Con queste parole Bernardo di Chartres, filosofo francese del 12° secolo, fissava l’importanza dello studio del passato per capire il presente. Ma come comprendere la storia, quando la storia è in latino e quando la storia è storia della scienza? Come tradurre un testo in lingua latina di argomento medico? Quali i metodi di interpretazione critica del testo?
Se ne parlerà mercoledì 12 ottobre 2011 nel corso della giornata di studio “Medica Scriptura. Cultura e retorica nella letteratura medica in latino in area veneta” in Archivio Antico di Palazzo Bo, in via VIII febbraio 2 a Padova.
La giornata di studio pone al centro del dibattito il dialogo fra cultura scientifica e cultura umanistica con l’obiettivo di riflettere sulla modalità di traduzione e interpretazione dei testi medici in lingua latina. Il convegno nasce da un percorso di ricerca, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito dei progetti di eccellenza 2008, dedicato alla letteratura medica in lingua latina di area veneta tra Cinquecento e Seicento. Il progetto prevede lo studio di opere significative e meno studiate dalla Scuola medica patavina quali l’Epitome del De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio (Basilea 1543); il De venarum ostiolis di Girolamo Fabrici d’Acquapendente (Padova 1603), il De re anatomica di Realdo Colombo (Venezia 1559) e il De peste di Alessandro Massaria (Venezia 1579).
Aprirà i lavori GIUSEPPE ZACCARIA, Rettore dell’Università di Padova, alle ore 9.30 e seguiranno due sessioni moderate rispettivamente da GAETANO THIENE, docente di Anatomia Patologica all’Università di Padova, ed EMILIO PIANEZZOLA, docente della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Durante la prima sessione verrà illustrato il progetto di ricerca “Letteratura medica in latino del XVI e del XVII secolo in area veneta: la Scuola anatomica padovana”, con particolare riferimento al lessico anatomico. Nel corso della seconda sessione si approfondiranno tematiche inerenti le opere di Morgagni, Massaria e d’Acquapendente.