Si tratta di “Azienda smoke free”, ideato – in collaborazione con la Lega Italiana Antifumo – dal prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in cure antitabagiche e direttore del Centro prevenzione e cura del tabagismo dell’Università di Catania (Cpct) presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico Vittorio Emanuele e dall’ing. Giuseppe Galizia, direttore dello stabilimento Pfizer Catania, per rendere l’ambiente lavorativo più salubre, aiutando i fumatori a smettere e tutelando i dipendenti anche dal fumo passivo.
Considerando la dipendenza tabagica nella sua complessità, quale patologia cronica recidivante, e le relative difficoltà che il fumatore dovrà affrontare nella gestione dei sintomi astinenziali durante le ore di lavoro, Cpct e Pfizer si sono fatti promotori di questo progetto antifumo a sostegno dei dipendenti, per la riduzione del numero di sigarette fumate giornalmente e il controllo e la gestione della dipendenza tabagica. Per un periodo di circa sei mesi i dipendenti fumatori saranno seguiti direttamente sul luogo di lavoro dall’equipe di medici del Cpct: seguiranno cure personalizzate, individuate tramite test psicologici, che valuteranno il grado di dipendenza di ogni singolo lavoratore e le abitudini fumo correlate. I partecipanti al progetto potranno inoltre associare il counseling degli psicologi all’assunzione di uno specifico prodotto che elimina il desiderio della sigaretta, la vereneclina tartrato.
«Per la prima volta in Italia i professionisti delle strategie antitabagismo entrano in un’azienda – ha affermato il prof. Polosa nel corso della presentazione del progetto alla stampa, che si è svolta oggi nell’aula magna del Palazzo centrale -. L’iniziativa, per il suo profilo socio-sanitario, è estesa anche ai familiari dei dipendenti, per supportare ancor più concretamente e non esporre a ricadute, dovute alla prossimità di altri fumatori, chi decide di abbandonare la sigaretta. Aiutare i dipendenti a smettere è un gesto importante per la salvaguardia delle persone e dell’ambiente lavorativo, la letteratura medica ci suggerisce inoltre che i dipendenti non fumatori lavorano meglio».
«Un’azienda farmaceutica non può non preoccuparsi del benessere dei suoi dipendenti- ha evidenziato l’ing. Galizia – e per questo è necessario sfruttare i vincoli della normativa. Solo facendo ricorso anche al nostro know-how, infatti, potremo offrire ai nostri dipendenti l’occasione di costruire uno stabilimento più salutare. L’obiettivo è rendere l’azienda smoke free a partire dal primo gennaio prossimo e per fare questo abbiamo pensato che non servissero i divieti, ma che sarebbe stato molto più utile portare avanti un’attività di prevenzione e di sensibilizzazione». «Sono già circa 60 su 150-200 fumatori i dipendenti che hanno aderito entusiasti al progetto, ma contiamo di coinvolgere tutti gli altri» ha spiegato il medico aziendale della Pfizer di Catania Ernesto Ramistella.
Lodi e apprezzamenti per l’iniziativa sono giunti anche dalle altre autorità presenti all’incontro con i giornalisti: il prorettore dell’Università di Catania Maria Luisa Carnazza ha posto l’accento sulla necessità di sviluppare politiche di sensibilizzazione contro la dipendenza tabagica, affermando che «i costi della prevenzione sono comunque sempre inferiori a quelli della cura»; il vicepreside della facoltà di Medicina e Chirurgia Riccardo Noto ha invece sottolineato l’ importanza di applicare concretamente nel territorio i risultati della ricerca scientifica anche per quanto riguarda la lotta alla dipendenza dal fumo, mentre il presidente dell’Ordine dei Medici di Catania Giansalvo Sciacchitano ha parlato di «un’iniziativa che merita grande apprezzamento» e si è augurato che anche altre aziende possano seguire presto l’esempio della Pfizer.