L’inaugurazione con una giornata di studio dedicata al legame tra scienze di base e sviluppo tecnologico. Presente il Magnifico Rettore prof. Aldo Tomasi. L’appuntamento martedì 6 dicembre.
Una mattinata dedicata al legame tra scienze di base e sviluppo tecnologico per mettere in evidenza come la fisica, la matematica o la chimica siano indispensabili per preparare buoni ingegneri e per condurre ricerche avanzate.
La facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in occasione dell’apertura dei corsi accademici 2011-2012, che quest’anno hanno fatto registrare un incremento delle immatricolazioni di quasi il 40% per quanto riguarda i neodiplomati iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano (160), offre una occasione pubblica di riflessione sul valore delle scienze di base e lo scambio interdisciplinare per preparare i migliori tecnici del futuro.
L’appuntamento è per martedì 6 dicembre 2011, alle ore 10.00, presso al Padiglione Buccola del Complesso universitario San Lazzaro (via Amendola, 2) a Reggio Emilia.
“L’esperienza consolidata di didattica e ricerca interdisciplinare – afferma il prof. Eugenio Dragoni, Preside della facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia – che caratterizzano la Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia ha prodotto eccellenti riscontri sia a livello territoriale che in ambito regionale, nazionale e internazionale, di cui siamo molto orgogliosi. I dati riferiti alle immatricolazioni di quest’anno sono lusinghieri per noi perché entrambi i corsi di laurea (Ingegneria Gestionale e Ingegneria Meccatronica) aumentano in modo significativo. Complessivamente le matricole crescono del 20 per cento rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Sono i numeri più alti di sempre e da qui a fine anno possono aumentare ancora per immatricolazioni tardive e per trasferimenti da altri Atenei. Questo incremento credo sia attribuibile anche alla azione di comunicazione svolta dalla facoltà in sintonia con gli enti del territorio, che intendo ringraziare a partire da Comune e Provincia, così come l’Associazione Industriali, la Fondazione Manodori e non ultima la Fondazione Studium Regiense, sempre generosa nei nostri riguardi”.
Il progetto didattico e scientifico che facoltà di Ingegneria e Dipartimento Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia perseguono comprende settori diversi, ma tra loro interconnessi in una logica di contaminazione proficua per la ricerca. In questo contesto, la presenza di docenti e ricercatori competenti in vari settori della matematica, della fisica e della chimica, orientati allo studio di modelli e metodi che, al di là del loro intrinseco interesse teorico, presentano ricadute in ambito applicativo e tecnologico, risulta di fondamentale importanza. Le scienze di base, oltre a garantire stabilità e continuità didattica, costituiscono un terreno comune su cui si fonda lo scambio scientifico interdisciplinare e in cui si manifesta l’interdipendenza tra le varie discipline tecnologiche che alle scienze di base fanno continuo riferimento.
Il programma della giornata prevede i saluti di benvenuto da parte del prof. Eugenio Dragoni, Preside della Facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia, e l’apertura dei lavori da parte del Rettore, prof. Aldo Tomasi.
Gli interventi previsti nel corso della mattinata consentiranno di presentare le ricerche in corso presso la facoltà e il dipartimento: prof.ssa Luisa Malaguti, docente di matematica presso la facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia, presenta una relazione su Modelli e metodi matematici: alcune recenti esperienze di ricerca; il prof. Massimo Ferri della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Bologna, affronta il tema Robotica, Geometria e – perché no – Topologia; il prof. Olmes Bisi, docente di Fisica presso la facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia, Ricerca utile, ricerca inutile e rivoluzione tecnologica; la prof.ssa Anna Maria Ferrari, docente di Chimica della facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia, parlerà, invece, di Chimica e tecnologia: legame forte o debole?