Dopo un lungo periodo in cui lo scienziato (il filosofo) discettava di problemi
scientifici in ambienti estremamente ristretti e poteva quindi comunicare o
tramite linguaggi ermetici o tramite gerghi quasi-iniziatici, si è visto come
la scienza sperimentale di Galileo abbia interessato anche il modo di
comunicare scienza, e non solo quello di “farla”.
Questa esigenza di comunicazione ha portato nel tempo con significative anticipazioni già nel mondo antico greco-romano, alla necessità di compiere sempre più profonde e dettagliate ricerche sul linguaggio, inteso all’inizio come mezzo di comunicazione e più modernamente ora percepito come un ambiente entro il quale il pensiero si sviluppa e viene comunicato.
La comunicazione scientifica è diventata quindi un elemento intimamente legato alle caratteristiche delle società moderne. Qualunque aspetto della vita è oggi influenzato e trasformato da una serie di messaggi di natura scientifico-tecnologica intesi sia come semplici “informazioni”, che come “istruzioni per scegliere”, che come “istruzioni per fare”.
Il cittadino inoltre, facendo parte di un’estesa comunità, utilizza queste informazioni per catalizzare tutta una serie di comportamenti sociali che si traducono nelle strategie di scelta di macro-aree di popolazione.
Il risultato sarà quindi di avere creato, partendo da semplici
one-to-one messages, una rete di relazioni complesse che evolvono in maniera
non ovvia.