo una band come una piccola squadra di calcio, in cui ognuno ha dei ruoli importanti e ben precisi e qualche volta qualcuno si sgancia per creare delle sorprese, come accade negli assoli. Non è comunque una costante nella mia vita, ci sono periodi che non lo seguo e poi detesto il mondo che circonda il calcio e i calciatori. – Fa sapere Dario Deidda -.

Inoltre amo andare al cinema, leggere soprattutto le biografie e poi adoro la libertà della moto ma non intesa come corsa.

Quante ore al giorno dedichi alla musica e allo studio?

“Se sono libero, alla musica, dedico quasi tutta la giornata e se non studio, ascolto musica o cerco video di musicisti sia storici sia di colleghi attuali. Ma allo studio, finché le mani reggono,dedico anche 5-6 ore al giorno, ma non me ne accorgo”.

Il silenzio come espressione?

Il silenzio come intensità ed emozione”.

La follia è la virtù dei geni?

Purtroppo si. Nel senso che questa follia può portare anche a fare del male oltre che del bene alla propria musica.”

C’e’ qualcos’altro che vuoi condividere con il lettori di Controcampus?

Vorrei consigliare a tutti di seguire sempre le proprie passioni. E poi vorrei lanciare uno slogan: più arte e meno computer, più emozioni verso ciò che gli altri tentano di fare e meno vita virtuale.” – Conclude Dario Deidda -.

Vivian Cammarota

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto