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Perchè le facoltà umanistiche non servono?

R. C.
28/11/2024

Da anni abbiamo sentito, tramite la televisione (strumento del potere, specie in Italia) che le facoltà umanistiche non servono a nulla.

jpg” alt=”” width=”300″ height=”212″ />Da anni abbiamo sentito, tramite la televisione (strumento del potere, specie in Italia) che le facoltà umanistiche non servono a nulla. Anche l’ex Ministro dell’istruzione (o della distruzione) Maria Stella Gelmini lanciò quella che per lei è stata una provocazione, ma è la base di uno specifico pensiero politico. L’istruzione crea scompensi. Il potere, diceva Foucault, nel Novecento coincide con il sapere (dei governanti). Esso veniva usato per governare (pensiamo la tecnica, nata nel ‘900 e secolo per eccellenza della distruzione dell’uomo). Già la parola “umanistica” ha un significato preciso, specifico: l’uomo. Sovente chi è iscritto in un corso di laurea in filosofia, o lettere, o dams, etc viene così, passatemi il termine, deriso. Perché per molti la filosofia o la letteratura non danno da mangiare. Infondo – ci dicono gli ingegneri e i fisici – le case non si costruiscono con la filosofia o con le lettere classiche o moderne.

Ripensare l’uomo come essere che popola il mondo – non è l’unico abitante della terra, abbiamo anche altri coinquilini – è un dovere per ripensare l’uomo, chi è l’uomo con tutti i suoi significati, simboli, segni. Le facoltà umanistiche sono centri dove si viviseziona l’uomo con i suoi significati, le sue costruzioni, decostruzioni, con la sua cultura della bruttezza e della morte. E’ quanto sta capitando sentendo parlare nei tg, o leggendo nei giornali, dei suicidi che avvengono in Italia. L’essere umano, un vivente relativamente giovane rispetto ad altri animali, si percepisce come il più alto prodotto o meglio il gradino migliore dell’evoluzione storica del mondo così come ci è dato. Un essere umano che non sta distruggendo solo la natura ( o colleziona teste di animali e corpi morti di uccelli o volpi ) ma si sta auto distruggendo. Oramai con l’avvento e la nascita del capitalismo cannibale stiamo facendo di tutto per estinguerci. Figli di una generazione uscita dal dopo guerra, dalla società dei consumi, dell’usa e getta, dei piatti di carta e di tutto ciò che va buttato e ricomprato (e non aggiustato), siamo gli alleati del capitalismo sfrenato che lontanamente ha come fine ultimo il benessere dell’uomo. Abbiamo esportato la manodopera in Cina ed in India, dove l’operaio costa un trentesimo di quanto costerebbe in Italia, senza diritti, senza medicina del lavoro, senza sindacati. Senza nulla. L’operaio alienato, come diceva Karl Marx. Ma alienato da tutto, non solo dal rapporto con altri operai (e dalla merce che produce), ma alienato da sé stesso.

Un mondo così come ci viene raccontato, dove l’università pubblica sta per chiudere per finire in mano ai privati (e i nostri figli nemmeno potranno accedervi) sta passando inosservato. Ad altri sì, importa, ovvero ai nuovi dittatori di questo secolo appena iniziato. Non più una figura del potere, ma tanti. Quelli che stanno mangiando il mondo o meglio, quelli che stanno mangiando l’uomo. E’ l’arricchimento sfrenato, cannibalesco, del ricco industriale che coltiva sul proprio grattacielo un orto per mangiarne i prodotti (buoni) e lascia agli altri uomini i veleni da mangiare. Non ritorneremo, forse, alla povertà dei nostri nonni, alla povertà vissuta nei primi del Novecento.

Mangeremo, certo. Ma pane “fatto” da veleni per il nostro corpo. Da trent’anni l’industria del cibo mette aspartame nei prodotti per dolcificarli, ai danni di noi stessi che moriamo sempre di più per cancro e altre malattie, non considerando tra l’altro i signori dell’Italia degli anni 70 e 80, della società del veleno, del “petrolio” (come scrisse Pasolini prima di essere ucciso da quell’Italia che stava denunciando, in un libro rimasto incompiuto) che hanno inquinato il nostro pianeta con amianto e sostanze mortali per l’uomo (consideriamo il caso della città di Crotone e l’amianto utilizzato per costruire condomini, strade e scuole). L’uomo, che si crede migliore degli animali, sta distruggendo l’altro uomo. E forse l’informazione ci sta talmente abituando alla cultura della morte, dei suicidi, che domani passerà tutto sotto i nostri occhi senza accorgercene, così come i signori del veleno non hanno pensato come consegneranno questo mondo ai loro figli, inquinato, destinato all’estinzione. Gli insetti e le meduse sono essere viventi più vecchi dell’uomo. Noi siamo venuti molto dopo, ma già presto abbiamo cominciato la lotta frenetica al volerci vedere morti. I motivi sono ignoti, forse anche noi stessi non ci sopportiamo, forse siamo totalmente dentro una cultura che ci portiamo dentro da secoli che è quella della morte, della sofferenza come valore (come insegnano le religioni monoteiste), del cannibalismo, che non ce ne accorgiamo.

La bellezza – La bellezza è per definizione la rivoluzione per eccellenza. Recuperare il significato del bello è l’antidoto al male di questa (in)evoluzione in cui siamo dentro con tutti i nostri piedi. Il Capitalismo selvaggio avanza distruggendo tutto ciò che circonda, aumentando i propri profitti a discapito dei destinatari finali dei prodotti finiti: noi. Una volta che ci saremo impoveriti sempre più, tutte le merci che fanno produrre al mondo orientale dove andranno a finire? A chi verranno vendute se la capacità d’acquisto non ci sarà? L’università, e in particolare le facoltà umanistiche, permette di ripensare l’uomo, biologicamente e culturalmente inteso.

Rimettere al centro la bellezza è innescare quel processo per il quale l’essere umano non vedrà più il pianeta (e il proprio corpo) come il mondo dominato e da distruggere per meri interessi capitalistici. Ma a chi detiene il potere e il potere economico cosa importa? Questo processo è già in atto, i figli saranno gli eredi di una cultura del dominio e della sottomissione che distrugge. E’ qui, dunque, il nuovo regime totalitario (non in mano ad uno, ma a molti), infarcito dalle televisioni e dai mass media che ci bombardano per assopirci. Rivendichiamo i nostri diritti e facciamoci sentire. Lanciamo i libri, che fanno pure tra l’altro male se lanciati in faccia. Ai potenti spaventa più lo smercio dei libri che quello delle droghe. Le rivoluzioni sono nate sempre dal pensiero.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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