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La vera storia degli zombie: ecco qual’è tra leggenda e realtà

Redazione Controcampus 18 Aprile 2012
R. C.
01/12/2024

Ecco qual'è la vera storia degli zombie: cosa sono, come sono nati, dove e da cosa hanno origine: storia tra leggenda e realtà.

 

“Tutte le grandi verità iniziano sempre con un’idea blasfema” G. B. Shaw.

L’esistenza è come un reticolo d’illusioni sospeso a metà tra realtà e finzione. Tutte le cose, visibili e invisibili, tracimano, silenti, dalla realtà e si dipanano oltre i confini dell’irrealtà, in uno spazio intermedio e solerte di quasi esistenza, ossia in una sorta di Purgatorio. La fede, ossia l’accettazione della realtà, è il collirio che lubrifica i sensi, vanifica i dolori, e traspone l’uomo al di là dell’irrealtà, in un mondo ovattato, caustico, celebrativo, verde come l’assenzio. Al di là dei sette veli della conoscenza e di ogni altra ancora di salvezza, la purificazione dell’uomo consiste nel ricongiungimento con la realtà perduta e nell’abnegazione dell’apparenza.

La ricerca della verità trae origine da un sentimento di ribellione verso la realtà. Il dubbio è rivolta. La scrittura è un revolver per la libertà. Una requie di luce eterna. Una nemesi beffarda e pungente per la narcisistica umanità. Gli esploratori della verità, invece, sono i ribelli che cercano di liberare l’uomo dalle oscure ed impervie prigioni di plexiglas, per ricondurlo fuori dalle tenebre, verso la luce.

Ciò che chiamiamo mistero, non è altro che verità obnubilata, inghiottita dalla realtà. Il mistero è un puzzle dai tasselli smarriti, la cui effige è tale da ricordarci ciò che eravamo o quel che saremo. Se la vita è un mistero, l’uomo è quel tassello smarrito a cui fu concesso l’arbitrio di ricomporre il puzzle. Opera ardua, e per tale motivo, egli è l’unico essere in grado di porsi dei quesiti e di avanzare delle ipotesi sull’enigma della vita. Ma qual’è la vera storia degli zombi?

La vera storia degli zombie: esistono molti, forse troppi misteri insoluti, ecco quali sono

Sullo sfondo di antiche e moderne produzioni letterarie si può rintracciare la vera storia degli zombi. Nella locuzione biblica potrebbe celarsi la metafora sociale dell’apoteosi decadentista che oggi in parte stiamo vivendo, e che domani forse ci annienterà.

La leggenda degli zombie, invece, trae origine da un’inquietante realtà. Haiti è un’incantevole isola caraibica. Le spiagge dorate, il colore cristallino dell’oceano e i variopinti colori della natura la rendono meta ideale per vacanzieri e naturalisti. Tuttavia, Haiti ha delle radici storiche piuttosto tormentate. Alla brutale colonizzazione del XVI sec., ed alla pingue povertà, di recente si è aggiunta l’ecatombe naturale del terremoto. In realtà, Haiti deve gran parte del proprio fascino al vessillo indiscusso della sua tradizione culturale. La figura degli zombie. Entrati nell’immaginario collettivo grazie alle opere di cineasti e scrittori come Romero, Wes Craven, S. King e Wade Davis, questi esseri, privi di meta e senza volontà devono le proprie origini ad un’osmosi reticolare metafisico-culturale.

Alla base della leggenda vi sia la fusione tra due religioni

Realtà indigena e quella cattolica aiutano a scoprire la vera storia degli zombi arrivata fino ad oggi. Fu così che nacque la religione afro-americana Vodoo. Vediamo di capire quale sia l’anatomia degli zombie. In origine, Haiti era abitata dai soli nativi. Scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492, divenne base strategica dei coloni solo in seguito, quando la Spagna prima e la Francia poi, decisero di sfruttarla importandovi gli schiavi neri africani. Per gli stregoni vodoo, l’uomo ha due anime: il piccolo angelo buono (ti bon ange) e il grande angelo buono (gros bon ange). La prima dirige la volontà plasmando la personalità ed il carattere degli uomini. La seconda, invece, ipostasi della forza vitale, inizia a fluttuare fin dalla nascita dell’individuo per poi scomparire alla fine dell’uomo. Per gli studiosi voduisti, esistono due tipi di zombie: quello astral o ti bon ange, generato dalla cattura di una parte di anima ad opera dello stregone; e quello jardin o corps cadavre. Quest’ultimo è il classico zombie dei cult-movie, con la testa china, le braccia penzolanti ed il volto insanguinato.

