“Il Prof. Domenico Schiavone, docente in Geologia e Geofisica dell’ Università Di Bari, ha elencato i motivi di questo stop che ci lasciano ancora più stupiti della notizia stessa. La lamentela sull’abbassamento dell”età pensionistica, oggi fissata a 70 anni, e che l’Esecutivo uscente vorrebbe abbassare prima a 68 e poi ai 65 è del tutto strumentale e fuori luogo. Con la Legge Gelmini a regime,infatti, si diventerà Professori Ordinari in età più giovane e un docente avrà a disposizione molti anni per formare dei “successori” in grado di trasferire le sue conoscenze nel miglior modo possibile. La nostra proposta – continua Paternoster – è quella di permettere ai docenti in pensione di prestare la loro competenza a titolo gratuito e senza alcuna possibilità di ricoprire incarichi di responsabilità per altri 5 anni dopo il pensionamento in modo da poter essere veramente utile alla crescita del mondo accademico”.
Tra le motivazioni dello sciopero si parla, poi, ancora di tagli. “Il prof. Schiavone – prosegue la nota – dimentica il miliardo trasferito dal CIPE, lo stanziamento supplementare al FFO di 300 milioni, il trasferimento di 1,7 miliardi di euro alla Ricerca. Ed evidentemente dimentica anche il “reating” delle Università Italiane ed il posizionamento nella classifica mondiale, per non parlare di sprechi e nepotismi”.
Ultimo motivo di protesta è il blocco dello scatto stipendiale. “Ci chiediamo come si possa pretendere una cosa del genere considerando la situazione drammatica in cui versa il nostro Paese. Prima di fare queste richieste domandiamoci se non sia invece il caso di garantire maggiori servizi agli studenti, oggi in molto facoltà più del 90% delle risorse (trasferimenti statali) vengono assorbite per retribuire il personale universitario, la restante parte è necessaria per tutte le altre spese e per i servizi agli studenti”.
“La nostra proposta – conclude Paternoster – è quella di prevedere, per tutti i docenti un “obbligo di frequenza” maggiore rispetto all’attuale previsione normativa (sempre nella Legge di riforma, è prevista la certificazione delle ore di lavoro dei Docenti), che preveda, come tutti i lavoratori, 40 ore/settimana tra Lezioni Frontali, Ricevimento Studenti; Ricerca ed Esami. Spero che l’adesione a questo sciopero, che ritengo solo strumentale, sia bassa e che i Docenti che hanno deciso di aderire ne abbiamo quanto meno dato comunicazione agli studenti, che in molti casi partono da lontano per arrivare puntuali a lezione. Basta perdite di tempo, oggi il sistema Italia necessita di persone che lavorino più del richiesto, solo così possiamo sperare di “vincere” la crisi”.