Si è parlato di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Il messaggio lanciato dal Rettore Giovanni Azzone è che solo promuovendo progetti innovativi che perseguano la sostenibilità, l’università può contribuire alla crescita del Paese e aiutare l’Italia a recuperare i valori che la crisi ha messo in discussione.
Non può farlo da sola – ha detto il Rettore- ma unicamente lavorando insieme alle imprese e alle istituzioni e con l’aiuto di una politica pubblica nazionale che sostenga questa sfida.
Risultati più incisivi si potrebbero, infatti, ottenere se il Paese decidesse di riconoscere e sostenere con quote importanti di Patrimonio Pubblico i principali centri di innovazione nazionali permettendo la creazione di reti di università di eccellenza.
Ma come agire? Il Politecnico di Milano deve senza dubbio partire dalle sue risorse e, nello specifico, intende operare su tre fronti:
• attrarre e formare capitale umano di qualità. Oltre a reclutare studenti internazionali di qualità (sono il 17,5% degli ingressi alle Lauree Magistrali e il 27,1% degli iscritti alla Scuola di Dottorato), vuole rafforzare questa azione e richiamare anche docenti e ricercatori da tutto il mondo trasformando il Politecnico da “Ateneo aperto all’internazionalizzazione” a vero e proprio “Ateneo internazionale”;
• lavorando con e per le imprese su progetti di lunga durata che generino innovazioni sostenibili e creino nel nostro Paese competenze distintive;
• sostenendo le politiche pubbliche e collaborando con le istituzioni. I decisori politici possono aiutare il Politecnico di Milano a indirizzare la propria ricerca per risoluzioni sempre più informate e adeguate su temi di interesse pubblico come la mobilità, l’housing, l’energia, le infrastrutture ICT… Due laboratori importanti per cogliere questa opportunità sono sicuramente Expo 2015 e Milano Smart City.
Ha preso parte alla Cerimonia di Inaugurazione il Direttore Generale Graziano Dragoni che ha ribadito come “l’università possa dare sicuramente un contributo determinante nell’indirizzare la società verso una visione integrata di sostenibilità che includa scelte ambientali, economiche e sociali. Le soluzioni sostenibili sono per loro natura complesse e integrate e necessitano di studi e progetti di ricerca, di conoscenze derivanti da esperienze di successo, di relazioni, di servizi e soprattutto di formazione di capitale umano. L’università è certamente il luogo ideale in cui queste diverse componenti trovano un loro naturale equilibrio”.
Il Presidente del Consiglio degli studenti, Fabrizio Cotini, ha sottolineato, invece, come “sarà compito degli studenti di oggi farsi carico dei problemi che l’Italia dovrà affrontare, cancellando l’illusione di poter dare risposte semplici alle sfide quanto mai complesse che il mondo ci pone”. Ha poi affermato: “Credo sia tempo di riporre piena fiducia in noi studenti e nel nostro senso di responsabilità, concedendo maggiori libertà nella definizione del nostro percorso formativo e coinvolgendoci sempre più attivamente nelle decisioni strategiche che riguardano l’Ateneo; solo così potremo garantire un efficace contributo, complementare rispetto a quello dei docenti, che favorisca un’evoluzione innovativa della nostra università”.
Carlo Ghezzi, infine, ha tenuto la prolusione dal titolo Il fascino discreto dell’informatica: motore invisibile di innovazione sostenibile.