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Esperti spiegano alla polizia lo stalking

Redazione Controcampus 19 Dicembre 2011
R. C.
04/12/2024

Lo stalking è un tema tristemente attuale di cui si parla tanto ma si conosce ancora poco.

Si è discusso proprio di questo il 14 dicembre alla Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Alessandria. Il ruolo delle forze dell’ordine nel contrastare lo stalking è, infatti, fondamentale: conoscere le dinamiche psicologiche del fenomeno aiuta a delineare una strategia d’azione che possa contenere la violenza piuttosto che inasprirla.

L’incontro ha fatto emergere importanti interrogativi riguardo alla tematica in oggetto, con particolare riferimento alla necessità di perfezionare l’articolo 612 bis.

Presenti al convegno relatori di grande esperienza, quali il dott. Lattanzi (lo stalking: il lato oscuro delle relazioni interpersonali), la dott.sa Rombolà (le misure cautelari nei procedimenti per atti persecutori), il dott. D’Allio (lo stalking: dimensioni psicopatologiche e psichiatrico-forensi), l’avv. Lanzavecchia (la difesa dell’indagato – imputato accusato del reato di cui dell’art.612 bis c.p), il dott. Perugini (stalking: sensibilizzazione, prevenzione e contrasto) e la dott.sa Spriano (stalking: il ruolo del servizio sociale e l’esperienza territoriale del Cissaca).

Ad aprire il convegno, il presidente dell’Osservatorio Nazionale Stalking, Massimo Lattanzi, che ha presentato i risultati di un’interessante ricerca condotta dalla sua associazione secondo la quale il 20% degli italiani siano stati vittima di molestie insistenti. A fronte di questi dati, lo psicoterapeuta ha sottolineato come sia importante dedicare particolare attenzione anche agli autori del reato di stalking, in quanto non previsto dalla legge un percorso orientato al recupero psicologico dello stalker, il quale spesso perseguita la vittima in seguito ad un disagio insito in una patologia della relazione che lo rende particolarmente sensibile alle separazioni, impossibili da elaborare ed accettare. L’Osservatorio Nazionale Stalking ha istituito, a questo proposito, nel 2007, il Centro Presunti Autori, il cui obiettivo è quello di recuperare gli stalker con percorsi di psicoterapia mirati ad una presa di coscienza del problema e all’elaborazione di dolorosi vissuti personali non superati con un supporto specializzato coordinato da esperti. I persecutori risocializzati, ad oggi, sono 120: il 40% ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, nel 25% dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività vessatoria, della recidiva e la prevenzione degli agiti più gravi. Se la legge venisse integrata con strumenti preventivi come questo, l’incidenza dello stalking diminuirebbe drasticamente, in quanto spesso lo stalker è un soggetto recidivo e “impermeabile” alle denunce.
La matrice dello stalking viene ravvisata in un fenomeno chiamato Gaslighting (violenza psicologica): il Gaslighter (manipolatore) attua un’insieme di comportamenti subdoli al fine di confondere la vittima e farla sentire in colpa, facendole perdere progressivamente la fiducia in sé stessa e la propria autostima. Spesso, al culmine di questo processo manipolatorio, la vittima finisce per dubitare della propria sanità mentale, rimanendo soggiogata dalla personalità abusante del manipolatore. Quando la vittima riesce a “destarsi” dallo stato di persona manipolata e rivendica un’autonomia affettiva, inizia la fase evidente degli atti persecutori, una violenza ben più visibile (e dimostrabile) di quella subìta precedentemente, spesso senza sufficiente consapevolezza per accorgersene.

La dottoressa Francesca Rombolà, avvocato, ha posto l’accento sull’importanza della tutela anticipata nel reato di stalking. Spesso lo stalker viene destinato agli arresti domiciliari in assenza di gravi indizi di colpevolezza (così come nei casi di pericolo di fuga o inquinamento delle prove), ma questo non sempre ha salvato la vita delle vittime, in quanto lo stalker è spesso recidivo e una denuncia potrebbe far esplodere la violenza fino all’omicidio. La decisione di quali siano le misure cautelari da applicare dipende dal pubblico ministero, e nei casi in cui ci siano lesioni o comportamento recidivo è necessario attuare urgenti accertamenti e tenere l’indagato momentaneamente all’oscuro della denuncia (almeno finché non sarà terminata la fase di verifica). Il vero problema dello stalker è che spesso si tratta un individuo incapace di rendersi conto della lesività dei suoi atti, tanto da considerare la denuncia e l’arresto una misura ingiusta, attuata ai suoi danni ad opera della vittima. Anche l’intervento della dottoressa Rombolà ha messo dunque l’accento sulla necessità, durante le misure cautelari e nel periodo successivo, di un supporto psicologico per la vittima e per l’autore di stalking.

