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I 6 Numeri dell’Universo

R. C.
22/12/2024

Dal Mito alla Spirale Mistica Fin dai tempi più remoti, ossia fin da quando l’uomo, scoprendo la propria complessità, iniziò ad interrogarsi sulle origini della vita, la nascita dell’universo è stata una questione lautamente dibattuta.

Tutta la natura che ci circonda è ipostasi di regolarità matematiche. Gli esseri viventi sono in sintonia con il pulsare dell’universo. Il leitmotiv dell’Universo è dato dalla spirale mistica: una sorta di serpente attorcigliato, noto agli indiani con il nome di Uroboro o Kundalini.

Il movimento a spirale è l’essenza da cui ogni cosa trae origine. L’energia cosmica è dentro di noi e tutta intorno a noi. Essa si muove in cicli ed onde ed i suoi ritmi appaiono radicati entro i meandri della nostra psiche. Tuttavia, per comprendere la realtà delle cose, l’uomo necessita di correttivi interiori ai quali riferirsi. Tali correttivi assurgono a rango di modelli basici di pensiero attraverso la cultura e il mito.

Le narrazioni del mito e delle leggende, rappresentano gli specchi attraverso i quali scorgere la realtà. Le “fantasie” mitopoietiche hanno il pregio di trafiggere i veli dell’oscurantismo e di renderci edotti circa principi e simboli della perduta antichità.

D’estrema perspicacia appare il pensiero della dottoressa Marina Maymone Siniscalchi: “I miti ci raccontano la storia del nostro processo evolutivo dalla profondità della Terra alle altezze del cielo, dalla notte del nostro inconscio alla luce della coscienza, dalla materia allo spirito. Oggi, fra i miti della scienza e quelli della saggezza perduta si realizzano ardite connessioni: nell’universo, dalle più lontane galassie alle più vicine particelle atomiche, i miti scientifici dell’odierna cosmologia tendono a fondersi con i miti perduti dell’occultismo”.

Secondola Siniscalchi, dunque, dall’analisi dell’energia che lega e muove il Tutto, è possibile ricavare una nevralgica interrelazione tra l’antica numerologia, la sacra geometria dei solidi pitagorici, le piramidi egizie, gli osservatori astronomici degli antichi Druidi, le cattedrali medioevali e i principi cosmologici della scienza moderna.

Le Origini della Cosmologia Moderna dal ‘500 al ‘900

Al di là delle analisi mitopoietiche ed ancestrali, i primi astronomi dell’epoca post medioevale iniziarono ad incentrare le osservazioni su dati puramente empirici ponendo così le basi dell’attuale cosmologia. Sebbene, Aristotele prima e Tolomeo in seguito, esperirono le vie della sperimentazione astronomica, soltanto nel 1514 con il cattolico Copernico, si giunse al primo modello scientifico moderno.

In seguito, Galileo, Keplero e Newton, eroi della rivoluzione gnoseologica, protesero ad ampliarne i contenuti attraverso leggi e principi. Tuttavia, prima del XX secolo nessuno scienziato ebbe ad ipotizzare che l’universo potesse essere in espansione. Le opinioni prevalenti rasentavano l’idea di un universo statico ed eterno, che per il genio Stephen Hawking erano in parte “ascrivibili alla tendenza, da parte degli uomini, a credere all’esistenza di verità eterne, nonché al conforto psicologico che essi possono trarre dall’idea che, per quanto loro possano invecchiare e infine morire, l’universo rimarrebbe sempre lo stesso”.

Insomma, la cultura dell’epoca anteriore al novecento non agevolò in alcun modo, il nascere di una questione puramente scientifica dell’universo. I dogmi dell’universo appartenevano tanto alla filosofia quanto alla teologia. La questione se l’universo avesse avuto o meno un inizio, se fosse esistito da sempre o se invece fosse stato messo in moto da qualche evento, giunse ad una svolta nel 1929, grazie alle osservazioni di Hubble.

Da allora, gli interrogativi sulle origini dell’universo entrarono finalmente nel campo esclusivo della scienza. Ma soprattutto, nacque l’idea dell’universo in espansione. Secondo Hubble, nell’epistema spazio temporale del Big Bang, l’universo era infinitamente piccolo e denso. Per Hawking, “il fatto che l’universo si stia espandendo non preclude l’ipotesi dell’esistenza di un creatore, ma pone dei precisi limiti temporali al suo operare”. Ad ogni modo, ad oggi sappiamo che la nostra è solo una fra le centinaia di miliardi di galassie osservabili tramite telescopi. Ma soprattutto siamo consapevoli del fatto che èla Terra a ruotare intorno al Sole.

Martin Rees e i 6 Numeri dell’Universo

L’universo fu creato in uno stato meno che completamente formato, ma fu dotato della capacità di trasformarsi da materia informe in un insieme veramente meraviglioso di strutture e di forme di vita”, Sant’Agostino.

La circumnavigazione del globo, permise ad esploratori e pionieri del passato, di delineare con esattezza scientifica, contorni e dettagli delle lande terrestri. Le osservazioni astronomiche, invece, concessero agli scienziati del ventesimo secolo di ricostruire, con la stessa verve, le mappe del nostro universo.

