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L’altra campana: la parola ad un ProTav

R. C.
29/11/2024

In questi giorni la cronaca nazionale non può fare a meno di occuparsi delle proteste No Tav, in contrapposizione alle risposte decise ad andare avanti del governo e delle altre varie correnti politiche favorevoli all'opera.

Le proteste, violentemente represse, non sono mai cessate, anzi hanno coinvolto tutto il paese, attraverso manifestazioni di solidarietà e sostegno dando l’idea che tutta l’opinione pubblica sia contrario a questo investimento.

Durante la manifestazione di sabato 3 marzo, avevamo incontrato alcuni studenti universitari in corteo e chiedendogli il perché della loro posizione contraria. Ora vi proponiamo quest’intervista fatta ad un ragazzo favorevole alla costruzione della Tav.

Michele T. ha 21 anni ed è iscritto al terzo anno di giurisprudenza alla Sapienza di Roma. E’ un ragazzo come tanti. Non gli piace pensare per ideologie, ne per compartimenti stagni, suona il pianoforte e fa musica rap. Anche lui si è sentito coinvolto nella questione Tav, si è informato e ha deciso da che parte stare: pro Tav.

La costruzione di una grande infrastruttura, la realizzazione di un grande progetto, porta con sè una quantità pressoché infinita di problemi, ostacoli e rischi della natura più varia, anche in paesi che vantano una migliore tradizione a riguardo, figuriamoci nella nostra (spesso) poco trasparente nazione. Nonostante ciò, pur non essendo un sostenitore del progresso a ogni costo, tutt’altro, credo che non sia possibile restare sempre fermi allo stesso punto. Le principali (e sensate) obiezioni al progetto sono di natura ambientale\ecologica in primis, poi di natura economica (riguardo ai costi, all’effettiva utilità e al rischio di infiltrazioni malavitose).

“Dal punto di vista ambientale: sarebbe miope negare che ci sarà un forte impatto sull’ambiente. Prendiamo il problema amianto. Dall’Annunziata era presente il Presidente dell’osservatorio di Torino per la linea alta velocità, Mario Virano. Ho ascoltato con il giusto scetticismo, visto che rappresentava una parte specifica, e quindi avrebbe potuto essere fazioso, ma così non mi è sembrato. Ha espresso alcuni dati importanti, che mi sono parsi molto chiari. Ha asserito che il Ministero dell’ambiente e l’ARPA (L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) hanno effettuato verifiche che hanno portato a ritenere il problema senza rilevanza particolare. Non posso chiaramente garantire circa l’affidabilità, sono un comune cittadino che si interessa in modo a volte approfondito ma con i limiti del tempo a disposizione, e queste sono le poche informazioni a cui posso avere accesso, ma le argomentazioni mi sono sembrate ragionevoli. E’ sicuramente un problema che andrà continuamente monitorato con la massima attenzione.

“Quanto ai costi energetici e all’inquinamento derivato dalla costruzione: sicuramente saranno entrambi elevati, ma secondo me un errore in questo caso è l’ottica del breve periodo. Nel breve periodo questi costi e i livelli d’inquinamento che ne deriveranno paiono spropositati. Ma nel lungo periodo? Il petrolio sta finendo, il suo costo è alle stelle. Attualmente la maggior parte dei traffici commerciali italiani interni e quelli d’esportazione avvengono su gomma. Come faremo tra 15, 20 anni a effettuare tutti i trasporti ancora a benzina senza una rete ferroviaria adeguata ai tempi? Sostanzialmente la mia idea è che attualmente il volume dei traffici sia limitato dalla qualità delle infrastrutture, e che un incentivo (o anche un obbligo) a trasferire tale volume su rotaia, una volta ultimata la tav, porterebbe solo beneficiCredo che nell’ottica di una maggiore integrazione europea, opere di questo genere non possano che essere considerate come ottimi incentivi, necessari a maggior ragione dove la crisi economica sta mettendo alla prova tale processo di integrazione.

Traendo le somme, credo che i costi a tutti i livelli siano sostenibili, anche se i benefici si vedranno solo nel lungo periodo, e a patto che l’importante movimento che ora sta contrastando la costruzione diriga il suo impegno a vigilare affinché questi benefici affiorino (e a quel punto sarò lieto di partecipare); la maggioranza della popolazione, e numerosi sindaci democraticamente eletti di molti comuni della Val Di Susa appoggiano l’opera, o quantomeno sono aperti al dialogo, e sono dell’opinione che a riguardo ci sia stata una cattiva stampa, che ha evidenziato solo i punti di conflitto cercando come al solito la polemica e il titolone, fomentando l’odio, che poi sono sfociati tanto nelle aggressioni della polizia quanto nelle aggressioni alle troupe giornalistiche, rappresentati anche dalle frange violente del dissenso più che legittimo”.

 

Certo che ne ho paura. Ma rifiuto la logica che c’è dietro a questa tesi. E’ l’unico punto che mi vede irremovibile e in totale disaccordo con chi porta questo argomento a sostegno della protesta No Tav. Non è ammissibile impedire la costruzione dell’opera perché si temono infiltrazioni della malavita. Si creerebbe un precedente di una pericolosità inaudita. Si deve lottare affinché sia fatta prevenzione e gli appalti siano trasparenti. Si deve lottare affinché in futuro non sia necessario temere le infiltrazioni mafiose ogni volta che si tenta qualsiasi cosa. Questo paese è stato bloccato fin troppo a lungo dal timore delle mafie. Si protesti contro le mafie, non contro ciò che ne potrebbe venir danneggiato. Io non sono un buon oratore, quindi rimando in tutto e per tutto a Scalfari, nell’editoriale di ieri su “La Repubblica” (4 marzo 2012) sull’argomento”.

