Libertà di scelta, in un contesto culturale nel quale possiamo fare qualsiasi cosa lecita ci passi per la mente.
Sono appena rientrato dall’isola Mauritius. Posto incantevole per quanto riguarda bellezza del mare, delle spiagge e dei panorami, delle albe e dei tramonti. Io e la mia compagna abbiamo trascorso una vacanza indimenticabile però non solo per questi motivi.
Abbiamo deciso di vivere l’isola in maniera differente dai canoni del turismo di massa, in libertà. Non siamo stati in uno di quei resort pubblicizzati dalla maggior parte dei depliant turistici, ma abbiamo deciso di girare l’isola in auto. Ben presto ci siamo imbattuti in scenari che non vengono descritti nei cataloghi e nei siti internet. Il comune denominatore di questi scenari è legato alla parola povertà.Man mano che giravamo l’isola, addentrandoci al suo interno, ci siamo trovati di fronte ad una popolazione che possiede forse un decimo di ciò che possiede una persona “povera” europea . Case fatiscenti piene di buchi, assenza di igiene, niente frigo, scarafaggi che gironzolano dappertutto. Il tutto con un clima molto caldo e umido. Interi quartieri dell’isola senza illuminazione, senza negozi, senza edicole.
Molte persone denutrite, scalze, sporche. Tra le tante scene viste mi ha colpito maggiormente quella di una famiglia composta da padre, madre e tre figli che viveva in una baracca di pezzi di latta, a ridosso di una strada, senza bagno, senza luce, senza acqua. Certamente il mondo è pieno di posti poveri, dove le persone stentano a sopravvivere, noi tutti lo sappiamo, lo vediamo in tv, lo leggiamo sui giornali, ma ritrovarmi catapultato in uno di questi posti, dove l’immaginario collettivo vede solo lusso, vacanza, mare e spiagge incontaminate mi ha colpito notevolmente. Mi ha “spiazzato”. Non me l’aspettavo.
E chi non è stato nell’isola Mauritius farà fatica a credere a ciò che sto per dire. Tutti gli abitanti dell’isola, tutti quelli nei quali ci siamo imbattuti, ci hanno sempre accolto con un sorriso, genuino, schietto, vero. Anche quelli che non dovevano venderci nulla. Allora ho riflettuto. Probabilmente queste persone sono felici perché vive. Sono felici perché possono continuare a respirare, pescare per nutrirsi, coltivare a fatica un piccolo pezzo di terra per sfamarsi. Dovremmo prendere queste persone come modello per capire una grande verità che sta dietro la capacità di essere felici: guardare alle cose “belle” che si ha, più che a quelle brutte che non ci piacciono; tenere a mente le cose che abbiamo, più che quelle che non abbiamo.
Quella in cui scrivo è una rubrica dedicata alla crescita e allo sviluppo personale, ed io sono un “coach”, un allenatore mentale che ha l’obiettivo di stimolare le persone affinché trovino dentro loro stesse consapevolezze e spinte motivazionali per fare emergere il loro potenziale. Mi rivolgo a studenti, ricercatori, docenti, personale amministrativo, chiunque graviti in qualche modo intorno al mondo dell’università. Bene, il messaggio principale che vorrei dare a tutti i lettori di questa rubrica è che dovremmo imparare a guardare “in prospettiva” tutte le questioni che fino ad oggi giudichiamo “difficili”, impegnative, scomode.
Dovremmo imparare a modificare atteggiamenti mentali che ci portano a dire “questo esame è difficile”, “studiare è duro”, “vivere da studente dovendo mantenersi è impegnativo”. Forse dovremmo anche imparare a modificare alcuni adagi comuni diffusi quali “nel mio ufficio ho carichi di lavoro esagerati”, “lavorare tot ore al giorno è impossibile”, “relazionarmi con quelle persone è difficile”. Dovremmo invece ricordare costantemente che siamo persone fortunate, che stanno studiando o che stanno svolgendo il lavoro che hanno deciso di svolgere.
