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La dissonanza cognitiva

R. C.
14/12/2024

Quando si programma l’acquisto di un’auto di un certo tipo e di un dato colore, camminando per la strada, si vedono quasi esclusivamente auto di quel tipo e di quel colore, quasi a volerci confermare che la nostra decisione è approvata e confortata da scelte simili alla nostra, anche se operata da altre persone.

Inoltre, acquistata l’auto, si tende a leggere molta più pubblicità riguardante la macchina acquistata al posto delle altre, ma soprattutto si tende ad evitare di leggere la pubblicità di auto prese originariamente in considerazione, ma che al momento sono state scartate.

Un esempio, che ci illustra ulteriormente il processo cognitivo che si mette in atto quando la decisione deve ancora essere presa, è il seguente: “Immaginiamo una persona che deve scegliere fra l’andare ad un concerto e l’accettare l’invito a cena di un amico, alternative per lui ugualmente attraenti. Immaginiamo poi che accetti l’invito a cena, perdendo così la possibilità di sentire il concerto. Ora deve tentare di pensare tutto il male possibile del concerto: può dirsi di conoscere a menadito i pezzi del programma, il che ne diminuisce l’attrattiva; oppure, al contrario, convincersi che, poiché alcuni dei pezzi in programma gli risultano assolutamente sconosciuti, non sarà in grado di goderli appieno, come è già accaduto spesso in passato, quando gli è capitato di ascoltare un brano musicale per la prima volta. Altra possibilità, può rileggere una recensione estremamente critica dell’ultima esecuzione; e, contemporaneamente, prefigurarsi una serata molto piacevole in buona compagnia” (Festinger L., 1978, Teoria della dissonanza cognitiva, Franco Angeli Editore, Milano, pagg. 40-41).

Gli esempi qui riportati e contestualizzati in ambiti diversi fanno parte di un fenomeno definito come dissonanza cognitiva. La dissonanza cognitiva è una teoria elaborata dallo psicologo sociale Leon Festinger e si basa sull’assunto che “l’individuo mira alla coerenza con se stesso. Le sue opinioni e i suoi comportamenti, per esempio, tendono a comporsi in complessi intimamente coerenti” (Festinger L., 1957, A theory of cognitive dissonance, Standford University Press, Stadnford).

In altri termini quando si presenta un conflitto tra pensieri, emozioni o comportamento, quelli in conflitto tenderanno a cambiare per minimizzare la contraddizione e il disagio che ne deriva. La persona può infatti tollerare solo un certo numero di discrepanze tra le componenti che formano la sua identità. Tenderà perciò a diminuire le cognizioni dissonanti, a rafforzare e aumentare quelle consonanti con una particolare scelta, visione del mondo o condotta.

È noto ai più che il solo fatto di prendere una decisione di particolare importanza produce una dissonanza rispetto a tutte le alternative non prescelte. L’individuo che intraprende una terapia, per ridurre la dissonanza creatasi, eviterà, per esempio, di prendere in considerazione qualsiasi informazione rispetto ad altri sistemi terapeutici. Oppure, se ha scelto di dedicarsi completamente al volontariato nell’ambito di un gruppo, criticherà la società attuale individualista e naturalmente eviterà accuratamente ogni contesto nel quale potrebbe imbattersi in informazioni contrarie al suo credo e alla sua scelta di vita. In tutti questi casi si parla anche di effetto congelante della decisione, in altre parole l’individuo si attacca con tenacia alla propria decisione rendendola definitiva, col risultato che le alternative che prima potevano sembrare egualmente attraenti finiscono per sembrare prive di interesse (Kurt Lewin, 1951, Field Theory in Social Science, Harper Editions, New York, pag. 233).

Leon Festinger scrive: “Una volta presa la decisione, tuttavia, e iniziati i processi di riduzione della dissonanza, si potrebbe osservare che le differenze nell’attrazione delle alternative cambiano, aumentando in favore dell’alternativa scelta” (Festinger L., 1964:8-9).

Nel descrivere la riduzione della dissonanza, Leon Festinger introduce una distinzione tra elementi cognitivi che riguardano il comportamento o i sentimenti (es. il pensiero “Oggi vado a fare un picnic”) e elementi cognitivi che riguardano l’ambiente (es. il pensiero “Oggi piove”). Egli indica che le cognizioni sull’ambiente di solito sono più resistenti a cambiare, rispetto ai pensieri sul comportamento.

È infatti più facile cambiare le proprie idee su ciò che si dovrà fare piuttosto che le proprie opinioni su una realtà evidente. Questo avviene ovviamente perché si può cambiare più facilmente il proprio comportamento che non l’ambiente.

Per eliminare completamente la dissonanza, si devono trasformare alcuni elementi cognitivi (intendendo per elemento cognitivo ogni conoscenza, opinione o credenza che un individuo o un gruppo ha su se stesso o sul mondo che lo circonda). E’ altrettanto evidente che questo non è sempre possibile; ma, se pure è impossibile eliminare una dissonanza è invece possibile ridurne l’entità globale, adducendo nuovi elementi cognitivi.

Così, per esempio, se si verifica una dissonanza fra alcuni elementi cognitivi relativi agli effetti del fumo e cognizioni relative al comportamento di chi continua a fumare, la dissonanza totale sarà ridotta adducendo nuovi elementi cognitivi consonanti col fatto di fumare; quando si verifichi questo tipo di dissonanza, ci potremmo infatti aspettare che il soggetto si dia da fare per reperire nuove informazioni che siano in grado di ridurre la totalità della dissonanza e, nello stesso tempo, eviti nuove informazioni che potrebbero accrescere quella già esistente.

Per esempio, una persona potrebbe cercare di leggere avidamente tutto il materiale che critica le indagini scientifiche che pretendono di dimostrare che il fumo è dannoso alla salute, e nello stesso tempo potrebbe evitare di leggere quel materiale che elogia questo tipo di ricerche. Nel caso si imbattesse in questo secondo tipo di materiale, ne farebbe senz’altro una lettura critica.
La teoria di Festinger può essere così sintetizzata:
• Possono esistere relazioni dissonanti o incongruenti tra elementi cognitivi
• L’esistenza della dissonanza dà origine a pressioni tendenti ad eliminarla ed a evitarne l’aumento
• Le manifestazioni di queste pressioni, sul piano operativo, includono cambiamenti di comportamento, di cognizione e un cauto aprirsi a nuove informazioni e a nuove opinioni.

Per concludere, è interessante ricordare come questa tecnica cognitiva con la quale tutti noi abbiamo a che fare nella nostra vita, sebbene con le dovute differenze individuali, sia presente anche nella tradizione popolare. In effetti, esiste un proverbio importante a questo proposito, ossia quello che recita: “Se la volpe non arriva all’uva, dirà che l’uva non è ancora matura”. Ecco qui in classico e comune esempio di ristrutturazione cognitiva, rispetto alla volpe che non vuole minimamente accettare le proprie incapacità.
Quante sono le volpi che nella nostra attuale ed italiana società non arrivano all’uva?

Alessandro Bertirotti

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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