 

Questo è un punto che merita attenzione, e sul quale devo ammettere di non aver riflettuto, ma sul quale darò una risposta analoga e altrettanto rapida. L’arretratezza del meridione è un problema nato con lo Stato italiano, che verrà risolto come sopra, con la mobilitazione attiva della sua popolazione unita al supporto delle Istituzioni e del resto d’Italia, indipendentemente dalla costruzione o meno della Tav. Il problema del meridione non è quanti soldi gli verranno sottratti costruendo la Tav, o quanto sarà penalizzato dalla Tav, perché finché non sarà risolto il problema delle mafie e dell’utilizzazione delle risorse ogni aiuto economico sarà perso nel nulla come è sempre stato in questi anni. Porlo come motivazione a sostegno della protesta No Tav mi sembra…non voglio dire una strumentalizzazione, ma qualcosa di quantomeno slegato e incoerente”.

Penso che la protesta e il dissenso siano alla base di una democrazia funzionante e moderna. Penso che i motivi del dissenso non siano illogici o infondati, e invitino a riflettere e a non prendere nulla alla leggera. Ma penso che come è giusto dar voce al dissenso, è giusto anche tener conto che questo progetto è stato discusso con la popolazione, con le assemblee dei sindaci eletti democraticamente, e anche in base a tali contatti il progetto ha subito svariate modifiche, tra i quali quella importantissima che ha portato a un significativo alleggerimento del progetto iniziale. Quindi, se esiste una maggioranza che vuole che il progetto vada avanti, in democrazia, cosi dovrà essere. Ho letto sempre su “La Repubblica” di ieri che sono stimati intorno agli 8000 i partecipanti attivi alla protesta No Tav residenti in Val Di Susa, su una popolazione di circa 60000 abitanti, non proprio una maggioranza schiacciante. Giusto dar voce al loro dissenso, a quello di chiunque ritenga di volerlo esprimere, ma personalmente mi auguro che in futuro tale dissenso diventi spinta di controllo e vigilanza affinché le promesse di trasparenza e circoscrizione di costi e rischi ambientali vengano mantenute al 100 % (torno a ripetermi, ma il punto per me è fondamentale). Condanno le forme di violenza, e su questo punto non credo ci sia da discutere.

 

No, non credo che questo possa avvenire, per i motivi che ho elencato prima. C’è l’appoggio democratico all’opera, ci sono direttive europee. Posso solo augurarmi che i lavori possano iniziare e proseguire senza troppi intoppi, cosa che in queste condizioni non farebbe che recare danno a tutti. Lungi da me sminuire la protesta e l’impegno attivo di chi ne fa parte, ma non credo sia possibile”.

 

Credo che sia l’informazione a essere strumentalizzata, in un senso e nell’altro, e che quindi serva un attenzione rafforzata in materia. A lungo si è sostenuto che questa sia un’epoca priva di ideali, io sostengo che invece la crisi di valori abbia portato nei giovani una sete inestinguibile di ideali. Purtroppo noto però che spesso questi ideali sono gli stessi di anni fa, replicati e non aggiornati al dinamismo e la velocità della società contemporanea (stesso problema che vive la politica: cos’è del resto, se non la manifestazione concreta degli ideali?); pertanto spesso ci si dimentica della realtà concreta e si tende (incosciamente) a forzare le situazioni verso ciò che si vuole vedere (lo dico perché anche io sono stato protagonista di episodi del genere). Ma mi sto allontanando dalla discussione centrale, quindi mi fermo qui e lascio a chi legge le ulteriori considerazioni”.

 

Bersani da Santoro, quando ha detto “se fosse vero che è possibile un’altra soluzione non credo che non si sarebbe fatta la Tav. Sono anni che si discute di questo, io sono del tutto consapevole che c’è un problema, un disagio, un’opposizione ma si dialoga solo se si conclude che la Tav non si fa? La maggioranza delle istituzioni e delle persone coinvolte pensa che si debba fare. Siccome non stiamo parlando di una centrale atomica o di una autostrada, ma di una ferrovia, serve razionalità”. Non sono iscritto al PD, molte volte mi sento male a sentire certe dichiarazioni di certi suoi esponenti. Ma qui, seppure la mia posizione sia un po’ meno drastica, mi trovo sostanzialmente d’accordo”.

 

Cerco, nei limiti di tempo e interesse, di avere un quadro completo. Il giornale “cartaceo” (lo leggo sull’ipad di mio padre) che seguo di più è “La Repubblica”, in alternativa “La Stampa”, e su alcune questioni “Il sole 24 ore”. Su internet è inevitabile ritrovarsi a cercare informazioni e notizie al giorno d’oggi, anche se sono molto diffidente, molte volte è più difficile reperire le fonti, e c’è una grande quantità di notizie false o addirittura manovrate. D’altro canto a volte vi sono riportate le notizie in modo veramente obiettivo. Bisogna stare attenti, ripeto. Seguo il tg La 7 di Mentana, il notiziario sky Tg 24, a volte il Tg3, trovo difetti sostanziali in tutti e 3. In definitiva ascolto molto mio padre, che è molto più abile di me nel reperire notizie e informazioni affidabili e interessanti”.

 

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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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