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Indagine Sperimentale sugli Ufo di Phoenix

Redazione Controcampus 16 Marzo 2012
R. C.
22/11/2024

Secondo Galileo, il Mondo è come un libro scritto in caratteri matematici.

Secondo Galileo, il Mondo è come un libro scritto in caratteri matematici.

L’universo, le galassie, le stelle e la natura terrestre appaiono legati da un’indissolubile matrice, la cui struttura è a forma di spirale.Se osservassimo per un solo minuto le stelle di notte ci renderemmo conto della perfezione matematica e del sublime meccanicismo che è alla base del Tutto.

Niente è casuale. Soltanto la perfezione può essere accostata alla casualità, ma per annichilirne l’essenza. Viceversa, non vi è fenomeno al mondo, che non debba essere verificato, scientificamente, e se necessario discusso e poi confutato.

La demolizione delle teorie fantasiose non è il fine della ricerca scientifica, semmai il mezzo grazie al quale è possibile sradicare ciò che è di ostacolo al progresso.Galileo introdusse il metodo sperimentale. Ogni fenomeno deve essere sottoposto ad una prima osservazione, seguita da un esperimento espletato con misure scientifiche, in modo tale da riprodurre ciò che è oggetto dell’indagine. Lo scopo dell’esperimento giace nell’esigenza di convalidare o confutare l’ipotesi formulata dallo scienziato al fin di svelare i meccanismi del fenomeno osservato. La logica della metodologia scientifica è in osmosi con l’idea secondo cui nessuna teoria è definitiva senza la necessaria contro-verifica. A far da sfondo nel variopinto disegno scientifico è l’effige del metodo induttivo e deduttivo, leitmotiv e principio della realtà osservabile.

Tuttavia, posto che nessun essere umano sia perfetto (semmai perfettibile), bisogna porre l’accento sui lati negativi del metodo scientifico ed in particolare sulla sua fallibilità. Non avrebbe senso attribuire alla scienza la virtù dell’infallibilità. Una simile convinzione, renderebbe vana qualsiasi verifica scientifica. In sostanza, la scienza diverrebbe, al pari della religione, Dogma; una verità inconfutabile, indubitabile e per tanto irta di limiti gnoseologici. Per fortuna, grazie al principio di fallibilità, è possibile affermare che le conoscenze scientifiche non sono degli assiomi bensì verità relative ad un particolare epistema spazio-temporale e che ogni scienziato è richiamato al riconoscimento dei propri errori.

Detto questo, veniamo al dunque. L’universo scientifico è colmo d’ipotesi scientifiche. La scienza deve gran parte del suo fascino, proprio alle teorie più assurde e fantasiose. Tuttavia, ogni epoca ha i propri “tormentoni”. Nell’epoca premedievale, ad esempio, v’era il culto dei draghi. Molti ne dichiaravano l’esistenza, pochi erano in grado di dimostrarla. Risultato? Popolazione divisa da ipotesi contrastanti e mitizzazione dei draghi. Questo dato storico dimostra che la fallibilità della scienza riguarda essenzialmente ciò che non è verificato in concreto e non ciò che è o non è verificabile.

L’ignoranza dell’indagine scientifica è pingue laddove v’è omissione o errore di verifica. La prova del fenomeno è la pietra filosofale di chi indaga gli orizzonti gnoseologici. Se alla base di ogni fenomeno v’è la necessità di verifica, allora, l’esistenza degli alieni non è che un’ipotesi scientifica. Se mai si riuscisse a fornire la prova della presunta relazione tra uomo ed entità extraterrestri, essa apparterebbe al campo d’indagine della scienza.

Tuttavia, qualche problema potrebbe scaturire dalle tesi che mirano a deificare l’entità aliena, attribuendole valenze storico-religiose, proprie della cultura precolombiana. Al di là di questo, ci sembra opportuno porre l’accento su alcuni fenomeni attuali. L’epoca moderna, è intrisa di tecnologia. Grazie ad essa, ciascuno può interagire con il mondo e scavalcare le barriere spaziali e linguistiche, con un semplice clic. La civiltà aperta, il cosmopolitismo e la globalizzazione necessitano della tecnologia più di quanto l’uomo stesso possa necessitarne. In sostanza, l’uomo degli anni ’20 esisteva anche senza l’iphone; invece, la globalizzazione, oggi, non potrebbe fare a meno dell’interconnessione tecnico-scientifica, posta alla base della società post-moderna. Quasi tutti dispongono di una telecamera digitale. Ciò spiega, quantomeno per fini statistici, le ragioni del notevole aumento di video a sfondo extraterrestre registrato negli ultimi anni ( si pensi a youtube).

Confesso di essere, come molti, profondamente affascinato dall’idea che nel cosmo possano esistere altre intelligenze. Tuttavia, non avendo mai avuto la fortuna di osservare personalmente un ufo, devo affermare che il mio è soltanto un desiderio e che fino a prova contraria, dal mio punto di vista gli ufo sono belli e affascinanti ma non esistono. Il mio pensiero è puramente razionale in quanto dettato dalla percezione possibile ed effettiva delle cose, e non dalla potenzialità percettiva (che di norma non ha limiti perché sfocia nella fantasia).

