Oggi i dati scambiati dai computer ad esempio mediante la rete wi-fi sono protetti solo da tecniche di crittografia che fanno leva sulle limitate capacità di calcolo di un eventuale attaccante. Tuttavia, i computer diventano di anno in anno più potenti e questo approccio mostra dei limiti: sono all’ordine del giorno attacchi alle reti informatiche per carpire segreti industriali, clonare carte di credito e anche per il furto di identità. Proprio le comunicazioni radio che si diffondono liberamente nello spazio sono più facilmente intercettabili e i rischi sono in continuo aumento per la sempre maggiore diffusione delle reti wi-fi.
«È necessario difendere maggiormente i sistemi di comunicazione affiancando a quelle tradizionali, nuove tecniche che rendono la trasmissione intrinsecamente sicura» – premette Stefano Tomasin, giovane ricercatore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione che gestirà il progetto assieme a Nicola Laurenti – «e la soluzione si trova nelle formule della teoria dell’informazione, sviluppate fin dalla metà degli ’70 ma che solo in questi anni stanno arrivando a maturazione.» Il passo però non è breve.
Nei prossimi tre anni l’Ateneo Patavino metterà in campo le sue competenze nelle trasmissioni radio più avanzate, in sinergia con l’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Il progetto è uno dei 99 finanziati dal ministero quest’anno nell’ambito del programma FIRB-Futuro in Ricerca per stimolare la ricerca di base portata avanti dalle nuove generazioni, ed è stato selezionato tra le circa 2600 proposte inviate da tutta Italia, confermando così l’eccellenza del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. La ricerca sarà condotta anche in collaborazione con studiosi internazionali delle Università di Zurigo e di Porto e del Georgia Institute of Technology.
Primo obiettivo è rendere sicuro lo scambio di chiavi crittografiche delle reti tra computer. «Attualmente per connettersi a una nuova rete wi-fi si inseriscono a mano lunghe sequenze di numeri e lettere, che però poi non vengono rinnovate anche per anni, dando modo ai malintenzionati di abusare delle nostre reti.» spiega il dott. Tomasin, e continua: «Noi puntiamo ad un nuovo sistema dove le chiavi di cifratura saranno aggiornate in maniera automatica e in massima sicurezza, grazie alla protezione fisica delle nuove tecniche.» Un accorgimento che semplifica la vita all’utilizzatore e che renderà molto più difficili le frodi informatiche.