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Lectio Magistralis: l’Ambasciatore Torcuato Di Tella compara i sistemi politici di Argentina, Cile e Brasile

R. C.
27/11/2024

Si è tenuta nell'Università della Calabria (Unical) il 9 maggio dell'anno in corso, organizzata dalla Presidenza della Facoltà di Scienze Politiche, nella persona del prof.

 D’Ignazio, presso l’Aula Caldora dell’Ateneo.

Torcuato Di Tella, invitato in considerazione della sua produzione scientifica sull’America Latina, é un sociologo e un ambasciatore che non si sente “peronista, ma emanazione di un governo che si definisce tale”.

La sua analisi comparativa parte dal caudillismo nato come soluzione per mettere insieme i problemi di integrazione delle popolazioni rurali latinoamericane immigrate in città.
Le masse che spingono dalla periferia verso i centri urbani si ritrovano esiliate dalla protezione della triade “padre, prete, latifondista” e incontrano la figura forte, carismatica e demagogica che magari indossa una divisa, prendendo il posto e la guida del proprio destino.

“La grande paura del 1942-1943” – scrive Di Tella derivò dall’impatto del primo conflitto mondiale. Il diffuso senso di minaccia presso la società argentina – gli industriali, i militari, alcuni settori degli intellettuali e la destra della Chiesa – richiamò come eco la risposta di Perón con una politica di forte controllo statale mirata all’integrazione della classe operaia. Waisman afferma che questo allarme era ingiustificato, semmai un riflesso dell’ideologia controrivoluzionaria tra le forze armate e altri gruppi conservatori.” (T. Di Tella 1998)

“La natura proteiforme del Peronismo è tale che la prima persona ad essere sorpreso dal tipo di movimento che aveva creato deve essere stato lo stesso Perón. Avrebbe preferito mille volte qualcosa come il Partido Revolucionario Institucional (PRI) messicano, che incorporava la maggior parte degli imprenditori dinamici e tecnocrati, con un seguito popolare come una buona riproduzione di un secondo violino. Perón respingeva la lotta di classe, e il suo intero sforzo mirava a promuovere la solidarietà sociale, in modo da consolidare la nazione e prepararla per strenui sforzi nel settore industriale e, infine, nel campo militare. Ma in pratica il suo partito è stato coinvolto in alcuni degli scontri più gravi contro l’istituzione, nella nostra storia.” (T. Di Tella 1998, idem)

Quando introduce la nozione di nazional-populismo, per caratterizzare alcune manifestazioni di regime politico in America Latina, Gino Germani, di origine italiana e sociologo argentino insiste sulle combinazioni paradossali, gli ibridi ideologico – politici e insieme sulla specificità dei movimenti popolari latino-americani in lotta contro l’imperialismo delle potenze coloniali (compreso l’egemonismo nordamericano).

“Nei paesi in cui la mobilitazione degli strati popolari ebbe luogo dopo la crisi delle democrazie occidentali, dopo la nascita e lo sviluppo delle società industriali, a regime autoritario comunista e, soprattutto all’interno di una situazione di dipendenza economica o politica proprio dai paesi a regime democratico rappresentativo, l’orientamento delle elites che presero la direzione dei movimenti popolari doveva essere molto diverso da quello europeo. Tale orientamento trovò una tipica espressione nelle ideologie dell’industrializzazione le cui caratteristiche essenziali sembravano essere l’autoritarismo, il nazionalismo e una forma o l’altra di socialismo, di collettivismo o di capitalismo di Stato, cioè dei movimenti che combinarono insieme in modi diversi contenuti ideologici opposti. Autoritarismo di sinistra, nazionalismo di sinistra, socialismo di destra e una massa di formule ibride e anche paradossali dal punto di vista della dicotomia/continuum “sinistra-destra”: sono proprio queste le formule che, malgrado la loro diversità e in molti sensi la loro opposizione, possiamo riassumere sotto la denominazione generale di movimenti nazional-popolari.” (Germani 1961).

