Il gender pay gap misura la differenza della retribuzione lorda oraria tra lavoratori dipendenti maschi e femmine, un indice fondamentale quando si studiano i rapporti di parità ed equità in una società.
Questi dati sono frutto di una ricerca sui differenziali retributivi tra uomini e donne condotta sui dati di Hay Group Italia, ricavati da un campione di 222 aziende del settore privato (147 italiane e 74 subsidiary di multinazionali estere) per un totale di oltre 8 mila dirigenti.
I ricercatori Chiara Paolino di SDA Bocconi e Michele Stasi di Hay Group che hanno curato lo studio, hanno spiegato che i risultati dimostrano come, facendo la media delle retribuzioni di uomini e donne del campione, il fenomeno GPG sia del 12,5%, ma il vero problema non è tanto di ‘paygap’ quanto piuttosto di ‘soffitto di vetro’, cioè di difficoltà da parte delle donne ad accedere a ruoli di alta responsabilità, quelli cioè più retribuiti. Inoltre le donne sono in genere maggiormente impiegate in funzioni aziendali a più bassa retribuzione.
Il progetto di ricerca, che è stato avviato nel 2005 dall’Osservatorio sul Diversity Management, è volto oltre a quantificare e dettagliare il fenomeno del Gender Pay Gap in Italia soprattutto a individuarne le determinanti, difatti è emerso come, “con l’aumentare del grado di complessità della posizione in azienda, il salario maschile cresca più velocemente del 2,7%”.
Per maggiori informazioni: http://www.sdabocconi.it/
Pietro Marzocca