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Corporate Universities: tutto il valore del know-how aziendale

R. C.
29/11/2024

Formazione, know-how, impresa.

Vi è un rapporto sempre più consolidato che fonde questi elementi. Un legame basato sull’essenziale presupposto di porre la conoscenza ai livelli più alti della scala dei valori aziendali.

Tendenza, questa, frutto del cambio di pelle mediante cui le imprese hanno reagito alla sostanziale crisi dell’ultimo decennio: collocando, cioè, al centro delle attenzioni l’incremento dell’innovazione, volta al consolidamento del know-how. La sfida, oggi, sembra giocarsi tutta lì. E proprio in quest’ottica – rinnovo costante della propria competitività ed accrescimento del patrimonio di conoscenze aziendali – sono nate le Corporate Universities.

Si tratta un fenomeno che ha avuto origine nei Paesi anglosassoni, ma in fase di crescita anche nel nostro – in cui se ne contano 26 – e che è stato oggetto del Primo Rapporto sul mercato delle Corporate Universities in Italia, realizzato dalla Fondazione Campus di Lucca per conto di Assoknowledge Confindustria SIT, e curato da Alessandro Capocchi, Professore Associato di Economia Aziendale all’Università degli Studi Milano Bicocca e Direttore scientifico della stessa Fondazione. A quest’ultimo abbiamo chiesto di illustrare la realtà delle università d’impresa ed il modo in cui esse si declinano nell’ecosistema italiano.

Innanzi tutto, può spiegare cosa si intende per “Corporate Universities”, e come mai sono considerate così importanti dalle grandi imprese? Qual è il valore aggiunto che si può guadagnare da esse?

Le Corporate Universities sono scuole di formazione che nascono all’interno delle aziende con il primo obiettivo di consentire lo svolgimento di attività formative e di training rivolte ai manager dell’azienda stessa. Nel tempo, nei Paesi anglosassoni hanno assunto dimensioni maggiori e si sono aperte anche al mondo esterno divenendo in alcuni casi delle vere e proprie Università. Oggi sono strumenti importantissimi per lo svolgimento di attività di formazione rivolte al sistema azienda, per creare partnership e relazioni con il mondo accademico, anche per lo svolgimento di attività di ricerca, fino a divenire veri e propri strumenti strategici a supporto dei processi decisionali dell’alta direzione aziendale. Le CU, poco diffuse in Italia, possono rappresentare un importante strumento per supportare la competitività delle nostre aziende anche al fine di consentire l’attrazione di talenti a livello internazionale.

Le ventisei università d’impresa censite da Fondazione Campus presentano caratteristiche diverse una dall’altra. Nonostante ciò è possibile delineare delle peculiariarità dell’esperienza italiana? E come si sposa l’idea di “Corporate University” con il nostro sistema economico fatto soprattutto di Piccole e Medie Imprese?

In Italia non esiste un modello unitario di CU. Abbiamo realtà di dimensioni rilevanti come il caso di ENI, ENEL, Poste e Ferrovie Italiane. Abbiamo realtà significative in aziende familiari come Barilla, Landi Renzo, Kedrion, Illy. Abbiamo esperienze significative nel mondo bancario come UniManagement e Mediolanum CU. La mancanza di un modello unitario è coerente con il tessuto imprenditoriale e produttivo del nostro Paese e rappresenta per la comunità scientifica e per le aziende un’opportunità. Ritengo che in Italia non si debba importare un modello già sperimentato e diffuso in altri Paesi: la vera sfida per le aziende italiane è costruire un modello coerente con la geografia e le peculiarità specifiche del nostro tessuto imprenditoriale e produttivo. Probabilmente non tutte le aziende potranno costruire al proprio interno una Scuola e può essere auspicabile lo sviluppo di reti d’impresa in stretto collegamento con le comunità scientifiche.
La cosa certa è che nell’epoca della globalizzazione il vantaggio competitivo non passa più dal prodotto, dai canali di distribuzione, dai mercati o dai costi di produzione e dai prezzi. Il vantaggio competitivo in un’epoca in cui tutto è replicabile è sempre più legato alla capacità delle aziende di conservare, valorizzare e sviluppare il proprio patrimonio culturale. Le risorse umane e il patrimonio culturale sono l’unico verso asset non replicabile nei moderni sistemi aziendali. Da qui l’importanza di strutture dedicate alla formazione, autonome ed indipendenti, in grado di costruire moderni modelli organizzativi e gestionali a supporto della competitività delle nostre PMI.

Se tra gli obiettivi della Corporate University vi sono la difesa e l’accrescimento delle conoscenze aziendali, secondo Lei qual è il motivo per cui alcune di esse mostrano la volontà di rendere possibile la partecipazione anche ad utenti esterni?

I moderni sistemi aziendali sono sempre più aperti verso l’esterno e dinamici, come insegna la scienza economico-aziendale. Non deve stupire se detta apertura consente alle aziende di produrre attività formative e di ricerca rivolte all’esterno. Del resto le aziende devono da un lato conservare e valorizzare il proprio patrimonio culturale, dall’altro attrarre nuove competenze e nuovi talenti. Tradizionalmente i processi di recruitment erano caratterizzati da un’eccessiva localizzazione. Oggi le logiche competitive impongono una maggiore apertura dei processi di recruitment a livello internazionale.

Alcune tra le grandi imprese prese in analisi dal Suo studio, come per esempio Mediolanum, prevedono una obbligatorietà della formazione e della partecipazione a corsi che sono elemento indispensabile per gli avanzamenti di carriera. Non c’è il rischio che vi sia, in questo modo, una strumentalizzazione delle finalità formative a favore di meri scopi di arrivismo?

Non credo assolutamente, inoltre ogni azienda è sovrana nel decidere i propri valori, le proprie strategie e i propri processi formativi. Le aziende sono istituti economici dotati di vita propria che non possono essere guidate e governate da logiche di arrivismo. 

Esistono dei rapporti concreti tra le Corporate Universities e gli atenei italiani per favorire l’inserimento dei giovani laureati?

Esistono diverse collaborazioni. I sistemi aziendali hanno bisogno delle Università e le Università delle aziende. Ciò che viene fatto nelle Università è ricchezza di tutti e spesso non può essere fatto all’interno delle singole aziende, specie in un Paese caratterizzato da aziende PMI a modello familiare. La crescita delle nostre Università e l’aumento delle relazioni con il mondo aziendale fa sicuramente bene alla competitività del nostro Paese.

Dal punto di vista degli investimenti nell’ambito della ricerca, come vede il paragone tra l’Università pubblica e le Corporate Universities? Non Le sembra ci sia una discrasia tra gli enormi tagli pubblici e il mondo dell’impresa, che invece sempre più investe su formazione, ricerca e innovazione?

Non credo sia il caso di misurare e contrapporre il settore pubblico ed il settore privato. Io lavoro nell’unica facoltà di Economia pubblica a Milano (la Bicocca) e, come dimostra l’attività che la mia Università svolge, anche il pubblico riesce ad ottenere ottimi ed eccellenti risultati, sia nella ricerca sia nella didattica a livello nazionale ed internazionale. Il problema non è solo meramente finanziario, ma legato alla presenza delle intelligenze. Il nostro Paese per fortuna ha molte eccellenze in termini di creatività, di metodologia scientifica e di intelligenza a servizio del settore pubblico ed a servizio del nostro tessuto economico tutto.

 

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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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