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PoliBa: Miss Italia 2011, non solo una gara di bellezza

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02/12/2024

E’ dal concorso di Miss Italia 2010, proseguito con quello di Miss Italia nel Mondo di Reggio Calabria dello scorso giugno e, in ultimo, con l’edizione 2011 di Miss Italia dello scorso settembre, che il Politecnico di Bari svolge particolari studi sulle bellezze nazionali in vetrina.

Assieme a parner medici dell’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma e dell’Università “Federico II” di Napoli infatti, ha avviato una ricerca (oggetto di una prossima pubblicazione scientifica) che si basa sulla tecnica non invasiva della scansione 3D.

Ma si può misurare la bellezza? E perché Francesca Testasecca (miss Italia 2010) e Stafania Bivone (miss Italia 2011) sono state le vincitrici? La bellezza è quell’insieme di qualità (o caratteristiche) che evoca in chi guarda una combinazione di emozioni positive forti, ed un elevato grado di attrazione. Il principale fattore dell’attrattività di un individuo è il suo volto. Partendo da questa considerazione gli esperti del Politecnico di Bari hanno effettuato la scansione 3D dei volti delle concorrenti al concorso Miss Italia 2011 a Montecatini Terme che di per se hanno rappresentato un campione da cui partire per definire, attraverso questi nuovi metodi, misure, proporzioni, volumi, simmetrie, ecc. utili per applicazioni soprattutto in campo medico-chirurgico per la diagnosi ed il monitoraggio di terapie ed anche per la ricostruzione di volti o parti di esso.

Le applicazioni della scansione 3D infatti, sono diverse: dal campo medicale, alla raccolta di dati antropometrici, alle animazioni digitale, alle teleconferenze ed alla realtà virtuale, per passare alle applicazioni forensi, all’allenamento sportivo, al campo sartoriale ed alla realizzazione di prodotti ergonometrici.

L’attività di ricerca nasce nel laboratorio di Protopitazione Rapida e Reverse Engineering, avviato nel 2000 dal Prof. Ing. Luigi Maria Galantucci, Ordinario di Tecnologie e Sistemi di lavorazione nel Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale del Politecnico di Bari. Da molti anni il team di ricerca si occupa anche di antropometria, ed ha realizzato dal 2006 al 2010 due progetti biennali di Rilevante Interesse Nazionale finanziati dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Il laboratorio costituisce una realtà di eccellenza nel campo della Reverse Engineering, ed ha già generato uno specifico Spin Off del Politecnico di Bari, la Polishape 3D.

Le misure biometriche tridimensionali – dice il prof. Galantucci – se realizzate con i sistemi adatti, sono oggi indispensabili in qualsiasi campo della medicina: chirurgia plastica, medicina ricostruttiva, ortopedia, protesi, ortodonzia e odontoiatria, dermatologia e cosmetica, ma anche per la realizzazione di abiti su misura.

In questi anni – continua – il nostro laboratorio ha sviluppato con il suo team (gli ingegneri Prof. Gianluca Percoco, Ing. Fulvio Lavecchia e la dott. Eliana Di Gioia, odontoiatra e specialista in ortodonzia) degli scanner fotogrammetrici molto innovativi.
Il metodo del Prof. Galantucci è per molti versi rivoluzionario: utilizza solo delle immagini fotografiche per ottenere la ricostruzione 3D delle superfici, senza la necessità di ricorrere a sistemi diagnostici invasivi, quali la tomografia computerizzata a raggi X.

La fotogrammetria 3D consente di studiare le correlazioni tra attrattività di un individuo, armonia del suo volto e del suo sorriso, ed equilibrio di forma e funzioni delle componenti dentali, scheletriche e dei tessuti molli.
L’Attrattività di un volto è soggetta ai condizionamenti nel tempo, e la bellezza può essere intesa come espressione di armonia, e quindi come indicatore di salute e benessere. Da qui la necessità di misurare le caratteristiche facciali a fini anche diagnostici, con uno studio antropometrico, per guardare, misurare, rappresentare un oggetto tridimensionale complesso quale un volto.

Con la metodica fotogrammetrica si ottengono informazioni supplementari per la diagnosi e le terapie, importanti per valutare le implicazioni estetiche delle patologie, che altrimenti devono essere affidate alla sola esperienza clinica dell’operatore; l’obbiettivo è di aiutare ad ottenere un equilibrio tra estetica, struttura e funzione, secondo un filo diretto che lega bellezza-armonia-salute.

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