Il più monumentale edificio della città, realizzato circa duemila anni fa e poi abbandonato da quasi 1500 anni, è ora venuto in luce per una altezza di circa 2 metri in relazione all’ingresso maggiore. Esso si affianca nella regione a quelli di Ancona e Urbs Salvia, e anche di Ariminum, dove si sono tenute nell’estate rappresentazioni di teatro classico.
Un centinaio di studenti dei corsi di Beni Culturali e di Restauro dell’Università di Urbino ha preso parte agli scavi nei mesi estivi, con la scoperta di nuovi mosaici, anche figurati, nella lussuosa Domus di Europa, che ha restituito nel 2009-2010 alcuni tratti di affreschi parietali; il più significativo, con Perseo e Andromeda, è in corso di restauro e si affianca ai due già noti a Pompei e Ercolano.
La nuova documentazione rinvenuta è stata schedata e fotografata nel laboratorio archeologico ed entrerà a fare parte delle raccolte del locale Antiquarium. I giovani del corso di Restauro hanno collaborato alla tutela e valorizzazione dei mosaici e delle strutture scoperte, mettendo in pratica le loro capacità sotto la guida di esperti.
Queste nuove scoperte hanno consentito di arricchire il quadro delle conoscenze acquisite nell’area di San Martino del Piano di Fossombrone, dove trentotto anni fa il ritrovamento di un edificio termale ha impedito la realizzazione d’una zona industriale, poi spostata verso ovest.
I successivi scavi annuali dell’Università di Urbino, diretti da Mario Luni in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche, hanno determinato il sorgere dell’unico Parco Archeologico della Provincia, riconosciuto con legge regionale del 1996.
Gli studi e le pubblicazioni hanno permesso di fare conoscere in modo sempre più ampio negli ultimi decenni la realtà monumentale e urbanistica di una città murata che è stata organizzata secondo una pianta regolare da Caio Sempronio Gracco nel II secolo a.C.