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L’Ilva di Taranto tra disastro ambientale e timori occupazionali

Redazione Controcampus 29 Luglio 2012
R. C.
04/12/2024

Sono ore di tensione a Taranto.

Dopo il deposito da parte del G.I.P. Patrizia TODISCO dei provvedimenti di sequestro, senza facoltà d’uso, degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva e l’adozione delle misure cautelari per alcuni indagati nell’inchiesta per disastro ambientale, è esplosa la rabbia dei lavoratori del siderurgico jonico.
L’esecuzione del sequestro, deciso dalla magistratura, comporterebbe un blocco della produzione con conseguente ricadute occupazionali in danno dei 17 mila lavoratori.

Ma questa storia di degrado ambientale che ha costretto la magistratura ad una decisione così gravosa e severa parte da lontano: l’industria dell’acciaio da decenni è da anni sotto accusa in ragione delle sue responsabilità per l’inquinamento divenuto fonte di morti per tumore. La presa di coscienza della cittadinanza tarantina non si è fatta attendere; soprattutto negli ultimi tempi si è assistito a forme di organizzazione in comitati e associazioni, finalizzati non solo alla denuncia della gravissima situazione ambientale della città, ma anche per chiedere decisi interventi per provi rimedio.

Va immediatamente precisato che in assenza di un’adeguata normativa, la fattispecie sottoposta all’esame della procura tarantina può essere ricompresa nell’art. 434 c.p il quale punisce con la reclusione da uno a cinque anni chiunque commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro è punito, se dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumità.
Il disastro ambientale è riconducibile alla definizione di “altro disastro” contenuta nel citato articolo nel caso in cui si configuri un danno grave e irreparabile all’ambiente e vi sia pericolo per la sicurezza della collettività.

Ai fini della sussistenza del reato di disastro ambientale, sono richiesti dei requisiti essenziali : la diffusione nello spazio circostante la zona interessata, la messa in pericolo della vita o dell’incolumità delle persone indeterminatamente considerate, la sussistenza di un nesso causale tra il comportamento colposo e l’evento, l’insorgenza di un senso di allarme nella collettività.
Oggetto della tutela, è quindi, la salute dei cittadini; sotto il profilo dell’incolumità l’evento assumendo dimensioni estese, possono considerarsi non soli i danni di ambientali, ma anche le cattive conseguenze di carattere economico sulle attività agricole e zootecniche dell’area contaminata. Tali pregiudizi, infatti, sono oggetto di approfonditi accertamenti da parte degli enti preposti, quali ad esempio l’ARPA (Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente).
La condotta illecite dell’imprenditore consiste nel non aver adottato lo strumento di prevenzione a sua disposizione idoneo a garantire un maggior livello di sicurezza soprattutto quando gli è richiesto preservare, nell’esecuzione della propria attività, la vita e la salute delle persone-

Oltre che prevedibile, l’evento deve essere altresì evitabile; la Suprema Corte, attraverso una pronuncia adottata a Sezioni Unite ha chiarito che devono in primis individuarsi tutti gli elementi concernenti la causa di tale evento; non devono, inoltre interferire fattori alternativi posto che al momento della realizzazione della condotta deve sussistere “una regola di esperienza in grado di esprimere una regolarità di successione tra quel tipo di condotta e quel tipo di evento, così come si è verificato, che renda oggettivamente prevedibile la verificazione dell’evento” (Cass. Sent. 10 luglio 2002).

In queste ore è furente la polemica politico-giudiziaria. Risultano quanto mai risibili le critiche alla magistratura tarantina ha adempiuto esclusivamente all’obbligo di accertamento dei reati (e di irrogazione dei relativi provvedimenti) sancito dalla Costituzione; sotto accusa, invece, devono esserci le vergognose latitanze del mondo politico nazionale e locale che hanno prodotto nell’indolenza simili conseguenze.
L’inquinamento è reale, le morti per tumore nella città jonica sono fatti accertati e documentati; il G.I.P. TODISCO lo ha ampiamente sostenuto nei provvedimenti adottati.

Francamente appare piuttosto sorprendente che si accusino i magistrati di aver messo in pericolo il posto di lavoro di migliaia di operai. Il rischio in tutti questi decenni è stato sempre in agguato; è fin troppo chiaro che prima o poi chi ha il compito di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini sarebbe giunto a tali decisioni.

E adesso, accanto a questo immane problema di salute, anche la questione occupazionale: migliaia di operai rischiano di perdere il proprio lavoro e con esso la certezza di garantire alle proprie famiglie una vita serena e dignitosa.
Di certo non è più ammissibile che si continui a tergiversare, a non intervenire: in gioco c’è il destino di una città, per troppo tempo vilipesa, umiliata e violentata da anni di abbandono, disinteresse e indifferenza; un territorio in ginocchio, senza prospettive di un futuro sereno per le sue giovani generazioni, condannate a vivere in un ambiente insalubre.
Il delitto più atroce non sarebbe solo quello di non tutelare la salute della popolazione, ma anche il diritto al lavoro. A Taranto c’è chi rischia di pagare due volte: da operaio e da cittadino. E di certo per responsabilità imperdonabili altrui.

Fonte foto: ilgiornaledellaprotezionecivile.it

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto