Julian Birkinshaw della London Business School sta conducendo, in partnership per l’Italia, con il CeRCA – Centro di ricerca sul Cambiamento e Apprendimento Organizzativo dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC.
Con il termine engagement, spiega il Prof. Vittorio D’Amato Direttore del CeRCA, si definisce la condizione di chi è “fisicamente, intellettualmente ed emotivamente coinvolto sul lavoro”. Il tema è di grande rilievo sia per le persone, che al lavoro dedicano una parte rilevante del loro tempo, sia per le aziende, che dipendono dall’investimento di energia e di capacità dei propri collaboratori per raggiungere i loro obiettivi.
Uno studio condotto da ISR nel 2006, su un campione di 664.000 persone, ha dimostrato l’esistenza di un circolo virtuoso tra engagement e risultati aziendali: le aziende con un più basso livello di engagement possedevano un valore del net income (risultato netto di gestione) mediamente inferiore del 32,7% ed una produttività media inferiore del 20%. Attraverso la ricerca, che per l’Italia partirà in queste settimane, sarà possibile effettuare un benchmark a livello internazionale ed evidenziare: il livello di soddisfazione del lavoro in azienda, la percezione che i collaboratori hanno su quanto l’azienda considera il loro lavoro, quanto l’azienda riconosce e valorizza il contributo dei collaboratori, la percezione del contributo dei capi nello svolgimento dell’attività lavorativa, i fattori di incertezza/preoccupazione all’interno del contesto lavorativo, quali sono i fattori che contribuiscono a creare engagement.
Chi fosse interessato a partecipare alla ricerca può scrivere a: vdamato@liuc.it.
“Il CeRCA – spiega il professor D’Amato – è una fucina di idee, dove vengono esplorate nuove competenze, analizzati nuovi metodi manageriali e dove si dialoga sulle idee di fondo della cultura aziendale”. Partner stabile del Centro è l’Associazione Italiana di Change Management, Assochange.
“La missione di aiutare le aziende partner a conseguire significativi vantaggi competitivi sostenibili, attraverso la costante ricerca di un più elevato livello di performance – continua – richiede di migliorare i processi cognitivi e strategici, con particolare riguardo alle competenze e alla cultura aziendale. Diventa fondamentale sviluppare la capacità di pensare in modo sistemico attivando un continuo processo interattivo tra visione, competenze distintive, mosse strategiche, organizzazione e politiche operative”.
Al Centro è possibile associarsi attraverso due modalità.
La prima è quella del CMOL Club (Change Management and Organizational Learning Club), che include una gamma molto ricca di attività complementari ed è impostato in modo da ottimizzare il rapporto benefici ricavati vs. tempo impiegato. Le attività disponibili ai membri del Club comprendono: Ricerca e Research Meeting (1 all’anno), partecipazione ai Forum (3 all’anno), accesso all’area riservata nel sito a News CeRCA.
La seconda modalità è quella denominata NLP (Make the transition to the Next Level of Performance). Gli iscritti con questa modalità, oltre ad aver diritto a partecipare alle attività del CMOL, possono usufruire di un percorso di apprendimento nel corso del quale si sviluppano le competenze delle organizzazioni vincenti (Learning Phase) e si implementano concretamente tali competenze in azienda (Roll-Out phase). La Learning Phase e la Roll-Out Phase sono tra loro strettamente collegate, infatti al fine di dare concretezza e di tradurre immediatamente in risultati quanto appreso, i workshop saranno seguiti da progetti applicativi in accordo con le aziende.
Oltre all’attività di ricerca, il CeRCA offre consulenza per imprese o enti pubblici/privati, per il raggiungimento di specifici obiettivi aziendali.
Non mancano anche opportunità di formazione, con un’ampia gamma di attività sui temi del cambiamento, della leadership e dell’apprendimento organizzativo oltre a interventi formativi aziendali in house su commessa, progettati e realizzati su esigenze specifiche.
“Gli elementi distintivi della nostra attività – conclude D’Amato – sono il fatto di lavorare alle frontiere della conoscenza, la presenza di contributi internazionali e l’interdisciplinarietà”.