Ciò dimostra che pur cambiando l’oggetto, l’osservazione umana è e sarà sempre in itinere; la conoscenza sarà sempre un punto d’inizio e mai d’arrivo. Gli scopi della gnoseologia, infatti, rasentano lo spazio che separa l’uomo da Dio; una landa sublime, ascosa ed irrazionale ove tutto è ipostasi dell’inconscio.

Con l’ausilio tecnologico dei moderni telescopi ed un’osmosi a tratti filantropica, scienziati, astrofisici ed astronomi sono riusciti a svelare parte dei segreti del nostro universo e a dar forma ai sogni di intere generazioni. Questi pionieri moderni, hanno messo in luce aspetti che prima erano del tutto sconosciuti. L’esistenza di indissolubili legami tra stelle ed atomi, cosmo e microcosmo, quindi tra uomo e cosmo.

Secondo Martin Rees, la nostra comparsa e la nostra sopravvivenza nell’universo dipendono da una “sintonizzazione” (tuning) estremamente particolare del cosmo. “Alla base della struttura del nostro universo – spiega Rees – (non solo degli atomi, ma anche delle stelle, delle galassie e delle persone) vi sono leggi matematiche. Gli oggetti dello studio degli astronomi (pianeti, stelle e galassie) sono controllati dalla forza di gravità. E il tutto avviene nell’arena di un universo in espansione, le cui proprietà sono state impresse in esso al momento del Big Bang iniziale”.

Il cosmologo inglese nella sua opera omnia “I sei numeri dell’universo”, sostiene l’esistenza di un legame indissolubile tra la nostra esistenza e alcuni valori numerici definiti nell’istante del Big Bang.

Il primo valore è il numero N. Il cosmo è incredibilmente vasto grazie ad un numero tanto grande quanto importante pari ad 1 con 36 zeri. Il numero N indica il rapporto tra l’intensità delle forze elettriche che uniscono gli atomi e la forza di gravità che agisce tra di essi. Secondo Rees, se N avesse anche un solo zero in meno, probabilmente, esisterebbe un solo universo e gli esseri viventi, non disponendo del tempo necessario per l’evoluzione biologica, sarebbero piccoli come degli insetti.

Il secondo numero, e (epsilon) è pari a 0,007 ed indica l’intensità del legame tra nuclei atomici e il modo in cui tutti gli atomi sulla Terra sono stati generati.

Poi abbiamo il numero cosmico W (omega) che invece misura la quantità di materia nel nostro universo e ci rende edotti dell’importanza di gravità ed energia d’espansione nell’universo. Per Rees, se tale valore fosse stato troppo basso, non si sarebbero formate le galassie.

Il quarto valore, l (lambda) è la forza che controlla l’espansione del nostro universo. Si tratta di un’anti-gravità cosmica scoperta sul finire del novecento. Se tale forza non avesse avuto i valori infinitesimali che possiede, probabilmente il suo effetto sarebbe stato tale da arrestare la formazione di stelle e galassie e quindi l’espansione dell’universo. Il tessuto del nostro universo dipende da un solo numero.

Questo quarto numero, definito Q, ha un valore pari a 1/100.000 e raffigura il rapporto fra due energie fondamentali. Rees sostiene che se Q avesse un valore diverso, magari più piccolo, l’universo sarebbe un luogo inerte e senza struttura cosmica ( cioè senza stelle e galassie); se invece Q avesse un valore maggiore, l’universo sarebbe uno spazio violento ed irto di buchi neri.

Il sesto numero cosmico è quello delle dimensioni spaziali del nostro mondo. Esso è denominato D ed ha un valore pari a 3. Se fosse pari a 2 o a 5 la vita non potrebbe esistere. Insomma, D determina le tre dimensioni spaziali, alle quali, però si deve aggiungere quella temporale.

E’ grazie a questi 6 numeri che esiste il nostro universo, quindi la vita stessa. La loro sintonizzazione è stupefacente. Gli atomi, i quark e tutte le altre componenti universali sono in osmosi con quest’energia cosmica, a tal punto da rendere ogni corpo, anche il più grande in correlazione con le componenti strutturali dei più piccoli.

Dinanzi a cotanta perfezione “meccanica”, non possono che sorgere sublimi interrogativi. Questa sintonizzazione cosmica, questa forza che unisce e connette tutti gli elementi in modo che se solo un valore fosse alterato nulla avrebbe senso,

questa sorta di Matrix divina è soltanto frutto del caso?

Oppure è ipostasi della provvidenza di un Deus est Machina, di un Creatore Benigno?

Secondo Martin Rees nessuna delle due ipotesi è esatta.

Per il cosmologo inglese, potrebbero esistere un’infinità di altri universi  nei quali i numeri sono diversi. Ma siccome l’unica ricetta per un universo munito di forme di vita giace nei sei numeri, tutti gli universi differenti sarebbero nati morti o sterili.

In altre parole, noi saremmo potuti nascere soltanto in un mondo caratterizzato dalla giusta combinazione dei numeri N, e, W, l, Q e D. Ed è per questo che ci troviamo in esso. Al di là del dissidio creazionismo/meccanicismo, le origini del Tutto vanno rintracciate nel Fiat Lux ( Big Bang).

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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