L’uomo percepisce il mondo attraverso i sensi. Tuttavia, esistono fenomeni che l’uomo non può o non è ancora in grado di percepire e spiegare. Ergo, la percezione umana è limitata dinanzi all’universo, perché l’uomo è infinitamente più piccolo dell’universo che lo ospita. Nell’Estetica di Benedetto Croce, si possono scorgere i tre gradi della gnoseologia dei fenomeni. Essi sono: percezione sensoria, intuizione estetica ed espressione.

Il 13 marzo del 1997 a Phoenix, Arizona, diverse persone fotografarono una serie di luci che rimasero visibili molto a lungo. Vi fu una percezione sensoria collettiva di un unitario fenomeno. Questo fatto storico è d’estrema importanza perchè è anche grazie ad esso che si è sviluppato il moderno pensiero ufologico. Le testimonianze oculari dei cittadini, raccolte in circa 800 rapporti, presentavano le medesime peculiarità descrittive:

Nel cielo notturno del deserto, era apparsa una sorta di astronave, dalle dimensioni superiori ad 1 km di lunghezza, che, preceduta da globi di luce disposti a V, attraversò il centro della valle di Phoenix. Si trattò del primo avvistamento di massa della storia recente. In sostanza, gli abitanti di Phoenix reagirono all’avvistamento dando vita ad un’omogenea intuizione estetica: il fenomeno, fin da subito accostato al caso Rosvelt, assurse a rango di avvistamento ufo.

La spiegazione ufficiale del fenomeno fu fornita dall’astrofilo Mitch Stanley, il quale grazie all’ausilio di un telescopio riscontrò che le luci non fossero altro che aerei in formazione. Tuttavia, nei rapporti furono inserite delle bizzarre descrizioni che stupirono ed insospettirono persino i più scettici. “L’oggetto sembrava capace di volare molto velocemente, probabilmente persino a velocità supersonica. Esso sembrava avere 7 grandi luci distribuite in maniera equidistante lungo il bordo”.

La cosa più strana però riguardava le dimensioni del “presunto aereo”, pari a circa 1.500 m di lunghezza. Ancora più strano è che nelle 800 relazioni compare sempre la stessa descrizione, ed a fornirla sono medici, architetti, avvocati piloti di aerei in linea, scienziati, insomma persone in buona fede, munite di normali capacità percettive. La Nasa giustificò l’evento dichiarando che la causa andasse ricercata nel lancio di alcuni razzi militari, avvenuto in un campo d’esercitazione situato non lontano da Phoenix.

Tuttavia, restano molti dubbi al riguardo. Resta il fatto che dal 1997, gli avvistamenti sono aumentati vertiginosamente. Ai globi luminosi, si sono aggiunti i crop circle. Sembra sia nata una sorta di mania dell’avvistamento. Niente di nuovo, se si pensa ai draghi del passato. Insomma, il dato più strano è che la crescita dell’attenzione per gli ufo è direttamente proporzionale all’aumento dei video falsi. Riprendendo il pensiero di Croce, potremmo affermare, che la maggioranza dei fan di E.T. dopo aver assistito, direttamente o indirettamente, a fenomeni ufo ne sia rimasta talmente avvinta da esprimerne l’entusiasmo attraverso video dall’intensa espressione estetica.

Peccato però, che la gran parte di questi siano dei falsi. Questi elementi impongono di valutare, con attenzione sempre crescente, le varie testimonianze globali.

Ritorniamo alla storia di Phoenix. Due sono le ipotesi: o gli abitanti di Phoenix videro realmente oggetti volanti di fattura extraterrestre, oppure la loro fu una mera visione di gruppo. Ma la prima ipotesi non esclude che l’oggetto fosse di fattura umana. Chi ci dice che quel grande aereo in realtà non fosse di un supermilionario? Infatti, non esiste alcuna prova del fatto che si sia trattato, realmente, di un fenomeno extraterrestre, anche se tutti gli indizi sembrano riecheggiarne la tesi.

Per intenderci, l’avvistamento di Phoenix potrebbe essere equiparato ad un qualsiasi fenomeno religioso. Chi crede in Dio, sa che i miracoli raffigurano l’acme della fede, una prova lampante, un inspiegabile atto d’amore. Allo stesso tempo, coloro che credono negli extraterrestri, scorgono il cielo con gli stessi occhi e con la medesima fede del religioso, ma restano dell’idea che il fenomeno sia scientificamente spiegabile.

L’avvistamento di Phoenix del 1997 passò alla storia come mera esercitazione militare. Questo fatto suscitò enorme scalpore e finì con l’alimentare dibattiti e paranoiche tesi complottiste. Al di là della percezione dei fenomeni di fede e di scienza, occorre ricordare che tutto (persino l’uomo), è relativo ad un determinato epistema spazio-temporale; ciò che risulta inspiegabile oggi, sarà verificato domani. E cosi per sempre nei secoli dei secoli.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto