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Secondo appuntamento della stagione con Loose Habit, che ospiterà Venerdì 04 Novembre al Lanificio159 il live del newyorkese COM TRUISE. Ad accompagnarlo i dj resident FRANCISCO e 3 UNTITLED DJS. Nel corso della serata, per il concept “Looking Forward”, attraverso cui Loose Habit si apre al mondo dell’arte, ci saranno i live painting di Artcock e Federico Mazza e le esposizioni di Stefano Alfieri e Sbagliato.
COM TRUISE
Com Truise è uno degli innumerevoli alter ego del produttore e designer Seth Haley, nato e cresciuto a New York ed ora operativo da un appartamento di Princeton, New Jersey.
Dichiaratamente ossessionato dai synth, Com Truise è il creatore di uno stile sperimentale che gli stesso chiama “mid-fi synth- wave, slow-motion funk”.
Haley produce musica da dieci anni più o meno come dj – cambiando pseudonimi in continuazione (Sarin Sunday, SYSTM, Airliner) – , ora invece è impegnato nella riscoperta di una synth-wave più leggera.
Influenzato dalla collezione di album dei genitori e da prodotti elettronici di design ormai obsoleti, il progetto Com Truise non è solo un legame nostalgico col passato.
Nella sua music ci sono frammenti di Joy Division, New Order e Cocteau Twins, ma è come ascoltarli dalla scheda madre di una xbox.
La prima uscita di Com Truise è stato l’ep Cyanide Sisters – distribuito gratuitamente con l’etichetta AMdiscs – in cui pezzi più melodici come “Sundriped” and “Slow Peels” si affiancano ai più pesanti “BASF Ace” and “IWYWAW”
In seguito sono usciti un singolo, “Pyragony/Trypyra,” ed una serie di eclettici podcast intitolati Komputer Cast.
Comodamente seduto sui divanetti dell’etichetta “Ghostly” , sta già pensando a come distorcere il prossimo pezzo di cui si approprierà. E speriamo non cambi di nuovo nome.
FRANCISCO
Francisco è il progetto solista di Francesco de Bellis, conosciuto come una metà dei Jollymusic e Mat101. Il suo esordio discografico avviene nel 1996 come MAT101 su Nature Records, progetto di dance sperimentale con sapori che vanno dall’electro alla musica dei videogiochi senza disdegnare uno sguardo al pop. Dopo un paio di singoli ed un ottimo album, MAT101 diventa immediatamente uno dei più freschi ed originali prodotti della scena underground elettronica italiana. Nel 1999 i MAT101 danno vita ad un nuovo progetto dove altre influenze ed atmosfere trovano spazi ben più ampi: il nuovo nome è Jolly Music. Il nuovo sound proposto con il progetto Jolly Music è ben più aperto, spaziando dalla disco psichedelica al soul, dall’electro all’hip hop. Un vero e proprio frullato di sonorità che viene immediatamente riconosciuto in Inghilterra come una delle novità più interessanti del 2000. L’originalità della musica dei Jolly Music in poco tempo apre loro le porte del mondo musicale meno sotterraneo e dopo l’uscita su Nature Records dell’album “Jollybar” è l’Illustrious Records (nuova etichetta dance della Sony UK) a farsi viva con una proposta di licenza per il suddetto album. Contemporaneamente i Jolly Music collaborano con diversi artisti contemporanei tra i quali citiamo Erlend Oye dei Kings of Convenience… Con il suo progetto solista, caratterizzato da un suono fresco e frizzante, fatto di elementi della disco italiana più evoluta e di groove house stile Chicago e old school funk, Francisco si è imposto come uno degli artisti più poliedrici che il panorama produttivo dance italiano abbia mai incontrato: sono infatti bastati due singoli come “Salvation” (Pigna 002) e “Fregna” (Pigna 005) ad attrarre l’attenzione di moltissimi dj italiani, europei e non solo. Infatti, sin dall’uscita di questi due 12″ sono state diverse le richieste di partecipazioni a compilations tra le quali, su tutte, citiamo quella pubblicata da Jockey Slut (UK) e quella pubblicata da Dj Magazine (UK). Prendendosi sulle spalle l’eredità dell’italodisco più pura, Francisco ha poi pubblicato un nuovo singolo su Nature Records “Moon Roller”
(NAT2127) che è stato seguito dall’album “Music Business” (NAT2129) e da altri due singoli, “Hero” e “Life is life”, rispettivamente per le etichette 2020Vision e Klakson (quella di Dexter … famosa per la strasuonata “I Don’t Care”). Anche in questo caso, grazie all’esperienza acquisita con i progetti Jollymusic e Mat101, Francisco affronta i suoi show con enorme slancio, proponendo un suono che, a cavallo tra ironia e groove, riesce sempre a sorprendere il dancefloor senza mai risultare scontato.
3 UNTITLED DJS
I 3 UNTITLED DJS sono Yuri Toccacelli e Antonio Miccolis. Insieme da due anni mixano e producono suono electro contaminati da rock, funk ed hip hop, come resident (ed organizzatori) di E-Square (Circolo Degli Artisti, Roma) e come ospiti in alcuni dei migliori locali di Roma come Lanificio159, Carrozzerie, Rising Love, Dimmi, e nel resto d’Italia, come il festival Streamfest 2010 (Salento), il Klang di Arezzo e molti altri. Fanno parte del Diesel Planet Dj Team, progetto sostenuto dal brand di abbigliamento che mira a lanciare sulla scena dj emergenti italiani. Hanno realizzato la colonna sonora del trailer di presentazione del Festival Delle Letterature 2010, che si tiene ogni anno presso la Basilica di Massenzio a Roma, e condiviso il palco con artisti internazionali come WhoMadeWho, Buraka Som Sistema, Does It Offend You, Yeah?, These New Puritans, Peter Kruder, ed italiani come Meg, Bugo, Scuola Furano, Useless Wooden Toys, Fare Soldi.
ARTCOCK
Le quattro menti che oggi compongono questa squadra sono: Federico Maria Tribbioli, Niccolò Berretta, Filippo Silli, Maurizio Montesi. Mixando fotografia e video ARTCOCK stanno formando uno strepitoso archivio, che racconta passo per passo tutta la loro produzione e tutto quello che c’è dietro ad un lavoro articolato e complesso, nel quale convivono costruzione stilistica e autentica spontaneità. Questa formula contraddittoria sembrerebbe irraggiungibile, ma gli ARTCOCK, con i loro strumenti, le loro idee e lo spirito che li contraddistingue, sono capaci di creare un’armonia che vive proprio grazie ad una melodia stonata, che tende a sottolineare la coesistenza del passato nel presente e viceversa.
FEDERICO MAZZA
Vive e lavora nel suo studio di Monterotondo (Roma) come pittore e grafico multimediale soprattutto nel settore cinematografico, è specializzato nella realizzazione di poster per film e btl. Pittore autodidatta, nel 2003 viene selezionato nella sezione arti visive del festival ‘Enzimi’ con una personale dal nome ‘Transiti – luoghi di passaggio’. Nel 2011 è selezionato per il catalogo del Premio Combat, nel 2010 e 2009 per il catalogo di Premio Celeste, finalista al Premio Lissone 2010, espone in diverse gallerie e partecipa a fiere d’arte contemporanea in Italia e all’estero.
STEFANO ALFIERI
Nasce a Pomezia nel 1985 e studia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nella sua pittura – memore di una certa dimensione della transavanguardia – il mito appare come forma aurorale di conoscenza della realtà, grazie alla quale il giovane artista tende ad eliminare la dicotomia tra spazio sacro e spazio profano, e sembra ristabilire un legame tra il mondo del già vissuto e il mondo della possibilità, rendendoci consapevoli di come il mito stesso possa innescare un processo di fantasia linguistica in grado di produrre nuove forme. Stefano Alfieri ha trovato una convincente soluzione espressiva per conciliare la fascinazione per il mito e per l’antico con la propria disincantata modernità, che gli impedisce di cullarsi acriticamente nelle suggestioni del passato. Ha così sviluppato una lucida, acuta ironia, che a sua volta mantiene lucido e acuto lo spettatore: ne tiene viva la coscienza critica , lo induce al pensiero, vietandogli l’ingresso totale e incondizionato, stupefatto e sognante, nelle magie coloristiche di questa pittura, dove davvero “il disegno altro non è che un moto profondo del colore”.
SBAGLIATO
Nasce dal desiderio di generare un’interferenza nel monotono flusso di informazioni a cui è sottoposto quotidianamente l’individuo, creando una frattura all’interno dell’ordine composto dalle architetture. Per farlo, prende elementi architettonici esistenti per riproporli in modo eterogeneo ma non casuale. L’osservatore non deve essere necessariamente o completamente cosciente della nuova sensazione che percepisce, si vuole provocare in lui sensazioni di arricchimento ma anche di disorientamento che lo portino a interrogarsi su quanto possa essere apparente e paradossale la realtà stessa in cui vive. Il progetto nasce a Roma, fonte inesauribile di idee e suggestioni e perfetto teatro di intervento. Il dialogo con la città ha funzione centrale, perché essa è il campo dove avviene la raccolta di materiale. Partendo dalla città, SBAGLIATO vuole esportare alcuni elementi propri di Roma fuori della città, anche all’estero, e al tempo stesso innescare un processo inverso, con l’integrazione di dati architettonici provenienti da altre culture. SBAGLIATO fonda la sua sperimentazione sulla tematica dei vuoti: uno degli elementi architettonici più immediati per quanto riguarda il campo visivo. Nel processo di realizzazione si crea una sinergia tra architettura, grafica e fotografia. Il poster diventa il mezzo di comunicazione ideale, proprio perché suggestivo, effimero e civile, lasciando comunque all’individuo la libertà di rimuoverlo, nel caso in cui lo ritenga … “SBAGLIATO”.