La retorica populista può quindi inserirsi in quella che Di Tella chiama ideologia anti status quo e prendere così l’aspetto di una ricusazione popolare dell’establishment, “una retorica diretta contro l’oligarchia, il sistema vigente definito con un linguaggio vago che non parla della lotta di classe” (Taguieff, L’illusion populiste, 2002).

Il populismo rappresenta una relazione diretta non tradizionale tra le masse e il leader che porta a quest’ultimo sia la fedeltà delle prime sia il loro sostegno attivo nella sua ricerca del potere e questo in funzione della capacità carismatica del leader di mobilitare la speranza e la fiducia delle masse nella rapida realizzazione delle loro aspettative sociali nel caso egli acquisti un potere sufficiente (Hermet 2001).

Torcuato Di Tella definisce il populismo come un movimento politico che dispone di un forte appoggio popolare, con la partecipazione di settori non operai dotati di una notevole influenza all’interno del partito, e portatore di un’ideologia anti status quo.
Pur rispondendo così ai medesimi bisogni che in Europa avevano fatto nascere i partiti socialdemocratici, il peronismo non stimola il movimento operaio ad auto-organizzarsi sotto leader propri, ma spinge a cercare un leader proveniente dai ceti superiori. In questo modo, però, finisce per integrare anche ceti sociali che in Europa voterebbero per il centrodestra.

Un percorso condotto dall’Ambasciatore Di Tella dall’oggi al passato nel Sud America: dal fenomeno Kirchner presidente della Nazione dal 2007 e volto del nuovo peronismo, alla crisi economica dei primi anni 2000, dal processo di riorganizzazione nazionale fino ai tempi lontani in cui, in Argentina, l’emigrato non era considerato uno straniero.

Torcuato Di Tella, è stato nominato nel settembre 2010 ambasciatore argentino in Italia.

Nato a Buenos Aires, nel 1929, ha fatto gli studi di ingegneria industriale a Buenos Aires e di sociologia all’Università di Columbia (New York) e di Londra. È professore emerito all’Università di Buenos Aires e all’Istituto del Servizio Estero dell’Argentina.
Si è specializzato nello studio comparativo dei sistemi sociali e politici dell’America Latina, avendo pubblicato parecchie opere su questo tema, tra le altre, Historia de los partidos políticos en América Latina (Buenos Aires, 1993, tradotto in inglese), Historia Argentina (2 volumi, 1993, 1994), Política nacional y popular en México, 1820-1847 (Messico, 1994, tradotto in inglese), Los partidos políticos (Buenos Aires, 1998). La sua Sociología de los procesos políticos (Buenos Aires, 1985) è stata tradotta in inglese e in italiano col nome Tra caudillos e partiti politici (Feltrinelli, 1993).
Ha organizzato con Fernando Devoto un libro collettivo, pubblicato in inglese come Annale Feltrinelli, Political Culture, Social Movements and Democratic Transitions in South America in the Twentieth Century, Milano, 1998. Il suo ultimo libro è uno studio sulle origini del peronismo, col titolo Perón y los sindicatos (Buenos Aires, 2003).
Con suo fratello Guido, industriale e Ministro degli Esteri per otto anni sotto il presidente Menem (1991-1999), ha fondato l’Istituto Torquato Di Tella, col nome del loro padre, dedicato alla ricerca in scienze sociali e all’arte contemporanea e che è diventato da pochi anni un’Università privata. Tra maggio 2003 e novembre 2004 é stato Segretario Nazionale della Cultura.
Ha preparato un Repertorio politico latinoamericano, che è una selezioni di testi, in genere già pubblicati, su temi storici e sociali del continente, dai tempi più antichi fino al presente, pubblicato nel 2007, in quattro volumi.

Link
www.corrieredellacalabria.it/stories/societa/5185_nasce_a_cosenza_il_centro_di_ricerca_sulle_migrazioni/
Martedì 8 maggio la visita dell’ambasciatore Torcuato Di Tella per ufficializzare il varo dell’organismo in seno all’Icsaic (Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea)

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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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