La rappresentazione, che avrà luogo in una classica dimensione interattiva tra attori e pubblico, è il primo appuntamento delle celebrazioni per il 450° di fondazione dell’Ateneo sassarese e sarà dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Si tratta di evento di notevole valenza sociale e artistica considerata la particolare composizione di quello che viene definito il più antico gruppo teatrale penitenziario italiano. Tra gli attori che si esibiranno a Sassari, e che attraverso il teatro sta realizzando il proprio riscatto sociale, c’è infatti anche Renzo Danesi, 56enne cofondatore della banda della Magliana, condannato a 43 anni di carcere, 29 già scontati e oggi in semilibertà. Autore e regista dello spettacolo, nonché responsabile della compagnia, è Antonio Turco, educatore responsabile delle attività culturali della Casa di reclusione di Rebibbia.
La compagnia Stabile Assai arriva a Sassari dopo il successo raggiunto con lo spettacolo dedicato alla strage di Capaci “Alle due i monaci tornano in convento”, andato in scena al Teatro Parioli di Roma dal 3 all’8 maggio e dopo aver ottenuto un riconoscimento speciale il 30 giugno nell’ambito del Premio Troisi.
La trama dello spettacolo ripercorre la storia recente del Paese con una particolare attenzione al fenomeno del brigantaggio, alle lotte contadine e operaie degli inizi del XX secolo, alla Resistenza partigiana, alle vittorie della Nazionale di calcio dietro cui si sono celati tanti problemi sociali, all’attuale dramma dell’immigrazione. Il racconto si snoda tra monologhi e canzoni, in una immaginaria ricostruzione da “opera dei pupi” che quattro professori di liceo utilizzano per stimolare i ragazzi a conoscere le vicende dell’Italia monarchica prima e repubblicana dopo. Lo stile narrativo è quello classico della compagnia che dedica particolari attenzioni alle problematiche sociali che spesso conducono le persone in carcere.
La compagnia di Rebibbia si è già esibita in Sardegna un anno fa, sull’isola dell’Asinara, con lo spettacolo “Mediterraneo”.
Il 29 luglio lo spettacolo sarà replicato nel carcere di San Sebastiano e sarà destinato alla locale popolazione detenuta.
La Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione Rebibbia di Roma è il più antico gruppo teatrale operante all’interno del contesto penitenziario italiano. Il suo esordio risale al luglio 1982 con la sua partecipazione al festival di Spoleto. Ne3l corso degli anni la Compagnia, formata da detenuti e da detenuti semiliberi che fruiscono di misure premiali, oltre che da operatori carcerari e da musicisti professionisti, si è esibita nei maggiori teatri italiani. La compagnia “Stabile Assai” si è caratterizzata per la stesura di testi del tutto inediti, dedicati ai grandi temi dell’emarginazione, come l’ergastolo “Fine pena mai”, la follia “Nella testa un campanello”, la questione meridionale “Carmine Crocco”, l’integrazione interetnica “Nessun fiore a Bamako”.
La compagnia si è inoltre esibita nel giugno del 2009, unico caso in Italia, all’interno della Camera dei Deputati alla presenza del presidente della Camera, Gianfranco Fini, del presidente della Commissione Giustizia del Senato, Giulia Buongiorno, e del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta. Nel dicembre 2010 si è esibita anche nell’Auditorium della Casa Madre del Mutilato di Guerra di Piazza Adriana, in uno spettacolo voluto dai vertici del Tribunale di Sorveglianza di Roma e da personaggi politici.
Di particolare rilievo, inoltre, è l’attribuzione della medaglia del Capo dello Stato alla Compagnia per la valenza sociale della sua attività teatrale.
Recentissimo è il successo raggiunto dalla compagnia con lo spettacolo dedicato alla strage di Capaci “Alle due i monaci tornano in convento”, andato in scena al Teatro Parioli di Roma dal 3 all’8 maggio. Ancora più recente è il riconoscimento speciale, ricevuto il 30 giugno, nell’ambito del Premio Troisi.