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Habrak ad Habra: vision, domande, mappe concettuali

Redazione Controcampus 13 Marzo 2011
R. C.
03/11/2024

Habrak ad Habra, chi non ha mai ascoltato almeno una volta nella sua vita pronunciare queste magiche parole? Parliamo di vision, domande e mappe concettuali.

Magari in un film o in un cartone animato. Ma chi si è mai chiesto quale fosse il significato di queste parole? Habrak ad Habra è una frase in aramaico, il cui significato letterale è: “creerò ciò che dico”.

Non è un caso dunque se il personaggio di turno che pronuncia tali parole poi di fatto fa accadere qualcosa, magari di magico.
Dietro queste parole si nasconde una grande verità! Che a sua volta contiene una grande possibilità: dare vita a ciò che si afferma di voler fare. Creare ciò che si dice a sua volta racchiude infatti un fondamentale presupposto.

Ciò che diciamo è frutto di ciò che pensiamo. Dunque per comprendere meglio la dinamica del nostro comportamento è necessario scomporre i passaggi che ciascuno di noi effettua. Innanzitutto c’è il pensiero: ciò che vediamo, ascoltiamo, proviamo attraverso il nostro cervello. Successivamente il nostro pensiero diventa parola, verbo, espressione vocale.

La parola a sua volta condiziona fortemente le nostre azioni, il nostro comportamento. Questo è il motivo per il quale è indispensabile, qualora si voglia raggiungere risultati, superare sfide, produrre cambiamento, prendere una profonda consapevolezza di ciò che passa all’interno del nostro cervello e di come parliamo internamente a noi stessi ed esternamente a chi ci troviamo di fronte.

Il destino Habrak ad Habra: siamo noi gli artefici del nostro destino

Anche i più scettici dovrebbero convincersi di ciò, poiché ciò che facciamo o non facciamo, ciò che decidiamo o non decidiamo, in qualche misura è legato a cosa stiamo pensando e a come stiamo processando le informazioni e le sensazioni che abbiamo al nostro interno. Vediamo di fare qualche esempio pratico per comprendere meglio questo meccanismo. Immaginiamo di trovarci di fronte ad una sfida da affrontare, un esame da superare, un concorso da vincere. Considerate i due seguenti modi di leggere tali circostanze. Da una parte potremmo dire: “La probabilità che io ce la faccia è molto bassa”; dall’altra potremmo dire: “La probabilità che io ce la faccia non è altissima”. Il nostro cervello riceve input ben diversi e nel secondo caso porrà il focus sul fatto che esiste una possibilità altissima e che ci si può avvicinare a questa. Il nostro cervello non è in grado di processare il “non” se non come negazione del concetto che segue.

Vediamo di capire meglio: se vi chiedessi di “non pensare ad un orso blu”.. probabilmente ciò che fareste sarebbe proprio “pensare ad un orso blu”!! Capite dunque che dire a noi stessi: “Non ti preoccupare” è molto meno utile che dire a noi stessi: “”Stai tranquillo”. Allo stesso modo la scelta delle singole parole che utilizziamo può fare una grandissima differenza: dire che “una cosa è faticosa” è diverso che dire che “una cosa è impegnativa”. Nel primo caso infatti stiamo focalizzando il concetto di “fatica”, nel secondo invece quello di “impegno”. Immaginate di dire: “Provo a farlo”: questa frase implica il concetto di “provare”.. e “provare” implica il poter riuscire o no.. Per il nostro cervello è molto più efficace dire: “lo faccio”, oppure “mi impegno a farlo”.

Ma vediamo altri esempi per comprendere il potere racchiuso nelle nostre parole e dunque a monte nel nostro pensiero. Secondo voi dire “devo farlo”, “voglio farlo” o “desidero farlo” sono la stessa cosa? Evidentemente no! Nel primo caso siamo dicendo a noi stessi che “siamo costretti” a fare qualcosa.. nel secondo caso stiamo dicendo a noi stessi che “vogliamo fare, per libera scelta”, nel terzo caso addirittura stiamo dicendo che “desideriamo poter fare qualcosa”.

Habrak ad Habra: credere in quel che si vuol fare

Quindi pensate alla differenza che può fare dire a noi stessi: “devo fare questo esame”, “voglio fare questo esame”, “desidero fare questo esame”.

La cosa più importante da sottolineare a questo punto probabilmente è che non sempre esterniamo verbalmente ciò che pensiamo. Molto spesso tutto rimane al nostro interno e magari non ce ne rendiamo neanche conto. Ma ciò che poi di fatto mettiamo in pratica è comunque il frutto di ciò che abbiamo pensato e detto in qualche modo a noi stessi. Ecco perché è importante imparare a prendere consapevolezza di cosa stiamo pensando e di quali parole, quale sintassi stiamo utilizzando nel nostro cervello.

Ancora qualche esempio? Immaginate il diverso impatto che può avere a livello motivazionale dirsi alla mattina prima di iniziare la giornata: “oggi sono sicuro che sarà una giornata dura e noiosa”. Immaginate invece che impatto motivazionale diverso può avere dirsi alla mattina: “oggi sarà una giornata impegnativa e imparerò qualcosa di nuovo qualsiasi cosa accada”. Oppure provate ad immaginare il diverso impatto che possono avere le due seguenti frasi pensate per una medesima circostanza: “sono distrutto, sono certo che fallirò” rispetto a “non sono al massimo ma farò di tutto per riuscirci”.

Molto spesso ci capita di parlare “in automatico” utilizzando modi di dire, parole, aggettivi, senza riflettere accuratamente sul loro significato e sul loro impatto sul nostro cervello. Dire che una situazione è un “disastro”, quando potremmo dire che è “delicata”, dire che una persona è “assurda” quando potremmo dire che è “stravagante”, dire che una situazione è un “casino”, quando potremmo dire che è “complessa”, oppure dire che abbiamo un “problema” quando potremmo dire di avere una “situazione da risolvere” sono tutti esempi del diverso modo di utilizzare il linguaggio e di condizionare in una determinata direzione noi stessi.

Alla luce di tutti ragionamenti fatti sembra opportuno concludere con una frase che si attribuisce al manager statunitense Frank Outlaw: “Stai attento ai tuoi pensieri, perché diventano parole.

Habrak ad Habra. Stai attento alle tue parole perché diventano azioni. Stai attento alle tue azioni perché diventano abitudini. Stai attento alle tue abitudini, perché diventano carattere. Stai attendo al tuo carattere, perché diventa il tuo destino”. Concludendo: “non voglio” che siate d’accordo con quanto ho scritto e mi auguro che “non troviate” la piacevole e fruttuosa abitudine di scegliere con più attenzione i vostri pensieri, le vostre parole, le vostre azioni, le vostre abitudini, il vostro destino!

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto