L’attore inglese che ha già lavorato con Stewart per il film “Legion” , qui veste i panni di un prete guerriero che decide di ribellarsi alla Chiesa e le sue leggi, per salvare la figlia caduta nelle mani dei vampiri sanguinari, capitanati da un vecchio amico ormai trasformato in qualcosa di inquietante e unico.
La storia prende vita in un’età imprecisata nel lontano futuro, in cui si è appena conclusa una dura guerra tra esseri umani e vampiri. Tutti sono convinti di aver sconfitto per sempre questa forza oscura assetata di sangue, ma in realtà tutto è ancora da giocare e il pericolo è dietro l’angolo.
Tocca a Priest (Paul Bettany) rimettere ordine e pace in quel mondo freddo, con lande desolate e città scure e metalliche, dove la Chiesa sembra più il Consiglio dei Jedi visto in “Star Wars”, ma molto meno rassicurante.
“Priest” è un film ben costruito, con un ritmo che tiene lo spettatore nell’azione, aiutato da un’interpretazione molto convincente del protagonista Paul Bettany e scelte registiche che offrono inquadrature mozzafiato di ambientazioni suggestive e sequenze di puro action movie che coinvolgono e divertono.
Ma ormai si è trattato davvero tanto dei vampiri e tutte le loro forme possibili, che i film come questo trasudano ripetitività e scene scontate, già viste. Sicuramente è originale un prete supereroe che utilizza piccole croci come shuriken giapponesi, ma mostriciattoli e vampiri che ricordano le creature di Silent Hill e rocambolesche strategie di fuga e di attacco, creano alla fine un fumettone inutile e superficiale, adatto giusto per passare qualche ora al cinema con amici.
“Priest” si riduce praticamente ad una sorta di western di fantascienza, con richiami al leggendario “Star Wars” e a film simbolo sul tema dei vampiri come “30 giorni di buio” o “Resident Evil”, rimanendo un prodotto di serie B, con una trama debole e poco orginale resa però bene dal punto di vista delle intepretazioni del cast e della regia frizzante e dinamica.
Letizia Rogolino