Autori classici quali Simmel, Marx, Sombart, Weber e Durkheim avrebbero dato per scontata tale coincidenza, aprendo la strada a ciò che più tardi sarebbe stato chiamato ‘nazionalismo metodologico’.
Sulla base di ciò – si sostiene – le teorie sociali dei sociologi classici non sarebbero in grado di cogliere la realtà delle società di oggi, sempre più interdipendenti ad un livello sovranazionale; inoltre, e cosa ancora più importante, non sarebbero capaci di interpretare i mutamenti sociali nell’Europa contemporanea.
La conferenza tenta di respingere questa lettura dei classici, pur accettando che una mera coincidenza tra ‘nazione’ e ‘società’ sia incapace di comprendere il mondo d’oggi. In particolare, l’ipotesi avanzata è che le categorie sociologiche dei classici fossero molto più complesse e andassero già oltre l’idea di una società chiusa dentro i confini dello stato-nazione; e poiché sono essenzialmente universalistiche, tali categorie sarebbero quindi in grado di comprendere i fenomeni sociali di un mondo oggi sempre più interdipendente.
Lo scopo di questa conferenza è di rivalutare il modo in cui la sociologia classica guardava alla società tra il 1871 ed il 1945, quando la nazione era al sua apogeo, e tentare di gettar luce sui possibili modi di utilizzare alcune delle sue idee per comprendere i mutamenti in atto nell’Europa odierna; la conferenza tenta di conseguire tale scopo affrontando le seguenti questioni:
1) qual è il rapporto tra ‘nazione’ e ‘società’ secondo i sociologi classici;
2) quel è il rapporto tra ‘società nazionale’ e ‘società europea’ nei lavori di questi autori;
3) in quale modo la loro analisi può aiutare a sviluppare una sociologia della società globale capace di comprendere l’Europa odierna.