La proposta dei precari dell’Università di Sassari prevede la restituzione dei contributi previdenziali versati dalle università nella gestione separata dell’Inps per dottorandi, assegnisti, borsisti, collaboratori e partite iva o la realizzazione un documento che impegni gi organi di governo degli Atenei a creare le condizioni minime di continuità economica nelle attività di ricerca e di didattica.
“Condivido a pieno – dice il rettore Attilio Mastino – le istanze presentate dai lavoratori precari della nostra Università. Il nuovo Statuto, già varato dalla commissione statutaria e che nei prossimi giorni sarà presentato al Senato accademico e al Consiglio di amministrazione dell’Ateneo per l’approvazione definitiva, contiene infatti importanti riferimenti al lavoro precario. Inoltre lo Statuto prevede la presenza in Senato accademico di un rappresentante del personale non di ruolo, diverso dai ricercatori universitari a tempo determinato”.
Con l’articolo 6 dello Statuto l’Università di Sassari “si impegna, per quanto possibile, a non far ricorso a lavoro precario per attività che abbiano carattere di continuità, assicurando a tutti i lavoratori le stesse garanzie e la medesima tutela”. Il comma 4 dell’articolo 12 dice inoltre che “l’Ateneo si impegna a realizzare periodicamente un rapporto sui diritti del lavoro e sul lavoro precario da presentare in un incontro pubblico”.
“Per la trattazione di specifici argomenti, posti all’ordine del giorno, possono partecipare, senza diritto di voto, il Presidente del Nucleo di valutazione, gli altri Direttori di Dipartimento e un rappresentante del per-sonale non di ruolo, diverso dai ricercatori universitari a tempo determinato, che presta servizio in Ateneo con un contratto a termine di durata almeno annuale per l’esercizio di funzioni didattiche o di ricerca e che resta in carica per un solo anno.
Serena Valeriani