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Grillo e i tecnici: la stessa retorica?

R. C.
14/12/2024

Sulla scia dei recenti risultati elettorali, e alla luce del consenso ottenuto dai Movimento 5 Stelle, il panorama politico si presenta sempre più variegato (anche se qualcuno direbbe disgregato) ed eterogeneo.

Fuor di polemica, però, e senza entrare nel merito dei contenuti, è possibile fare una qualchelettura complessiva del linguaggio della politica oggi in Italia?

Se fino agli anni ‘80 il discorso politico è estremamente sofisticato dal punto di vista retorico, un politichese denso di ideologia e intriso di sotto-messaggi alle avverse parti politiche, nel ’92 con gli scandali di “mani pulite” si è avuto un radicale cambio di registro. Proprio in conseguenza del quel profondo discredito, netta è la scelta della classe politica di liberarsi di quell’alone tecnico-specialistico del linguaggio, percepito ormai non più come un segno di competenza e professionalità ma come un mezzo atto a celare i veri intenti della politica.

Le forme che ne derivano sono quelle che tutti conosciamo e che si ispirano al marketing politico (a sua volta debitore del political advertising americano). Il politichese si trasforma così in un linguaggio informale, sempre più simile a quello pubblicitario; ed è proprio in questo contesto che entra il scena la Liga Veneta-Lega e la sua capacità di utilizzare il linguaggio come strumento di rivendicazione (e aggregazione) identitaria. Slogan ad effetto, uso del dialetto, linguaggio anti-intellettuale e sintassi semplificata divengono i tratti caratterizzanti di quello che alcuni antropologi hanno  definito essere un linguaggio tribale (Aime, Le verdi tribù del Nord, Laterza).

E veniamo così alla scena politica attuale. Con la fine dell’era berlusconiana e l’avvento del governo tecnico, ecco tornare in auge un linguaggio, appunto, tecnico, carico di quel prestigio e di quell’aura di sapienza di cui godono i linguaggi delle scienze. Un linguaggio che si pone come neutrale, totalmente asettico e slegato da chi lo pronuncia; un discorso il cui andamento pacato si vuole privo di alcun artificio retorico.

La pretesa di assoluta trasparenza, ossia il porsi come un’assenza di mediazione dei contenuti, è però già di per sé una forma di retorica: quella retorica del “matter of fact” di cui ha scritto Swales (Genre Analysis, Cam. Univ. Press) a proposito del linguaggio scientifico. Un porsi come oggettivo e neutrale che, lungi dal potersi considerare mera descrizione del mondo, consisterebbe invece in una complessa rielaborazione retorica: la costruzione di una specifica forma dell’argomentare.
In continuità con la scelta che era stata quella della Lega nei tempi della sua ascesa, e su un terreno di uguale discredito della classe politica amplificato dal fattore crisi, si colloca Grillo e il suo parlare.  Il linguaggio colorito, l’invettiva spesso feroce e la capacità di rendere accessibili questioni spesso di straordinaria complessità sono risultati essere un’arma vincente, capace di interpretare la diffidenza verso la politica, da una parte, e verso i “tecnici”, dall’altra.

La sua retorica gioca, a contrario, su almeno due aspetti fondamentali caratterizzanti i linguaggi tecnico-specialistici. Il primo è rappresentato da quella che si chiama funzione identitaria: il ruolo che l’uso di un certo linguaggio gioca nel riconoscersi in uno specifico gruppo socio-culturale di parlanti. Il discorso “da bar” diviene cioè un modo per discostarsi dai politici di professione (o dai tecnici della politica) e schierarsi dalla parte del popolo. In questo senso il discorso di Grillo, come prima quello della Lega, è certamente populista: è scelta comunicativa atta a tradurre e sottolineare la propria appartenenza.

Vi è poi un secondo punto rilevante: la capacità di ribaltare l’immaginario comune proponendo un’idea di tecnicità del linguaggio che diviene segno non dell’autorevolezza di chi parla bensì indice dei suoi secondi fini, una sorta di richiamo all’Azzeccagarbugli manzoniano. Se certamente i discorsi di Grillo sono più accessibili alla gente, non ritroviamo qui una maggiore trasparenza ma solo una forma argomentativa che attinge ad un differente mito della trasparenza. Il discorso si regge allora non sull’autorevolezza di chi si rifà ad un sapere specializzato ma sulla fiducia immediata suscitata dal “parla come mangi”: un dire che va diretto al punto senza artifici o costruzioni.

Non diversamente da come il linguaggio dei tecnici della politica si pone come semplicemente descrittivo, e quindi neutrale, il linguaggio popolare si presenta come “ingenuo“: non voluto e costruito per la sua forza comunicativa bensì spontaneo. Questa spontaneità è però sempre la forma retorica di un dire la cui strategia argomentativa consiste nel presentarsi come mera traduzione della realtà priva di qualunque mediazione.

In definitiva, la dimensione retorica, imprescindibile per qualunque discorso politico, sembra manifestarsi oggi come un persuadere nella veste del cancellarsi. Ci troviamo quindi confrontati coma una sorta di “retorica della non retorica” che mira a presentare i contenuti come un “dato di fatto”, come se il linguaggio non traducesse una visione del mondo ma potesse coincidere con il reale. La questione che solleva il linguaggio della politica oggi riguarda, allora, non tanto i “toni” del discorso quanto come si venga a configurare un principio democratico quale quello del confronto e del dibattito ove il discorso politico si fondi sulla retorica del “dato di fatto”.

Selene Parigi

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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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