Libertà di scelta, di fare qualsiasi cosa lecita ci passi per la mente
Dovremmo ricordare che siamo persone fortunate perché abbiamo libertà di scelta, in un contesto culturale nel quale possiamo fare qualsiasi cosa lecita ci passi per la mente.
Mi tornano a riguardo in mente le parole del mio caro amico Daniele Nardi, scalatore professionista. Daniele è uno che gira il mondo alla ricerca di nuove vette da scalare, e parliamo delle vette più alte del mondo. Ha già scalato l’Everest e il K2 e continua nelle sue imprese che lo portano da una parte all’altra del mondo. Recentemente mi ha scritto una e mail nella quale mi diceva, in buona sostanza, che dovremmo portare soprattutto ai giovani il messaggio che la vita è una cosa meravigliosa e che è importante fare nella vita qualcosa che meriti.
La sua riflessione nasce dal fatto che girando in molteplici stati e città, nei tragitti di avvicinamento alle vette da scalare, si imbatte in realtà nelle quali, vuoi per condizioni geografiche, vuoi per condizioni socioeconomiche, vuoi per regimi politici, un giovane (ma anche un adulto) non ha materialmente la possibilità di fare ciò che vorrebbe, in libertà. Concordo pienamente con Daniele sul fatto che sia davvero un peccato che milioni di giovani vivano una vita “vuota”, senza ideali, senza sfide, senza meta, lamentandosi magari solo del fatto di non avere oggetti e abiti griffati.
Siamo fortunati già per il solo fatto di essere nati ad una determinata latitudine e longitudine. Solo per questo possiamo dire di avere maggiore libertà?
Ogni giorno che ci svegliamo abbiamo la possibilità di costruire il nostro futuro, di creare, scrivere, studiare, esplorare, pensare. Possiamo leggere tutti i libri che vogliamo, possiamo approfondire tutti gli argomenti che ci piacciono, possiamo navigare su internet alla ricerca di qualsiasi informazione. Dunque forse è il caso di smetterla di criticare tutto e tutti.
Forse è il caso di smetterla di puntare il dito verso la società, verso il governo, verso l’università, verso gli altri. Possiamo essere gli artefici del nostro destino. Ricordiamo che non a tutti è data questa possibilità.
Mi auguro che questo articolo stimoli un po’ le coscienze addormentate di alcuni, che credono di portare sulle spalle il peso del mondo perché devono studiare interi tomi (tra l’altro per libera scelta), devono trascorrere ore ad una scrivania con un pc magari un po’ lento (tra l’altro per libera scelta), devono coordinare gruppi di lavoro con risorse limitate(tra l’altro per libera scelta), devono cercarsi un lavoro in occidente (anche questo per libera scelta, dato che di posti dove attendere la morte senza lavorare il mondo è pieno).
La crescita personale inizia dalla consapevolezza del proprio potenziale per poterlo utilizzare al meglio. Non essere consapevoli del proprio potenziale e delle possibilità che si hanno (anche ambientali, culturali, socioeconomiche, geografiche) equivale a implodere penosamente dentro sé stessi. E questo è un vero e proprio peccato, oltre che un oltraggio a chi purtroppo subisce condizioni di reale povertà e limitazione.
Concludo queste mie riflessioni con un adagio anonimo che ho letto tempo fa e che consiglio di rileggere più volte, se non di recitare come un mantra ogni sera prima di andare a dormire e ogni mattina appena svegli: “Se questa mattina vi siete svegliati più sani che malati, siete molto più fortunati dei milioni di persone che non arriveranno alla fine di questa settimana. Se avete cibo nel frigorifero, abiti nell’armadio e un tetto sulla testa, siete più ricchi del 75 per cento della popolazione mondiale. Se avete del denaro in banca o nel portafogli, fate parte di quel piccolo 8 per cento che si divide la ricchezza del mondo. Se camminate a testa alta con un sorriso sul volto e siete grati per tutto questo, siete fortunati, perché tanti, anche se dovrebbero essere riconoscenti, non lo sono”.
Stefano Tassone
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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