Al di là della metafisica e dei racconti folcloristici, però, esiste una casistica tutt’altro che fantasiosa. Vi è chi sostiene che gli zombie non siano frutto di una mera finzione letteraria o metafisica, e che invece siano esseri dannati ritornati in vita a causa di potenti rituali. A cavallo tra il 1915 ed il 1934, durante l’occupazione degli Stati Uniti d’America, il mondo civilizzato iniziò a prendere coscienza della leggenda haitiana. I racconti degli abitanti ed i misteriosi reperti ritrovati dai primi pionieri, generarono un cospicuo interesse ed indussero diversi scienziati a recarsi sull’isola per compiere degli esperimenti.

La vera storia degli zombie e l’idea del serpente e l’arcobaleno

Wade Davis partorì l’idea di scrivere il serpente e l’arcobaleno, recandosi ad Haiti alla ricerca della verità. Ovviamente non trovò alcuna prova, ma rimase stupefatto dalla naturalezza e dalla placida narrazione dei fatti. Sembra, infatti, che gli haitiani non temano gli zombie, ma solo il processo di zombificazione, reo di ridurre l’individuo schiavo dello stregone. Davis racconta di aver conosciuto persone che affermavano di essere state ridotte allo stato di zombie e poi vendute come schiavi al miglior offerente. Sul finire del 1984, lo scrittore americano riuscì finalmente ad agguantare la verità. La comprò a caro prezzo da uno stregone e quando la fece analizzare rimase stupefatto, perché quella polvere misteriosa non era altro che tetrodotossina, ossia un veleno estratto dal comune pesce palla.

Qual è la vera storia degli zombi e che cosa sono? Secondo Davis, questi esseri non sarebbero altro che la conseguenza di una miscellanea simbiosi mistica tra riti vodoo e tetrodotossina.

vera storia degli zombie secondo la scienza

“La tetrodotossina è un veleno d’incredibile potenza che se assunto in dosi massicce può indurre al blocco della conduzione nervosa. Secondo la scienza ufficiale, questa sostanza è in grado di paralizzare il soggetto e di concitargli un distorto stato di coscienza. Si stima che circa il 65% degli intossicati muore nel giro di poche ore.

Tuttavia, Davis sostiene che uno stregone potrebbe indurre il soggetto in uno stato di fine vita apparente per finalità non del tutto ortodosse. Così dopo la cerimonia funebre e la sepoltura, lo stregone potrebbe recuperare il corpo, risvegliarlo con stramonio e poi ridurlo definitivamente in schiavitù. In tal modo, con un rito vodoo, prenderebbero corpo gli zombie, che in definitiva trarrebbero origine da un climax alchemico dalle nefaste finalità, o meglio dal delirio di uno stregone.

Attraverso un’indagine condotta ai confini della realtà, entro i più impervi grovigli della leggenda e senza mai abbandonare fede e ragione, sono giunto alla conclusione che se gli zombie fossero davvero esisti o se per assurdo esistessero ancora oggi, non sarebbero altro che delle povere cavie da laboratorio.

Secondo la scienza moderna, al di là della tetrodotossina, esisterebbero almeno altre quattro sostanze in grado di indurre l’uomo in uno stato di non vita apparente. La prima, la toxoplasmosa gondii è una sostanza parassitaria capace d’indurre, in particolare ratti e gatti, alla perdita dell’autocontrollo. Non è escluso che questa sostanza in futuro si evolva e riesca a concitare i medesimi sintomi anche nell’uomo. Da temere, infine sarebbero anche il virus della rabbia, le neurogenesi e i nanorobots.”

S. King nel romanzo Pet Sematary sostiene che gli zombie siano “quelle persone che sono state sepolte da tempo e che improvvisamente ricompaiono, magari anche dopo anni, in una condizione di vita completamente obnubilata, come se fossero degli inconsapevoli idioti”.

Sarà vero? Ad ogni modo, semmai vi trovaste in un ristorante giapponese evitate d’ordinare il pesce palla. Potrebbe rivelarsi indigesto.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. 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Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto