E’ stato firmato stamattina, nella sede dell’Ufficio per i rapporti internazionali (Uri), l’accordo quadro tra l’Ateneo catanese e l’Università algerina Badji Mokhtar di Annaba.
L’intesa, stipulata con lo scopo di promuovere la formazione e la ricerca scientifica, avrà una durata di cinque anni e prevede l’impegno delle due parti a favorire l’attuazione di progetti didattici e di ricerca comuni.
L’accordo vuole favorire innanzitutto lo scambio reciproco di docenti, studenti, laureati e dottorandi tra i due Atenei.
Più vicina all’Algeria l’Università di Catania anche per l’organizzazione di corsi di formazione, di seminari, convegni e simposi scientifici, l’elaborazione comune di pubblicazioni scientifiche, lavori e giornali scientifici.
Alla firma di questa mattina erano presenti per l’Università di Catania, la prof.ssa Lina Scalisi, delegata del rettore all’Internazionalizzazione per il polo umanistico.
Il preside e il vicepreside della facoltà di Lingue e Letterature straniere di Ragusa, Nunzio Zago e Giuseppe Traina (intervenuto in qualità di referente dell’accordo).
Il delegato all’internazionalizzazione della facoltà di Scienze politiche Francesca Longo, la dott.ssa Souadou Lagdaf, ricercatrice di Storia dei Paesi islamici della facoltà di Lingue e la dott.ssa Cinzia Tutino, coordinatore dell’Uri.
La delegazione algerina era invece composta dal prof. Abdelmadjid Hannoune, prorettore per le Relazioni internazionali e la cooperazione con l’estero, dalla prof.ssa Latifa Kadi, vicepreside della facoltà di Lettere, Scienze sociali e umane e dal prof. Meribout Kaddour, responsabile del Dipartimento d’italiano.
Più vicina all’Algeria l’Università di Catania: le dichiarazioni della la prof.ssa Scalisi
«Questo accordo – ha affermato la prof.ssa Scalisi – rappresenta una possibilità molto importante non solo per il dipartimento di Scienze umanistiche e la facoltà di Lingue, ma anche per altre nostre strutture. Anche i dipartimenti afferenti alle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e di Medicina e Chirurgia, infatti, hanno offerto la loro disponibilità a collaborare con l’Ateneo di Annaba. Inoltre, abbiamo raccolto segnali positivi dai nostri colleghi storici e archeologi, interessati a portare avanti un lavoro comune su tutto il territorio del Maghreb. Il nostro obiettivo è creare un network con le istituzioni di questo territorio in grado di partecipare a diversi programmi di ricerca – comunitari e non – su scala internazionale».
«Grazie alla presenza della facoltà di Lingue a Ragusa – ha dichiarato il preside Zago –, il nostro Ateneo copre quell’area sud orientale che per motivi culturali e geografici è particolarmente sensibile al rapporto con i Paesi del Maghreb e del Nord Africa. Inoltre, la nostra facoltà presta fin dalla sua nascita una grande attenzione al polo linguistico orientale, prevedendo l’insegnamento della lingua e della cultura giapponese, cinese e araba».
«Anche il dipartimento di Processi politici, sociali e istituzionali – ha sottolineato successivamente la prof.ssa Longo – vede come un’opportunità da sfruttare l’accordo con l’Ateneo di Annaba. Da sempre uno dei nostri principali campi di studio è proprio quello delle relazioni euro mediterranee. Lo dimostra il fatto che nella facoltà di Scienze politiche ha sede l’Euro-med Centre, centro di eccellenza finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Jean Monnet Project. Inoltre, offriamo agli studenti due corsi di laurea interamente incentrati su queste tematiche, uno dei quali, in lingua inglese, dal prossimo anno accademico rilascerà un doppio titolo con l’Università di Liegi».
Tra gli ospiti algerini, il prof. Hannoune ha presentato il suo Ateneo, «nato nel 1976, il quarto di tutta l’Algeria, con circa 50 mila studenti e 7 facoltà», sottolineando i profondi legami storici e culturali tra il popolo italiano e quello algerino, in virtù dei quali ogni iniziativa di collaborazione «appare assolutamente naturale», mentre la prof.ssa Kadi ha parlato della facoltà di Lettere, composta da 12 dipartimenti, tra cui anche quello d’italiano. Il prof. Kaddour è invece entrato nel merito dell’accordo stesso: «Il nostro è un dipartimento molto giovane, nato nel 1994. All’inizio aveva solo 3 docenti e 16 studenti, ora gli studenti sono più di 500. Adesso chiediamo il vostro aiuto: per fare capire ai nostri giovani l’importanza della cultura e della lingua italiana. Spero che l’accordo quadro, nella scia degli ottimi rapporti che già sussistono tra i nostri due Paesi, possa essere produttivo e che vi sia uno scambio sempre proficuo di docenti e studenti».