“Spagna e Italia nei processi d’integrazione europea (1950-1992)” è il tema di una tre giorni che si svolge a Modena dal 24 al 26 ottobre che raccoglierà i migliori specialisti spagnoli e italiani di storia delle relazioni internazionali, dell’europeismo e dei processi d’integrazione europea.
In un momento di difficoltà delle istituzioni europee, travolte dalle incertezze sui debiti sovrani e dalla debolezza di molti dei propri sistemi bancari, i Dipartimenti di Scienze del linguaggio e della cultura e di Studi linguistici sulla testualità e la traduzione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con la rivista Spagna contemporanea, promuovono un confronto ravvicinato tra i migliori specialisti spagnoli e italiani di storia delle relazioni internazionali, dell’europeismo e dei processi d’integrazione europea per comprendere le ragioni ed il valore storico di un’adesione che oggi appare minata dai venti di crisi che spirano sull’Unione Europea.
“Scopo del convegno – spiega il prof. Alfonso Botti, docente di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – è quello di promuovere un’analisi delle dinamiche e delle strategie messe in campo dai due paesi, sia a livello politico-istituzionale sia socio-economico tanto nelle rispettive fasi di ingresso come nella stagione del consolidamento del loro ruolo in seno alle istituzioni comunitarie. Grazie anche ad un’ottica comparata le varie sessioni offriranno una nuova prospettiva di indagine storiografica favorendo in tal modo una riflessione sui punti di contatto e sulle differenze tra le due esperienze”.
L’appuntamento, dal titolo “Spagna e Italia nei processi d’integrazione europea (1950-1992)”, ospitato all’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza (via San Geminiano 3) a Modena, inizia lunedì 24 ottobre alle ore 15.00 e proseguirà per tutta la giornata di martedì 25 e la mattina di mercoledì 26 ottobre, alternando 8 sessioni introdotte da contributi pronunciati da esperti dei due paesi. Le giornate, che coincidono col XI Convegno Internazionale di studi storici della rivista Spagna contemporanea, hanno il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dell’Ambasciata di Spagna in Italia ed il patrocinio dell’Istituto Cervantes, dell’Istituto di Studi storici Gaetano Salvemini, del Centro Studi Progetto europeo e della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCo).
“Nonostante le differenti vicende storiche che hanno caratterizzato Spagna e Italia nella seconda metà del Novecento, entrambi i Paesi, pur con tempi e modalità diversi, – spiega il prof. Alfonso Botti – hanno cercato nell’europeismo non solo una risposta a problemi di politica estera e di collocazione internazionale negli anni della guerra fredda, ma hanno anche individuato in esso uno strumento privilegiato per legittimare le rispettive classi dirigenti nazionali. Per l’Italia del secondo dopoguerra, la partecipazione al processo d’integrazione europea ha infatti rappresentato un’occasione unica per uscire dall’isolamento internazionale e allo stesso tempo per consolidare le istituzioni democratiche e favorire lo sviluppo economico.
Pur in un momento diverso della guerra fredda anche per la Spagna negli anni della transizione l’aggancio al treno europeo ha costituito la migliore garanzia per segnare una cesura netta con il passato, scongiurare possibili svolte autoritarie, garantire le libertà politiche e rafforzare il nuovo sistema politico democratico”.
Per informazioni: alfonso.botti@unimore.it; spacont@istitutosalvemini.it;