Francesco Profumo ha incontrato a Bruxelles il prof. Luca Gammaitoni direttore del Laboratorio NiPS del Dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia con il quale ha potuto apprezzare gli aspetti più innovativi e gli obiettivi della ricerca condotta dal NiPS nel campo delle energie rinnovabili per sistemi elettronici di telecomunicazione. L’importanza di queste ricerche, che consentiranno di recuperare e trasformare energia dall’ambiente per convertirla in energia elettrica eliminando le batterie in micro e nano computer, era già stata evidenziata dal Commissario Europeo per la Ricerca Máire Geoghegan-Quinn in apertura della Convention che ha visto la partecipazione di circa 1200 delegati da tutta Europa e la rappresentanza di 4 progetti italiani, tra i quali Nanopower coordinato dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia.
Il Commissario europeo ha incluso la ricerca sulle microenergie fra le priorità della politica scientifica della Commissione al pari delle ricerche nel settore della salute dei cittadini.
Luca Gammaitoni ha sottolineato nel colloquio con il Ministro Profumo che il NiPS è leader in questo settore anche attraverso progetti di coordinamento su scala continentale, quali Zeropower, mirati a rafforzare la comunità internazionale di scienziati coinvolti nelle ricerche per l’uso di energie rinnovabili nei sempre più diffusi micro e nano apparati elettronici.
I progetti guidati da Perugia si inseriscono tra quelli sostenuti dalla Commissione Europa come Future and Emerging Technologies, tecnologie che dovrebbero trasformare il continente in una fucina di innovazioni per migliorare la qualità della vita dei cittadini sviluppando appieno la società della conoscenza e dell’informazione, la cosiddetta “Innovation Union”.
Per raggiungere l’obiettivo dell’Innovation Union il Presidente della Commissione Barroso ha annunciato la predisposizione del piano Horizon 2020 all’interno del quale sono previsti investimenti per 80 miliardi di euro, dal 2014 al 2020, dedicati a progetti scientifico-tecnologici. Il 46% in più rispetto a quanto l’Europa abbia investito nei sei anni dal 2007 al 2013. “Abbiamo bisogno di solidità fiscale – ha dichiarato Barroso aprendo la due giorni di Bruxelles – ma rinunciare a investire in innovazione e ricerca sarebbe gravissimo e significherebbe davvero il rischio di fallimento nel contesto mondiale”.