Domani, nell’aula magna della facolta’ di medicina sarà presentato nel corso di un seminario il progetto tumaini. Un’iniziativa del dipartimento di neuroscienze e scienze materno-infantili dell’ateneo per ridurre la mortalità della tubercolosi in tanzania.
Ridurre i tassi di incidenza e mortalità della tubercolosi delle comunità rurali della regione del Kilimanjaro, area di Moshi, della Tanzania. È questo l’obiettivo principale del progetto TuMaInI, che domani (sabato 25 Giugno), a partire dalle 8.45, sarà presentato nel corso di un seminario si terrà nell’aula magna della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari, in viale San Pietro 43/b.
“Tumaini” significa speranza in lingua Swahili ed è l’acronimo di “Tuberculosis in Moshi Area: a pilot Integrated Intervention”, un progetto pilota di Cooperazione tra la Sardegna e la Tanzania attivato nei centri sanitari remoti per monitorare la diffusione della tubercolosi in un’area rurale del Paese africano.
Il progetto è promosso dal dipartimento di Neuroscienze e Scienze Materno-Infantili dell’Università di Sassari e cofinanziato dalla Regione Sardegna in collaborazione con il partner africano National Institute for Medical Research (NIMR).
TuMaIni, che in lingua swahili significa speranza, è in realtà l’acronimo di “Tuberculosis in Moshi Area: a pilot INtegrated Intervention“.
L’obiettivo del progetto TuMAInI, che dovrebbe durare circa un anno, è di migliorare l’efficienza delle strutture periferiche del sistema sanitario in alcune comunità rurali coinvolte nella notifica e nella sorveglianza della tubercolosi. Il progetto mira a contribuire, in ultima analisi, alla riduzione dei tassi di incidenza e mortalità attraverso il rafforzamento della sorveglianza attiva e passiva della malattia, e costituisce un modello strategico per monitorare altre malattie ad alta frequenza o impatto sociale nella popolazione locale.
Una squadra di alto profilo clinico, sanitario e tecnologico dell’Università di Sassari ha già effettuato la prima missione del progetto in Tanzania. Il responsabile scientifico è Maura Pugliatti, mentre il capo progetto è Piero Sanna. Il team è inoltre composto da Stefania Zanetti, Piero Pirina, Luciana Contini, Paola Molicotti, Valentina Spada e dall’esperto informatico Alessandro Usai.
Il primo passo compiuto è stato l’analisi dello stato attuale dei presìdi sanitari periferici del distretto di Siha (Regione del Kilimanjaro,Tanzania), l’avvio delle operazioni di riorganizzazione di queste strutture e la definizione delle modalità di comunicazione e raccolta dati attraverso software e via web.
Il progetto prevede, inoltre, l’informatizzazione e la connessione in rete dei centri di assistenza sanitaria della regione di Moshi attraverso un software web-based integrato, che utilizza una banca dati per la raccolta di dati clinici e demografici dei pazienti, gli operatori sanitari potranno registrare i casi di tubercolosi e condividere le statistiche con le altre strutture.
Il progetto TuMAInI ha superato nel 2010 la selezione nell’ambito del bando previsto dalla legge Regionale 19 dell’11 aprile 1996, permettendo di rafforzare il rapporto di collaborazione con la Tanzania, già consolidato in questi anni attraverso diverse collaborazioni su vari progetti di ricerca e formazione con molteplici riferimenti locali, sia in ambito universitario che privato.
Infatti già dal 2004 il Dipartimento di Neuroscienze ha realizzato una serie di progetti di cooperazione con istituzioni accademiche e sanitarie, tra cui il Muhimbili University of Health and Allied Sciences (MUHAS), Muhimbili National Hospital (MNH), e lo stesso National Institute for Medical Research (NIMR), partner africano di TuMAInI.
Una volta a regime, questo sistema di monitoraggio potrà essere adottato dal sistema sanitario locale tanzaniano per intervenire sulla tubercolosi e su altre patologie, in rapporto al loro grado di diffusione villaggio per villaggio, zona per zona.
TuMaIni è solo l’ultima delle iniziative, in ambito di progetti di cooperazione internazionale, portate avanti dall’Università di Sassari in collaborazione con i partner di progetto per fornire un contributo concreto e sostenibile allo sviluppo del potere decisionale locale (empowerment) e tecnologico, e nella formazione nei Paesi in via di sviluppo nel settore della sanità.
Le strutture coinvolte in questo progetto di ricerca sono, oltre ai dipartimenti di Medicina Clinica Sperimentale e Oncologica e di Scienze Biomediche dell’Ateneo sassarese, l’Azienda sanitaria locale 1 di Sassari, la VM Imaging S.r.l. di Sassari e il partner tecnologico Krene S.r.l. del gruppo Bassilichi.
Si avvale inoltre di Osservatori internazionali, rappresentati dalla Sardinian Mediterranean Imaging Research Group (fondazione SMIRG), del Dipartimento di Economia dell’Università di Cagliari e dell’Università norvegese di Bergen.
Al seminario di domani interverranno oltre allo staff sardo anche alcuni collaboratori del partner tanzaniano National Institute for Medical Research di Dar es Salaam: G.S. Mfinanga e B. Ngowi del N, i medici G.S. Mfinanga, B. Ngowi e dell’area di intervento, R. Mcharo e R. Mmari, B. Mbaga, suor L. Shayo e M. Malick. Gli ospiti tanzaniani svolgeranno dei corsi di formazione e nelle strutture mediche dell’Ateneo.