Il dott. Giorgio D’Allio, psichiatra, ha spiegato quali possano essere i disagi e i disturbi di una persona che attua persecuzione ai danni di un’altra e sono emersi dati molto importanti: lo stalker non è sempre un individuo disturbato psicologicamente, bensì, spesso, una persona ben inserita nella società e “insospettabile”; indubbia è invece una sua difficoltà nella gestione delle relazioni sentimentali. Ed è proprio su questo che bisogna lavorare. Certo è che lo stalker irriducibile spesso non ha piena capacità di volere (può essere inalterata la capacità di intendere) ma quello che sembra mancare nello stalker è la capacità di adattamento alle situazioni, così come quella di accettare l’allontanamento della persona idealizzata. In chiusura della sua relazione, lo psichiatra, sottolinea la differenza tra il corteggiamento e lo stalking, la comprensibile delusione di una persona abbandonata, dal delirio persecutorio di una persona che dipende affettivamente da un’altra.

Il dott. Giuseppe Lanzavecchia, avvocato, ha illustrato alcuni casi di stalking spiegando come la norma, molto generica, possa essere utilizzata impropriamente nelle cause di separazione e divorzio (senza presenza di reali atti persecutori). Grazie agli esempi dell’avvocato si colgono diversi spunti di riflessione su come sia importante distinguere un autentico persecutore dal vicino di casa che inconsapevolmente suona il trombone causando un disagio psicologico ai condomini; il messaggio di questa relazione punta l’attenzione la necessità di rendere più precisa la norma (612 bis c.p.) a tutela delle sia delle vere vittime di stalking, sia degli innocenti “inconsapevoli” autori di molestia che niente hanno a che fare con uno stalker, come nel caso precedentemente illustrato.

Interessante anche l’intervento del dott. Alessandro Perugini, dirigente alla questura di Alessandria che apre la sua relazione spiegando come il ruolo della polizia sia primario nell’accoglimento e nel supporto della persona che si presenta per sporgere denuncia: la polizia ha infatti il delicato compito di dare una risposta adeguata alle esigenze di tutela della persona offesa. Si sottolinea anche la trasversalità del fenomeno e la differenza di normative a livello europeo: in Italia è possibile avvalersi anche dell’importante strumento dell’ammonimento, che consentirebbe alla vittima di non avviare un processo penale, con tutte le conseguenze psicologiche che questo comporta. In seguito all’illustrazione di un caso specifico avvenuto ad Alessandria, anche il dott. Perugini insiste sulla necessità di lavorare sullo stalker per stroncare la recidiva, altissima nel caso di atti persecutori. Senza questa premessa, è impossibile prevenire gli atti violenti in cui spesso sfocia una persecuzione, e che lasciano anche gli agenti nell’impossibilità di porre fine alle vessazioni.

A chiudere, l’intervento della dott.sa Cinzia Spriano, assistente sociale, in cui viene illustrato l’importante ruolo dei servizi sociali nel supporto alla vittima di stalking, indebolita e spaventata dalla violenza del persecutore, che spesso è un ex-marito o un conoscente. Le persone accolte ed aiutate sono tantissime e la dottoressa non manca di citare alcune delle frasi con cui le vittime descrivono l’angoscia persecutoria e la successiva redenzione in seguito al fondamentale supporto dei volontari del Cissaca (consorzio servizi sociali di Alessandria) che accompagna le donne in difficoltà in tutte le fasi della presa di consapevolezza del problema e della successiva denuncia.

Un tratto comune è emerso da tutte le relazioni del convegno: la necessità di corroborare l’azione coercitiva e punitiva con una giustizia “riparativa”: le azioni moleste, violente, e lesive della libertà personale vanno infatti condannate con fermezza, ma è imprescindibile un recupero delle persone sotto il profilo psicologico, in quanto gran parte degli stalker presenta una struttura di personalità patologica, che non permette loro di elaborare e superare un abbandono. Un intervento preventivo (coinvolgendo le scuole, il personale docente e i genitori nel progetto informativo) – ma anche in medias res – assicurerebbe il contenimento degli agiti più gravi, dalle minacce all’omicidio, che caratterizzano le fasi finali e più atroci dello stalking, permettendo una risocializzazione dei presunti autori e un reinserimento nella società. Solo lavorando anche sullo stalker è davvero possibile liberare anche la vittima dall’incubo dello stalking.

 

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto