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Stragi della strada: a quando l’omicidio volontario?

R. C.
14/12/2024

Sono ormai quotidiane le notizie di incidenti stradali, spesso con esiti fatali, provocati da guidatori in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti.

Innanzi ad un fenomeno che non sembra conoscere battute d’arresto e che, di contro, oltre alle conseguenze tragiche di morti e feriti, provoca una diffusa indignazione sociale per l’avvertita “latitanza” dello Stato nel comminare giuste e proporzionate “punizione” di tali condotte obiettivamente irresponsabili, urge, senza dubbio, un intervento legislativo per colmare le palesi lacune normative in materia.

Allo stato attuale, qualora a seguito di un incidente stradale provocata da una guida in stato di alterazione per via di stupefacenti o di ebbrezza si va in contro ad una incriminazione per omicidio colposo ai sensi dell’ Art. 589 comma 2° c.p. in caso di morte  o per lesioni così come previsto dall’Art. 590 c.p. (in tal caso la parte offesa sporga querela entro novanta giorni dall’evento).

Il guidatore in tali ipotesi, secondo l’attuale assetto normativo, risponde di una responsabilità che si ispira esclusivamente a colpa, vale a dire ad una condotta che ai sensi dell’art. 43 c.p. si è verificata con imprudenza, negligenza, imperizia  oppure  nell’inosservanza di leggi o regolamenti.

Il medesimo articolo, tuttavia, prevede e punisce le condotte commesse con dolo, vale a dire “quando l’evento dannoso o pericoloso, che è il risultato dell’azione od omissione e da cui la legge fa dipendere l’esistenza del delitto, è dall’agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione od omissione”.

Orbene, appare di tutta evidenza che il soggetto, nel momento in cui ingerisce alcol o droghe non agisce con mera “imprudenza, imperizia o negligenza” ma nella piena e totale consapevolezza che tale assunzione, alterando il suo status psicologico, lo pone irrimediabilmente in una estrema situazione di pericolo per sé e per gli altri nel momento in cui si pone alla guida del proprio veicolo.

Va precisato che la legge di per sé non punisce la mera assunzione dell’alcol, eccettuato il caso in cui vengano superati i limiti previsti per l’ubriachezza di cui agli Artt. 687 e 688 c.p.; inoltre, chi assume  sostanze stupefacenti o le detiene nei limiti imposti dal 1 comma bis dell’art. 73 D.P.R. n. 309/90, è perseguibile solamente sul piano amministrativo, ai sensi dell’art. 75.

Quest’ultima norma, così come modificata dalla Legge n. 49/2006, tuttavia, prevedendo la sospensione della patente di guida o il divieto di conseguirla, tende ad impedire che l’assuntore possa mettersi alla guida di un veicolo

E’ evidente, quindi, che per una corretta disciplina di tali condotte è imprescindibile un’analisi esaustiva sull’elemento psicologico del guidatore:

Appare imprescindibile, quindi, esaminare lo status psicologico del soggetto alterato per droga o alcol; è pur vero che la morte o le lesioni di terzi non sono eventi voluti da costui ma il bere od il drogarsi nel momento in cui si conduce un veicolo pare innegabilmente come presupposto “preparatorio”  per gli eventi consequenziali di morte e lesioni.

Da una semplice lettura dell’Art. 586 c.p. pare escludersi che tale norma debba disciplinare tali condotte; la norma, infatti, testualmente recita “quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dell’articolo 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate”.

Il legislatore, appunto, ha attribuito natura essenzialmente colposa al reato che segue quello originario, anche alla luce dell’applicazione delle sanzioni – seppur aumentate – di cui agli artt. 589 e 590 c.p. (che regolano come noto l’omicidio colpo e lesioni colpose) che vengono posti in relazione al disposto dell’art. 83 c.p. che contempla l’ipotesi di “evento diverso da quello voluto dall’agente”.

Pertanto, ai fini di un intervento legislativo che colmi le già richiamante lacune in materia, il legislatore  è chiamato ad individuare in una norma apposita un nesso causale tra reato voluto (guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti) e l’evento non voluto (la morte o le lesioni); non solo, la legge deve riconoscere che il guidatore innegabilmente si trova in una situazione psicologica tale da poter prevedere, anche in via ipotetica, che l’accadimento dell’evento in ragione dell’alterazione provocata dall’assunzione di droga ed alcol.

Solo in tal modo l’elemento psicologico non potrà essere definito in termini di colpa, giacché li supera ampiamente come si è avuto modo di appurare, configurandosi nella accettazione del rischio di verificazione di un evento un vero e proprio dolo eventuale.

In linea a queste considerazioni vi è un importante provvedimento  del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Trani (Ordinanza 31 gennaio 2008)  che ha disposto l’applicazione della custodia cautelare del carcere nei confronti di un giovane che sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed alcool si era messo alla guida di una vettura provocando un grave incidente stradale dove hanno perso la vita una donna e le due piccole figlie, in quanto, in virtù del principio dell’actio libera in causa, egli è pervenuto in totale libertà e autonomia sia all’assunzione di stupefacenti, sia nel porsi alla guida della vettura.

Relativamente all’elemento psicologico il Giudice, in tale occasione, ha escluso che la condotta posta in essere dall’agente sia sorretta da colpa, cioè dalla semplice negligenza, imprudenza o imperizia di chi viola in condizioni ordinarie le regole della circolazione stradale, affermando invece la sussistenza del dolo indiretto. Tale decisione si fonda sulla considerazione che è assolutamente inverosimile che l’agente non si sia posto il rischio di eventi mortali e che non lo abbia accettato almeno in parte, ponendosi alla guida con i riflessi appannati da droga  e alcol assunte in precedenza. Tale assunzione del rischio, anche parziale, comporta la contestazione dell’accusa di omicidio volontario sorretto da dolo indiretto.

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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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