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Programma Industria 2015: la nuova illusione della scuola italiana

R. C.
04/08/2024

Le recenti statistiche sulla maturità, affermano che al Sud ci sono un sacco di cervelloni.

La cosa può stupire in molti, e far gridare allo scandalo quanti pensano che al Sud siano tutti allegri mandolinari e svagati banderuoli ndranghetisti e camorristi.

Beh, quanti inorridiscono davanti ai freddi indici di un’indagine telematica, non si sono mai confrontati con quelle leggi che dovrebbero tutelare il sogno di una crescita collettiva del Paese e invece si tramutano in ingorghi difficili da spurgare nonostante mille ricorsi e tanti reclami.

E’ questo il caso del Programma Industria 2015.

Vi starete ora chiedendo cari affezzionatissimi lettori stravaccati sulle vostre sedie a sdraio in attesa della classica passeggiata sul lungomare cosa sia il Programma Industria 2015.

E’ presto detto.

Il Programma Industria 2015, varato con la Finanziaria 2007 durante il governo Prodi, finanzia progetti di innovazione industriale che prevedono il partenariato tra aziende, centri di ricerca e università.

Era stato presentato come il perno della nuova politica industriale italiana che avrebbe dovuto puntare su pochi e selezionati settori d’eccellenza.

E’ diventato un miraggio.

In 150, tra imprenditori e responsabili dei progetti di ricerca ripeteranno quanto già fatto un anno fa: invieranno una lettera aperta al ministro dello Sviluppo economico per denunciare i ritardi e sottolineare i danni per il sistema industriale.

L’elenco è lunghissimo: tra le aziende Marazzi, Beghelli spa, Loro Piana spa, Faraplan spa, Almaviva spa, Richard Ginori, Kerakoll spa, Burgo group spa; tra le università, gli atenei di Firenze, Genova, la Bocconi di Milano, tra i centri di ricerca il Cnr.

Beh, tenetevi forte care amiche ed amici di Controcampus:

«Dalla pubblicazione della graduatoria ufficiale dei progetti ammessi ai finanziamenti – scrivono le aziende nella loro lettera aperta – sono passati ormai da 12 a 30 mesi e nessun soggetto ha ancora ricevuto le agevolazioni, a titolo d’erogazione, com’era invece previsto nelle regole del bando, a fronte di stato d’avanzamento lavoro presentati da molti mesi».

Un’impasse che risale alla precedente gestione dello Sviluppo economico, con Claudio Scajola al timone, e si è perpetuata sotto la gestione di Paolo Romani.

Complici le notevoli farraginosità burocratiche che su questo tema hanno condizionato la direzione incentivi del ministero, precedentemente guidata da Gianluca Esposito, e rimasta per mesi senza un titolare. Solo lo scorso 13 luglio si è insediato, con un incarico ad interim, il nuovo responsabile, Enzo Donato, che sta cercando di venire a capo della montagna d’arretrato accumulato. Impresa difficilissima, anche se dal ministero assicurano che nei giorni scorsi, dopo aver incontrato alcuni rappresentanti delle aziende, sarebbero stati firmati i primi mandati di pagamento e altri dovrebbero essere sbloccati presto.

Bisognerà coinvolgere anche gli esperti di Invitalia (ex Sviluppo Italia), l’agenzia che ha il compito di inoltrare le istruttorie al ministero, in quello che è un iter tutt’altro che semplice. Il ministero, poi, promette che si bruceranno le tappe per evitare la perenzione amministrativa (c’è tempo fino all’inizio di dicembre), un problema che considerati i ritardi accumulati riguarda anche tutte le altre tipologie di incentivi gestite dallo Sviluppo economico.
Gli archivi del ministero sono, infatti, stracolmi di documentazione da scongelare per far affluire i finanziamenti alle imprese. Nel caso specifico di Industria 2015, ha influito di certo anche la difficoltà per i proponenti di ottenere dalle banche le complesse fideiussioni chieste dal ministero e il credito per partire con le prime fasi dei lavori. I tempi, tra un intralcio e l’altro, sono diventati estenuanti: tra le 150 aziende che si sono unite per sollecitare un cambio di passo, sono diverse quelle che hanno presentato progetti nell’autunno 2008, hanno ottenuto il decreto di concessione a distanza di un anno, hanno raggiunto il primo Sal (stato avanzamento lavori) a giugno-luglio 2010 ma non hanno ancora ricevuto le erogazioni corrispondenti.
Perché accade questo? Perché in Italia le leggi non sono rispettate come negli altri paesi?
Semplice:
Perché se in Italia tutto andasse bene smetteremmo d’esser creativi e faremmo un torto alla nostra fantasia.

L’Italia è un paese disordinato e credulone, avventato e superficiale.

Non ha tempo per eseguire, preferisce inseguire e quando può ragionare. E i ragionamenti degli italiani non sono mai sciocchi. Superflui forse. Ma banali mai. Molti di loro guardano un bando ministeriale e non sentono un inibizione. Casomai uno stimolo. Un’occasione per togliere i loro diplomi e le loro lauree dallo scantinato, indossare il vestito buono, uscire di casa e provare ad avanzare nella scala gerarchica dell’esistenza.
Il cammino dell’esistenza è difficile e tortuoso. Ogni metro percorso e uno scalino in meno nella grande scala della vita. Ogni decisione umana è il risultato di un ponderoso e cospicuo lambiccamento cerebrale.

Quand’è errato c’è spazio solo per i cortei di protesta, i gesti inconsulti e i ricoveri d’urgenza nel più vicino ospedale psichiatrico.

La creatività e l’intelligenza non è vantaggiosa nel 2011. E’ solo un contrassegno che molti esseri umani si tolgono per non apparire estranei a un mondo che in ogni caso non li vuole.

Ci sono i ministeri comunque.

Neppure lì però c’è spazio per l’equità e il rispetto della legge.

Osservate il distacco filosofico dei sindacati.

Lì fuori poco distanti, ci sono studenti arrabbiati, professori confusi, ricercatori abili e smarriti. Guardate la disperazione nei loro volti.

Ricordatevela sempre. Tutti i giorni. Non solo in quelli della protesta, nel pieno della sommossa, nei quindici canonici dell’autogestione.

Nonostante il clamore delle proteste chi di dovere però non fa nulla.
Perché?

Perché hanno rinunciato a farlo. Magari una volta avevano anche provato a fare qualcosa. Ora no. Hanno capito di non poter cambiare il mondo e non si sforzano nemmeno di migliorare il Paese.

Neppure loro rispettano l’ordine delle cose.

Discutono, obiettano, cambiano idea così in fretta da sconcertare chiunque guardi a loro quali garanti della pubblica sicurezza e collettiva sanità mentale.

Poi, il giorno dopo, nei bar, nelle edicole nei negozi, il popolo inscena il proprio processo.

Ci sono proprio tutti: il pubblico ministero, (il barista), i testimoni, (gli avventori). L’avvocato, (il salumiere), e le immancabili attenuanti generiche (E’ un problema atavico, non è colpa loro! La burocrazia e via discorrendo.

E’ una stramba giustizia rionale e casalinga quest’ultima e a differenza dell’altra, funziona.

Ma la tolleranza è come la birra: un po’ fa bene, troppo fa male e gli organi preposti non potranno far melina ancora per molto, denunciando interpretazioni faziose e errori di valutazione affidandosi alla discrezionalità e alla clemenza del Governo centrale.

Quest’ultimo per come conduce il gioco sarebbe da rinchiudere.

Per come discute meriterebbe una cattedra accademica.

Gli sciocchi che l’ascoltano sacramentano e pensano: forse è il caso di lasciar stare.

Salvando loro e condannando tutti quegli studenti, quei professori e ricercatori speranzosi in un mondo migliore.

Gaetano Santandrea

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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